La lettera aperta del medico di Medicina Generale e Segretario Regionale SIMG Lazio, Gianmarco Rea, rivolta al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca
“Egregio Assessore alla Sanità della Regione Lazio F. Rocca, apprendo dalla stampa che siam giunti nell’era delle “pedate” ai medici di famiglia. Dispiace apprendere dalla stampa che la messa in atto della missione salute del PNRR, nel Lazio, per far decollare le case di comunità, abbia bisogno di una spinta, anzi meglio, di una pedata.
Sia chiaro: è in atto una giusta revisione della spesa pubblica da parte regionale, e l’appropriatezza farmaceutica, nonché quella degli esami strumentali, è fondamentale per poter offrire maggiori servizi ai cittadini e pazienti. Facile per un certo tipo di politica offrire servizi caricando debiti nei bilanci o sviandoli da altre voci deputate ad altri servizi: soprattutto con una logica di medio lungo termine, in cui l’invecchiamento della popolazione italiana farà vivere per i prossimi 20 anni una corsa ai servizi sanitari impensabile con il personale sanitario attuale, serve una soluzione strutturale. Ma proprio per questa sfida generazionale non si può prescindere da una corretta e sincera collaborazione tra tutti gli attori in campo, siano essi politici od organizzazioni sindacali di settore.
Assessore, non si limiti ad occupare degli ambulatori di medici, siano essi specialisti o generalisti, frequentandoli non si sa da quali pazienti e per quale scopo, ma utili a far accreditare gli agognati fondi europei del PNRR. Non ci deve essere nel Lazio una corsa all’uso improprio dei fondi europei, siano essi destinati all’ambito sanitario, o, magari, all’ambito sociale.
Anche perché ben venga l’ottimizzazione della spesa farmaceutica, ma il vero risparmio, se è vero che si tiene ancora a salvare il sistema sanitario regionale, passa per la corretta gestione del cronico con i PDTA e con l’implementazione reale di una prevenzione attiva delle malattie, con un rilancio delle campagne di screening.
Ben venga l’ottimizzazione della spesa, ma fate lavorare i medici, suvvia, che ad oggi la medicina generale è un dedalo di burocrazia! Ben venga la FNOMCEO che chiede l’eliminazione dei piani terapeutici!
Dateci strumenti diagnostici, fermi in una finanziaria del 2019; dateci incentivi per collaboratori di studio ed infermieri ai medici di famiglia, non potendo provvedere a tutto quanto il necessario da soli; dateci la possibilità di vaccinare contro il papilloma virus, contro l’herpes zoster, dateci i tamponi del sangue occulto fecale, dateci da fare tutto quello che possa aiutare i cittadini a mantenere una qualità di vita ottimale alla luce di tutte le nostre immense conoscenze scientifiche odierne.
Il medico, eroe del covid, non va denigrato, aggredito, preso a pedate: che poi qualche cittadino si sente anche in dovere di emulare, magari dove le liste d’attesa non lo fanno accedere ai servizi di sanitari di base di cui ha bisogno. Basta anche una frase, una parola, per rendere talvolta nulli mesi di campagne pubblicitarie e di decreti legge che vogliono punire l’aggressione al personale sanitario, problema sempre attuale e deprecabile, in una società che si ritiene civilizzata.
Chiudendo, Assessore Rocca, creda nel medico di famiglia e si confronti, perché il clima di incertezza e rancore porta solo ad un allontanamento del giovane medico, che non vuole fare il martire per il bene comune, in questo clima di avversità, anzi, prende altre strade e sogni professionali. Il confronto è necessario, perché di toppe ne stiamo mettendo troppe a questa categoria che fa da filtro al nostro SSN: alla prossima occasione, non basterà più il trattenere in servizio i colleghi fino a 73 anni per salvaguardare questa nostra sanità pubblica”.