DROGA E RAPINE: SORVEGLIANZA SPECIALE PER ANTONIO DI SILVIO DETTO “CAVALLO”

Latina: i Carabinieri notificano una misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza al cinquantanovenne Antonio Di Silvio detto “Cavallo”

Oggi, 22 aprile, i Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, al 59 enne pontino, Antonio Di Silvio detto “Cavallo”.

L’uomo, recentemente coinvolto nell’operazione anti-droga dei militari dell’Arma che ha colpito la sua famiglia di riferimento, capeggiata dal nipote di “Cavallo”, Ferdinando Di Silvio detto Macciò (il cosiddetto terzo ramo dei Di Silvio a Latina), è ritenuto pericoloso in quanto persona che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica. 

L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina, ha consentito di dimostrare come l’uomo, sin da quando era minorenne, quasi senza soluzione di continuità, sia stata una persona dedita ad attività delittuosa quali reati contro la persona, il patrimonio ed in materia di stupefacenti.

Il provvedimento obbligherà l’uomo, per i prossimi 3 anni, a fissare la propria e di comunicarla all’Autorità di Polizia, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 21.00 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione. 

Peraltro, l’attività di indagine, denominata “Nico”, che ha colpito il terzo ramo dei Di Silvio nel capoluogo, svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha tratto origine dalle dichiarazioni di un appartenente alla famiglia investigata che ha deciso di rendere dichiarazioni alla DDA di Roma. Si tratta di Carmine Di Silvio detto Belvo, figlio di Antonio Di Silvio detto Cavallo.

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Cavallo, anche noto per un attentato subito nella sua casa al Nicolosi, è un habitué delle cronache giudiziarie. È suo figlio Carmine Di Silvio a riferire agli inquirenti che il padre, Antonio Di Silvio, scampato al tentato omicidio del 2022, spacciava pur essendo ristretto ai domiciliari dalla sua casa al Nicolosi, in Via Grassi. Quel tentato omicidio per cui è stato condannato Angelo Sinisi sarebbe derivato da un debito da 300 euro maturato dal figlio Carmine Di Silvio, in ordine ad un acquisto di hashish non pagato.

Cessioni di droga che “Cavallo” realizzava dalla finestra che si trovava sul retro della sua casa blindata, così da poter permettere all’uomo di gettare nel water la sostanza nel caso ci fosse stato l’intervento delle forze dell’ordine.

Per rimanere ai fatti più recenti, inoltre, a luglio 2020, “Cavallo” è stato condannato a 4 anni di reclusione con il rito abbreviato per rapina. L’uomo si era reso responsabile di rapina aggravata, commessa, due mesi prima dell’arresto, ad ottobre 2019, quando aggredì, rapinandolo dello smartphone, due orecchini, una catenina, un paio di occhiali da sole e 130 euro, un giovane del capoluogo che se la cavò, finendo al Santa Maria Goretti, con 12 giorni di prognosi. La rapina fu commessa nei pressi delle case Ater vicino Via Grassi e Via Corridoni (quartiere Nicolosi) in concorso con altre persone che, però, sono rimaste ignote.

Il sistema di videosroveglianza che aveva Antonio Di Silvio detto Cavallo dentro la sua abitazione al Nicolosi. L'impianto fu sequestrato a marzo 2021 dalla Polizia di Stato
Il sistema di videosorveglianza che aveva Antonio Di Silvio detto Cavallo dentro la sua abitazione al Nicolosi. L’impianto fu sequestrato a marzo 2021 dalla Polizia di Stato

A marzo 2021, invece, la Polizia aveva sequestrato in casa di “Cavallo” un sistema di video-sorveglianza con cui l’uomo controllava l’esterno dell’abitazione nel mezzo del quartiere di fondazione. Segno che l’uomo temesse qualche attacco. L’uomo aveva creato in cucina una vera e propria sala di controllo, dalla quale con un monitor e un videoregistratore era in grado di controllare quanto accadeva fuori, così facendo sorvegliava le persone in transito nonché le Forze di Polizia. Nella stessa abitazione, sempre durante i controlli avvenuti a marzo 2021, i poliziotti avevano arrestato due familiari dell’uomo per reati concernenti gli stupefacenti: il nipote omonimo Antonio Di Silvio e la moglie di quest’ultimo Stefania De Silvio. “Cavallo” era stato denunciato all’autorità giudiziaria mentre tutto il materiale è stato posto in sequestro.

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