Aggressione in abitazione: ricercato dalla Polizia di Stato per l’esecuzione della misura cautelare, si costituisce in carcere
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, il 40enne di Latina, Gianfranco Mastracci, difeso dall’avvocato Sandro Marcheselli. Il pontino, che si è costituito nel carcere di Rebibbia, ha deciso di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.
Si è costituito la mattina di sabato scorso, presso il carcere di Rebibbia, a Roma, Gianfranco Mastracci era ricercato dalla Polizia di Stato in quando indiziato di essere il responsabile della brutale aggressione avvenuta qualche settimana fa ai danni del 32enne Luca De Bellis (pochi giorni fa finito in carcere pure lui per aver violato la misura cautelare), mentre si trovava ristretto presso la propria abitazione, agli arresti domiciliari, in via San Carlo da Sezze, nel capoluogo.
Mastracci, classe 1985, dopo i fatti, si era reso irreperibile ed era ricercato dagli investigatori della Squadra Mobile di Latina, diretta dal dirigente Giuseppe Lodeserto, per l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei suoi confronti.
I fatti si riferiscono a qualche settimana fa quando Mastracci, insieme al giovane Alex Tornese, già in carcere per gli stessi fatti, si era presentato presso l’abitazione di De Bellis, ristretto agli arresti domiciliari, che in quell’occasione era stato aggredito e preso a morsi fino a perdere il lembo di un orecchio.
Subito era stato fermato dalla Polizia il 23enne Tornese ed erano partite le ricerche del secondo uomo. Messo alle strette dalla Polizia di Stato, stamattina Mastracci si è presentato spontaneamente in carcere, dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare.
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Tornese risulta indagato per lesioni, violazione di domicilio e tentato omicidio, tutti reati che sarebbero stati commessi in concorso con il nome molto noto nel panorama criminale pontino, Gianfranco Mastracci (39 anni).
I poliziotti, nel pomeriggio del 2 aprile, a seguito di laboriose e tempestive indagini, hanno, infatti, proceduto al fermo di polizia di Tornese, soggetto già noto e con precedenti, indiziato, nella notte tra il primo e il due aprile, di essersi reso responsabile, in concorso con Mastracci, del reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, ai danni di un ragazzo di 32 anni, Luca De Bellis, pusher che si trova ristretto agli arresti domiciliari per reati concernenti gli stupefacenti.
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I fatti sono avvenuti in Via San Carlo da Sezze dove si trova ristretto ai domiciliari De Bellis. I due soggetti – Matracci e Tornese – avrebbero suonato alla porta del ragazzo riuscendo ad entrare in casa con un espediente. Parrebbe che la vittima conoscesse di persona solo Tornese e che Mastracci, noto al 32enne solo per fama criminale, sia arrivato insieme al primo.
Entrati nell’abitazione, sarebbe stato proprio Mastracci a colpire il proprietario di casa con un violento pugno al volto e ne sarebbe nata una colluttazione feroce. I due, De Bellis e Mastracci, si sarebbero scambiati diversi colpi, ma a soccombere, cadendo a terra, sarebbe stato il 32enne De Bellis. Dopodiché, Mastracci avrebbe morso all’orecchio la vittima, provocandogli il distacco di metà dell’orecchio per poi darsi alla fuga subito dopo insieme a Tornese il quale, nel corso del pestaggio violento, avrebbe lanciato in testa della vittima anche un televisore.
A seguito dell’immediato intervento della Squadra Volante e delle cure prestate al soggetto ferito, gli investigatori della Squadra Mobile hanno iniziato le ricerche degli aggressori che nel frattempo si erano dileguati. Sul posto si sono recati anche i poliziotti della Scientifica per gli accertamenti del caso in un contesto piuttosto scioccante. De Bellis, infatti, ha perso sangue e al Santa Maria Goretti non è stato possibile riattaccare la metà orecchio strappato dal morso ferino di Mastracci.
Uno dei due, Tornese, ritenuto il complice, è stato individuato nonostante il tentativo di fuga e, alla luce degli indizi acquisiti dagli agenti, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e condotto in carcere. Le indagini sono coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Marco Giancristofaro.
Il vero aggressore, come detto, è un volto molto noto alle cronache giudiziarie di Latina: Gianfranco Mastracci, coinvolto in più fatti di malavita pontina e da sempre alle prese con fatti violenti. Sarebbe stato lui ad aggredire De Bellis con ferocia, fino a tirargli un pugno in pieno viso e a prenderlo a morsi sull’orecchio. L’uomo sarebbe spuntato improvvisamente dopo che De Bellis aveva aperto la porta a Tornese che conosceva già. Alla base dell’aggressione, questioni che probabilmente hanno a che fare con affari criminali sul versante dello smercio di droga. Il principale aggressore avrebbe desistito dalla violenza contro De Bellis perché sarebbe stato colpito alla schiena dalla vittima con un paio di fendenti di un piccolo coltello trovato in cucina.
Mastracci, pluripregiudicato di Latina Scalo, è stato condannato in via definitiva nel filone romano di “Alba Pontina”, processo nato dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e che ha messo alla sbarra, condannandoli per associazione mafiosa, il ramo dei Di Silvio capeggiato da Armando detto “Lallà”.
In carcere sin da minorenne, Mastracci si è reso protagonista di diversi episodio violenti, anche in carcere come ha evidenziato al condanna subita nel processo denominato “Masterchef”. A giugno 2023, il 39enne è stato rinviato a giudizio per estorsione, minacce e lesioni insieme al 38enne Francesco Iannarilli, entrambi noti a cronache giudiziarie e forze dell’ordine. I due dovranno rispondere alle accuse di aver soverchiato e pestato diversi detenuti dentro il carcere di Latina, vessati e minacciati al fine di pagarli in termini di soldi e altri beni materiali.
Solo alcuni esempi del lungo curriculum criminale di un personaggio che appare anche nella maxi indagine tra Fondi e Latina, condotta dalla DDA di Roma ed eseguita da Carabinieri e Polizia. In quel caso, mentre in un primo momento, sembrava alleato di soggetti quali Alessandro Artusa e Roberto Ciarelli, affiliati al clan di Fondi, retto da Massimiliano Del Vecchio, alla fine lo stesso Mastracci rischiò di essere vittima di un attentato punitivo sempre per affari inerenti allo smercio di droga.
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