GAMBIZZATO PER UN DEBITO DI DROGA, LAURETTI HA RESO DICHIARAZIONI SULL’EPISODIO: SENTENZA RINVIATA

Johnny Lauretti
Johnny Lauretti

Gambizzato per debiti di droga: rinviato il processo che vede sul banco degli imputi il 45enne di Fondi, Johnny Lauretti, diventato collaboratore di giustizia

Il pubblico ministero Marina Marra era pronta per discutere la requisitoria per il 45enne di Fondi, Johnny Lauretti, l’uomo arrestato a novembre scorso nella maxi operazione tra Fondi e Latina, dopo la quale “Cavallo Pazzo” (questo è il suo soprannome) ha deciso di intraprendere una collaborazione con lo Stato.

Ad ogni modo, il II collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Villani-Romano, è stato costretto a rinviare tutto al prossimo 6 giugno. In quella data il processo dovrebbe finire con la richiesta di pena per la gambizzazione contestata a Lauretti. C’è un “però” che potrebbe cambiare le carte in tavola.

Il processo, oggi, è stato rinviato perché Lauretti, assistito dall’avvocato Valeria Maffei (il nuovo legale che gli è stato assegnato quando da dicembre 2024 ha scelto di diventare collaboratore di giustizia), ha reso dichiarazioni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma anche su questo procedimento, ossia sulla gambizzazione avvenuta nel 2021, a Fondi. Anzi, parrebbe che il pentito non si attribuisca quell’atto intimidatorio. Ad ogni modo, sarà la prossima udienza (quella conclusiva) di giugno a stabilire i nuovi risvolti di un processo che avrebbe dovuto finire oggi. Il pubblico ministero, non avendo il verbale della DDA, non ha potuto esaminare l’imputato e, quindi, il Tribunale ha dovuto rinviare.

Il 45enne fondano, coinvolto in diverse indagini e processi, è accusato di aver ferito a colpi d’arma da fuoco, a settembre 2021, a Itri, un 50enne per costringerlo a saldare un debito di droga, nonché dei reati di detenzione e porto abusivo d’arma da fuoco, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

A novembre 2021, gli agenti della Squadra Mobile di Latina, in collaborazione con personale dei Commissariati di Polizia di Gaeta e Fondi, avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’allora GIP del Tribunale di Latina Giorgia Castriota, su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco Giancristofaro, nei confronti del pluripregiudicato Lauretti, e del suo complice 56enne Giovanni Masella, anche lui coinvolto nella maxi operazione di novembre 2024. Masella, per la gambizzazione, è già stato processato avendo scelto un rito alternativo.

Secondo gli inquirenti, la vittima, per saldare un debito di circa 1.000 euro, sarebbe stata attirata in una trappola presso l’abitazione di uno dei due uomini, ossia quella di Masella, dove Lauretti avrebbe premuto il grilletto e fatto fuoco contro le gambe dell’uomo.

Entrambi, Lauretti e Masella, si sono sempre detti estranei ai fatti respingendo gli addebiti. A febbraio 2024, era stato interrogato, dagli allora avvocati difensori Oreste Palmieri e Maurizio Forte, il giovane che, a settembre 2021, accompagnò la vittima all’appuntamento con Masella. Il testimone aveva spiegato di non ricordare molto della vicenda, asserendo però di aver sentito cinque o sei colpi d’arma da fuoco. Una volta ferito, però, il giovane non condusse l’amico al pronto soccorso.

Le contraddizioni nel racconto del testimone erano state messe in luce dal Pubblico Ministero, Valerio De Luca, che aveva letto in aula alcune conversazioni tra l’uomo e la vittima di gambizzazione, avvenute un mese e mezzo dopo rispetto all’episodio violento accaduto ad Itri. In quelle intercettazioni, il testimone, che aveva negato di conoscere Lauretti, era ben consapevole della caratura criminale dell’imputato, definendo lui e Masella come “gente di m….” da cui stara alla lontana.

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