Il Latina Calcio riceve un’offerta di acquisto dal noto manager originario di Cori, Natan Altomare. L’uomo è imputato nel processo “Dirty Glass”
Natan Altomare, direttore generale della consociata della Facility Consulting Group srl, ha rilasciato dichiarazioni significative in merito all’interesse per l’acquisizione delle quote del Latina Calcio 1932. In queste ore – come riporta il sito brokersport.it – l’imprenditore pontino si trova a Londra con il suo avvocato Pasquale Cardillo Cupo per stabilire una strategia aziendale insieme all’Amministratore Delegato di un importante Fondo Inglese. La proposta di Altomare al Latina Calcio del Presidente Antonio Terracciano è arrivata, in via formale, via pec, lo scorso martedì.
“La nostra priorità, prima di ogni altra cosa, – ha detto Altomare – è comprendere a fondo la situazione economico-finanziaria del Latina Calcio. Attraverso un’accurata due diligence, vogliamo avere un quadro reale e dettagliato dei debiti e degli impegni attuali della società. Solo così sarà possibile affrontare una trattativa con basi solide e trasparenti.”
“Gli imprenditori che rappresento sono consapevoli del valore storico e sportivo del Latina Calcio e, qualora la trattativa andasse in porto, intendono coinvolgere figure di spicco del calcio locale. Professionisti che in passato hanno dato lustro al Latina e al mondo del calcio, e che potranno contribuire a costruire un progetto ambizioso e sostenibile”.
Natan Altomare, faccendiere dalle mille relazioni, un tempo vicino ai pregiudicati Gianluca Tuma e Costantino “Cha Cha” Di Silvio (fu coinvolto e poi scagionato nell’ambito della inchiesta “Don’t Touch”), è stato capace di avere, nel suo passato, rapporti di “amicizia” con tutto l’arco “costituzionale” pontino: da Enrico Tiero a Claudio Moscardelli passando per Claudio Fazzone. Attualmente il manager è anche direttore generale dell’UniMarconi di Latina.
Ad ogni modo, di reati contestati al 48enne Altomare ce ne sono già e fanno parte, al momento, di uno dei processi più importanti che arranca presso il Tribunale di Latina, tanto che nell’ultima udienza saltata per via della lombosciatalgia di uno degli avvocati del collegio difensivo, Mario Antinucci, il Presidente del Terzo Collegio, Mario La Rosa, presso cui si celebrano le udienze, ha candidamente affermato: “Dire che questo processo è blocco, è poco”.
Si tratta, come noto, del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Dirty Glass”, il cui protagonista principale è l’imprenditore sonninese Luciano Iannotta. L’ex fisioterapista e manager sanitario, secondo la ricostruzione della Squadra Mobile di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con tanto di intercettazioni, risulta coinvolto in uno degli episodi più inquietanti (leggi link di seguito) di tutta l’inchiesta dell’Antimafia e che ad oggi fa parte del processo: un’intimidazione, persino con un pistola, insieme a Iannotta, Pio Taiani e Luigi De Gregoris, nei confronti di un paio di soggetti che avrebbero provato a truffare l’imprenditore sonninese e che sarebbero stati sequestrati. Un reato, quello del sequestro di persona, destinato ad essere cancellato dal processo per via della Legge Cartabia la quale prevede che solo se vi è una denuncia della vittima (in questo caso delle due vittime), il reato è procedibile. Una denuncia che non è mai arrivata: davvero un bel regalo per Iannotta, Altomare e i loro co-imputati.
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