È figlio di due commercianti formiani il minorenne accusato dell’omicidio di Giovanni Sasso, morto per averlo rimproverato
Un risvolto inaspettato ha avuto la vicenda della morte di Giovanni Sasso, il 43enne concessionario di auto di Cellole (Caserta), che venne spinto dopo una lite, il 9 giugno 2023, fuori dalla sua attività da un 17enne di Formia. Sasso cadde violentemente al suolo battendo la testa. Portato alla clinica Pineta Grande, morì dopo otto giorni di coma farmacologico.
Sulla vicenda, avvenuta a Cellole, era stata subito aperta un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere per lesioni gravissime. Successivamente i Carabinieri hanno denunciato il minore e la competenza è passata alla Procura dei minori di Napoli, che ha modificato il capo di imputazione in omicidio preterintenzionale.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca hanno confermato che tra il 48enne è il minore, lo scorso 9 giugno 2023, c’e stata una lite in strada, in Via Risorgimento, dopo che l’imprenditore aveva rimproverato l’adolescente, M.E. (le sue iniziali), in compagnia di suo zio, perché stava gettando i gusci di arachidi a terra, proprio davanti alla concessionaria d’auto di cui era titolare.
Il 17enne ha reagito e i due hanno iniziato a spintonarsi, fin quando, complice un pugno scagliato dal ragazzo verso l’uomo, il 43enne è caduto battendo con la testa a terra. Portato alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, l’uomo è apparso subito gravissimo per una frattura alla base cranica. Dopo giorni di lotta e agonia, Giovanni Sasso è morto.
Il minorenne, figlio di due commercianti che operano nel quartiere di Santa Croce a Formia, difeso dall’avvocato Gianluca Di Matteo, è In attesa dell’inizio del processo, ma, sin da subito, il legale ha presentato al Tribunale la richiesta di messa alla prova.
La messa alla prova, a distanza di qualche mese, è stata ottenuta, tanto che il giovane potrebbe cavarsela con un periodo di lavoro presso un centro stabilito dal giudice, il quale, passati sei mesi, potrebbe addirittura considerare decaduto il procedimento. Sempre che il 17enne dimostri una buona condotta nel periodo di messa alla prova.
Una decisione che sicuramente farà discutere sopratutto nella comunità di Cellole, ancora scossa per la morte di Sasso, imprenditore ben voluto da tutti.