BADANTE KILLER: I PRIMI INDIZI CHE PORTANO ALLE DUE VITTIME DI LATINA, MA IN UN CASO LA DATA NON COINCIDE

I primi indizi delle due vittime del badante “killer”: si tratterebbe di un uomo di 91 anni e di una donna, anche se sarà difficile ricostruire i casi

Sarà la Procura di Latina, dopo che da Santa Maria Capua Vetere si è deciso di trasmettere gli atti, a dover accertare cosa dice il 48enne napoletano Mario Eutizia, assistito dagli avvocati Gennaro Romano e Antonio Daniele, che lo scorso 22 agosto davanti ai Carabinieri si è autoaccusato di quattro omicidi di altrettanti anziani. L’uomo, ora un senza fissa dimora, lavorava come badante e sostiene di aver ucciso, tramite il sovradosaggio di farmaci, quattro anziani, di cui i primi due, nel 2014, a Latina. Al momento Eutizia è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla minorata difesa.

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Lunedì scorso, dopo l’arresto, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari campano, Eutizia ha risposto alle domando, sostenendo di non avere molto da aggiungere rispetto alla confessione autoaccusatoria già resa, confermando quindi di non ricordare tutti i dettagli sull’identità delle due vittime di Latina (mentre sono già state individuate le altre due residenti in Campania).

In realtà, qualcosa è emerso anche se, in un caso, le date non coincidono. Per quanto riguarda la prima vittima, sarebbe un’anziana di Latina, di cui Eutizia ricorda appena il nome, ma non il cognome. Secondo quanto dichiarato a verbale, Eutizia, alle domande del pubblico ministero Annalisa Imparato, ha risposto di ricordare la sofferenza della donna di Latina: “Quanto soffriva quella donna lei non immagina, aveva avuto un ictus con un blocco renale, è morta in ospedale, a casa le somministravo le medicine per non farla soffrire e ho esagerato diciamo. Io non volevo che morivano affogati, capito quando soffrivano e si riempivano i polmoni di acqua e si fa una brutta morte, io non volevo che facevano questo, infatti se chiedi ai figli non l’hanno fatta, perché erano presenti pure loro quando si sono spenti”.

Avrebbe ucciso per pietà, Eutizia. Un racconto che ha lasciato di sasso anche il figlio dell’altro anziano di Latina che potrebbe essere stato la seconda vittima del 48enne. Il problema, in questo caso, è che le date non coincidono. Il figlio dell’anziano, morto a 91 anni, spiega che il padre è morto nel 2017, e non nel 2014 come Eutizia sostiene. Il che lascia qualche dubbio sulla identità della seconda vittima, anche in ragione del fatto che riesumare la salma del 91enne pontino sarà impossibile in quanto è stata cremata. Stesso destino peraltro che parrebbe essere toccato alla salma dell’altra vittima.

È lo stesso Eutizia ad aver dichiarato che il 91enne era il padre di un Vigile del Fuoco. Il figlio della vittima ha riconosciuto Eutizia nei telegiornali ed è incredulo in quanto l’uomo si era sempre comportato bene, tanto da essere un badante premuroso e gentile. “Ha lavorato da noi – ricorda il figlio della vittima – era una persona professionale. Ma non ha lavorato da noi nel 2014. Mio padre non era malato oncologico e non era cieco e non prendeva quei farmaci che sono usciti sui giornali e in tv”. Secondo il racconto di Eutizia, infatti, le vittime sarebbero state uccise con dosi massicce di Trittico e Talofen, potenti sedativi che erano stati prescritti per le loro patologie e che lui stesso assumeva perché, come loro, paziente oncologico.

Il 91enne di Latina, però – ricorda il figlio -, è morto a 91 anni il 13 agosto del 2017. Una data diversa da quella del 2014, come indicato da Eutizia. “Mio padre era una persona imponente e di grande stazza e c’era bisogno di un badante in grado anche di sollevarlo. Ha lavorato per poco di due mesi. Ha prestato servizio se non ricordo male da metà maggio o forse erano i primi di giugno, fino a quando poi mio padre p morto. Era professionale e affettuoso, comprava a mio padre le creme per idratare la pelle, lo cambiava molte volte al giorno, lo abbracciava”.

“Dopo che mio padre è morto, mi pare sia andato a lavorare da un’altra persona sempre come badante a Latina”. Un racconto sofferto, quello del figlio del 91enne, anche alla luce del fatto che Eutizia si era legato alla sua famiglia, tanto da venire anche al funerale del padre.

I prossimi passi saranno quelli della Procura di Latina. Il Gip di Santa Maria Capua Vetere, Alessandra Grammatica, ha trasmesso gli atti in Via Ezio e dovranno essere i magistrati pontini a cercare di ricostruire gli episodi raccontati da Eutizia in questi drammatici giorni.

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