“La forma è sostanza e mostra bene, anche attraverso il linguaggio, una visione politica cara al centrodestra: “fronteggiare” un “nemico”, allontanare quello che è considerato quasi un rifiuto, eliminare i suoi oggetti. Quello che sta accadendo in città con le persone senza dimora non risponde altro che a una vecchia retorica utile soltanto a fini elettorali per costruire la paura del diverso.
Ma è una politica che ha rivelato tutti i suoi grossi limiti, perché capace solo di cavalcare l’onda del malcontento e del timore, ma totalmente incapace, all’atto pratico, di governare fenomeni sociali complessi come questo”.
È il commento di Latina Bene Comune, per voce della sua segretaria Elettra Ortu La Barbera, sulla questione relativa alle persone senza dimora, aumentate moltissimo negli ultimi mesi. Un tema questo che apre necessariamente altre riflessioni sull’integrazione, il ruolo dei servizi sociali, i diritti e la dignità della persona.
“Il problema della povertà estrema è cresciuto a vista d’occhio – continua la segretaria del movimento – Certo, non riguarda solo Latina ma nella nostra città questo fenomeno, anche se sempre presente, non aveva mai assunto le dimensioni attuali. Qual è la soluzione pensata dall’amministrazione? Spostare il “problema” da un luogo all’altro, sgomberare con la forza pubblica, bonificare, portare via tutti i pochi oggetti posseduti da chi non ha niente. Lo abbiamo già visto per via Don Morosini e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: le persone senza dimora sono tornate o hanno trovato rifugio in luoghi più nascosti dello stesso quartiere. Sappiamo bene che il tema è difficile e spinoso, così come sappiamo che il senzatetto spesso compie questa scelta con l’intenzione di non cambiarla e non sempre accetta soluzioni alternative come quella del dormitorio.
Ma ogni scelta compiuta da un’amministrazione che rappresenti una comunità intera e che metta al centro la persona non può basarsi unicamente sulla forza pubblica, perché la fragilità non è una colpa. Le soluzioni, al contempo, su questi temi non si improvvisano. Si costruiscono invece, ad esempio attraverso l’housing first che la precedente amministrazione stava già avviando: uno strumento gestito dai servizi sociali che consente di avviare un percorso di integrazione e autonomia mettendo a disposizione degli alloggi”.
“Le azioni spot a cui stiamo assistendo – continua Ortu La Barbera – di certo non rappresentano soluzioni durature, che passano invece per la riqualificazione dei luoghi, piazze, giardini e quartieri cittadini. E per un rafforzamento delle unità di strada del pronto intervento sociale e dei centri di accoglienza. Nessuno si salva da solo e le istituzioni hanno un ruolo fondamentale, che non è unicamente quello della repressione ma della costruzione di politiche in grado di adeguarsi a contesti sociali in continuo mutamento”.