MAXI FRODE FISCALE DALL’EMILIA A TERRACINA: CHIESTE LE CONDANNE PER IL DOMINUS E UNO DEI GESTORI DELLE SOCIETÀ CARTIERE

Si è discusso il rito abbreviato richiesto due degli indagati nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza di Terracina sulla frode fiscale milionaria

Un procedimento penale molto complesso nel merito e nei diversi rivoli giudiziari in cui è stato incanalato. Oggi, 8 luglio, per due degli indagati nella maxi indagine della Guardia di Finanza di Terracina hanno affrontato il primo step del rito abbreviato. Si tratta del 52enne di Reggio Emilia, Corrado Mussini, assistito dall’avvocato del Foro di Piacenza, Massimo Brigati, e dell’altro indagato, Pasquale Pisapia, difeso dagli avvocati Bruno Andò e Licia Polizio. Nel rito abbreviato di quest’ultimo, si è costituita parte civile la curatale fallimentare della Assicel srl.

Mussini, invece, è considerato dagli inquirenti il dominus della ipotizzata associazione per delinquere, autrice della maxi frode fiscale che vede coinvolti diversi pontini.

Un’associazione per delinquere finalizzata alla commissioni di delitti transnazionali, come anche l’evasione dell’IVA, attraverso l’utilizzo di una galassia di società cartiere, seconde l’indagine condotta dai procuratori europei delegati, Giordano Baggio e Alberto Pioletti. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati avrebbero fatto parte di sodalizio incentrato sull’allora società di Mussini, Area s.p.a. di Reggio Emilia (oggi Area srl in amministrazione giudiziaria), aventi ad oggetto la consumazione di frodi carosello per evadere l’Iva sugli acquisti intracomunitari, operativa in Italia. La Procura europea contesta fra l’altro l’emissione di fatture inesistenti e altri reati di natura finanziaria.

Da una delle costole di questa maxi indagine la cui conclusione è pervenuta a 54 soggetti, tra cui molte società anche con sedi pontine, tra Latina, Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia e Fondi, si è arrivati al rito abbreviato odierno. Domani, 9 luglio, invece, è prevista davanti al II collegio del Tribunale di Latina l’udienza per il 47enne Alessandro Zomparelli, candidato alle scorse elezioni amministrative di Terracina a sostengo del sindaco Francesco Giannetti, nonché responsabile provinciale di Rinascimento, ossia la lista dell’ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha deciso quest’oggi di riunire i due procedimenti penali, quello di Mussini e quello di Pisapia. Il pubblico ministero della Procura europea (Eppo) Giordano Baggio, presente nell’udienza camerale, ha svolto la sua requisitoria arrivando a chiedere le condanne per entrambi gli indagati: 5 anni di reclusione per Corrado Mussini e 3 anni per Pasquale Pisapia. L’udienza preliminare è stata rinviata al prossimo 24 luglio quando verranno emesse le sentenze. Secondo gli inquirenti, in particolare, Mussini è l’organizzatore del sodalizio, avendo operato come responsabile acquisti di Area Spa, dietro direttive del vice presidente Amerigo Bertolini e di concerto col responsabile vendite Luca Moietta. Mussini avrebbe gestito l’operatività delle società filtro – come spiega l’avviso di conclusione indagine – dando istruzioni agli amministratori di diritto, definite dagli inquirenti come teste di paglia. In questa maniera, il 52enne manteneva contatti sia con i fornitori esteri che con Alessandro Zomparelli e Pasquale Pisapia, gestori reali della società cartiere. I rapporti, inoltre, erano solidi anche i gestori delle società logistiche, organizzando la catena degli acquisti dall’estero verso Area Spa, fornendo così i prezzi relativi a ogni passaggio di prodotto.

Parallelamente ai processo che stanno affrontando i vari indagati/imputati accusati di aver fatto di un vero e proprio sodalizio finalizzato a frodare il fisco per una cifra che sfiora i 70 milioni di euro, è in corso la battaglia per il sequestro da 38 milioni di euro pervenuta in capo ad Area Spa. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, si è dichiarato incompetente e contro questa decisione si è appellata la Procura europea. Lo stesso Gip, peraltro, ha respinto le diverse richieste di misura cautelare a carico degli indagati. Il ricorso del sequestro si svolge sempre davanti al II collegio del Tribunale di Latina composto dalla terna di giudici Coculo-Nadile-Villani che ha rinviato tutto al prossimo autunno, 4 ottobre.

L’INCHIESTA – Come detto, tra le persone coinvolte, ce ne sono diverse che si muovono nell’ambito pontino: una, per l’appunto, è l’imprenditore Alessandro Zomparelli. Il 47enne, perito industriale, alle scorse elezioni amministrative. era candidato nella lista del sindaco di Terracina Francesco Giannetti. Le elezioni non andarono brillantemente, in quanto l’imprenditore ottenne 9 preferenze, ma, a giudicare dalle accuse che gli muovono i procuratori europei, la sua area d’affari sarebbe molto vasta. Peraltro, l’impegno in politica sembra essere stato molto attivo nella scorsa primavera 2023: ad aprile dello scorso anno, Zomparelli, come responsabile provinciale di Rinascimento – la lista dell’ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi – si trovava con i massimi esponenti del centrodestra pontino a sostegno dell’allora candidata a sindaco di Latina, Matilde Celentano

Tra i capi d’imputazione contestati ci sarebbe quello di aver agevolato la società emiliana Area Spa ad evadere l’Iva, tramite la Centomondi srl da lui amministrata. Quest’ultima, secondo gli inquirenti, è una società cartiera inserita in una frode carosello che, acquistando prodotti informatici da società estere, li avrebbe rivenduti sottocosto omettendo sistematicamente il pagamento dell’Iva ed emettendo fatture per operazioni inesistenti per quasi 3 milioni di euro. Il reato contestato sarebbe stato commesso a Sonnino da luglio a settembre 2018. Stessi schemi adottati insieme ad altri indagati (tra cui la sua compagna, indagata anche lei), in concorso con Zomparelli, anche con la società Monitore Servizi Integrati Innovativi Qualità srl con sede a Latina. La società che ha sede effettiva in Piazza Moro avrebbe come dominus effettivo e reale il predetto Zomparelli, imprenditore non noto al grande pubblico, ma sicuramente finito nel mirino della Procura Europea.

L’occhio degli inquirenti è finito, poi, su un’altra società sempre riconducibile a Zomparelli: si tratta della Di.Elle srl con sede a Latina. Il meccanismo fraudolento sarebbe sempre lo stesso: acquistare prodotti informatici dall’estero e rivenderli sottocosto omettendo il pagamento Iva e emettendo fatture false nei confronti di altra società del giro. Sottrazioni al fisco che la Procura europea calcola in milioni di euro. Attenzionata e sempre nella galassia Zomparelli la società Susiti srl di Latina. Medesimo meccanismo e reato contestato a lui e al fondano Domenico Massa, al sezzese Ilario Gatta e al terracinese Cristian Cicerani, attuale presidente dei revisori dei conti del Comune di Terracina.

Altre società riconducibili a Zomparelli finita ai raggi X sono la latinense Zetatech srl, la Ma&Ma srl di Sabaudia, la Ncs di San Felice Circeo, la MP Tech srl di Terracinae la Tecno Trades srl di Maranello (Modena), con una evasione Iva contestata da 10 milioni di euro.

Secondo gli inquirenti, Zomparelli insieme agli emiliano Corrado Mussini e Amerigo Bertolini, sarebbero gli organizzatori del presunto sodalizio. Personaggi e società sotto traccia che, secondo la Procura Europea, avrebbero messo in piedi un giro d’affari milionario. Una indagine partita da Latina e condotta dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza e poi avocata dalla Procura Europea per il tipo di reati e l’ammontare dei soldi contestati.

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