OMICIDIO FIDALEO, MOLINARO RICUSA IL GIUDICE DI CASSINO

Giuseppe Molinaro
Giuseppe Molinaro

Udienza preliminare per Giuseppe Molinaro, una mossa a sorpresa da parte della difesa del Carabiniere indagato per omicidio. Non si è celebrato il rito abbreviato dell’appuntato dei carabinieri accusato dell’omicidio del direttore dell’Hotel Nuova Suio di Castelforte Giovanni Fidaleo e del ferimento della ex compagna Miriam Mignano

Con una mossa a sorpresa, gli avvocati difensori di Giuseppe Molinaro, Giampiero Guarriello e Massimo Tamburrino, hanno proceduto a presentare una istanza di ricusazione del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro. Quest’ultimo non ha potuto far altro che rimettere gli atti alla Corte d’Appello di Roma che fisserà una udienza camerale dove si discuterà la ricusazione, presentata per una presunta incompatibilità. Secondo i legali, da ciò che trapela, l’incompatibilità sarebbe dovuta a determinate affermazioni fatte dal magistrato cassinate. Nel caso in cui la Corte d’Appello dovesse accogliere l’istanza, il procedimento sarebbe assegnato a diverso giudice; in caso di rigetto, lo stesso procedimento tornerebbe di nuovo di fronte al Gup.

Oggi, 9 maggio, erano previste le spontanee dichiarazioni del 58enne Giuseppe Molinaro, per poi procedere alla celebrazione del rito abbreviato e, quindi, alla sentenza.

Il Gup Lo Mastro aveva rigettato la richiesta della difesa di far affrontare a Molinaro il giudizio condizionato alla perizia psichiatrica e all’acquisizione di alcuni documenti. La famiglia Fidaleo si è costituita parte civile, assistita dagli avvocati Costanza De Vivo e Raffaele Panaccione. Parte civile anche la parte offesa Miriam Mignano, difesa dall’avvocato Giuliana De Angelis.

A inizio gennaio, era pervenuto l’avviso di conclusione indagini per Giuseppe Molinaro, che si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo, secondo il sostituto procuratore di Cassino, Chiara D’Orefice, che ha condotto le indagini, deve rispondere di omicidio volontariotentato omicidio e anche del furto del telefono della donna, Miriam Mignano, e dello stalking di cui si sarebbe reso protagonista non accettando la conclusione della sua relazione.

A settembre, la Corte di Cassazione di Roma aveva respinto il ricorso contro la pronuncia del Riesame di Roma presentato dall’ex Carabiniere.

Giuseppe Molinaro, come noto, il 7 marzo 2023, ha fatto fuoco dentro la hall dell’albergo “Nuova Suio Terme” uccidendo il direttore dell’albergo, Giovanni Fidaleo, e ferito gravemente l’ex compagna Miriam Mignano.

Nei mesi scorsi, gli avvocati difensori dell’uomo avevano chiesto la modifica della seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata dal Gip del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli. Il Riesame di Napoli si era dichiarato non competente a decidere a causa del trasferimento degli atti dell’inchiesta da Santa Maria Capua Vetere a Cassino.

Per tale ragione, i legali del Carabiniere 58enne originario di Teano avevano rinnovato la richiesta di beneficiare dell’attenuazione della misura cautelare in considerazione del quadro clinico dell’omicida che si è recentemente sottoposto a un intervento chirurgico e si trova in cura da una psicologa da circa tre anni. Secondo i legali, l’uomo, al momento dell’omicidio, non era capace di intendere e di volere.

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, Molinaro si era recato a bordo della propria autovettura presso l’Hotel Nuova Suio, sito a Castelforte, in località Suio, dove aveva mortalmente attinto con 4 colpi d’arma da fuoco (di cui 3 tra addome e torace e 1 sulla mascella destra), Giovanni Fidaleo, gestore della citata struttura alberghiera, nonché gravemente ferito con 2 colpi d’arma da fuoco (di cui 1 all’addome e 1 all’altezza del seno sinistro) Miriam Mignano, dipendente di un’azienda privata (nda: la Italpol).

Il movente del gesto è da ricondurre alla gelosia nutrita dal militare nei confronti della donna, con la quale Molinaro ha avuto una relazione sentimentale, successivamente terminata. L’uomo, secondo la sua versione fornita nel corso dell’interrogatorio avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, sarebbe arrivato nella struttura alberghiera per un incontro chiarificatore con l’ex compagna e soprattutto riguardo alla nuova presunta relazione con Fidaleo. Al che, dopo essersi visto nel parcheggio dell’hotel, in quel periodo chiuso, Molinaro e Mignano si sarebbero avviati verso la hall dell’hotel dove è arrivato Fidaleo. Qui, le cose diventano poco chiare: è probabile che sia nato un diverbio da cui è scaturita la reazione furente dell’appuntato dei Carabinieri con gli spari, l’uccisione del direttore d’albergo e il ferimento di Miram Mignano.

Ad ogni modo, all’esito degli accertamenti tecnici effettuati sul posto, sono stati sottoposti a sequestro i locali dell’albergo per i successivi rilievi specialistici da parte del RIS di Roma (balistica), la pistola d’ordinanza e l’autovettura (Ford Focus) del militare, 7 bossoli esplosi cal. 9 PB3 frammenti di ogive1 spranga di alluminio, varie tracce di natura ematica1 dvr del sistema di video sorveglianza della struttura ricettiva verosimilmente non funzionante, 3 telefoni cellulari (di cui 1 appartenente a persona informata sui fatti).

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