Chioschi, Palazzo Malvaso e Latina Ambiente. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano, replica a Latina Bene Comune
“È inaccettabile quello che ho ascoltato dalle registrazioni della conferenza stampa di Lbc tenuta questa mattina: esibire fatti del 2017 per riversare sull’amministrazione attuale la responsabilità politica di quegli eventi è un’azione vile oltre che calunniosa”, così comincia la replica della sindaca di Latina Matilde Celentano.
“Quando Coletta, riferendosi al caso dell’edificio di Borgo Piave, dice che la sua impressione è che la politica stia andando nella direzione della restituzione e della ricerca del consenso, finge di dimenticare che il caso di Borgo Piave è identico a quello del palazzo di via Roccagorga, dove risiede un suo familiare: in entrambe le vicende gli uffici comunali, prima e dopo, hanno deciso di non proporre appello contro la decisione del Tar che ha ogni volta motivato sostenendo che non si può invocare la demolizione di un immobile se prima non è stato annullato il titolo edilizio rilasciato dal Comune. È successo con via Roccagorga, e gli uffici dell’amministrazione Coletta non hanno impugnato, ed è successo ora con il palazzo di Borgo Piave. Anche in quel caso, l’annullamento del permesso di costruire doveva e poteva essere assunto dall’amministrazione di Lbc, ma non da quella attuale perché i termini sono scaduti. Piuttosto ci sarebbe da domandarsi perché durante l’amministrazione Coletta si sia deciso di non andare al Consiglio di Stato per via Roccagorga e di andarci invece per la vicenda Corisma di via Ombrone. È per questo che non posso accettare accuse che davvero non riguardano me e nemmeno l’amministrazione che dirigo”.
“Vogliamo parlare delle transazioni e di quello che è costato al nostro Comune il caso Latina Ambiente? Coletta vuol far finta di non sapere che quella società promette di chiudere il fallimento con un attivo di 4 o 5 milioni di euro al netto di tutte le spese per onorare le pretese dei creditori e le parcelle della procedura? E vuole anche fingere di non sapere che le transazioni vengono proposte dagli uffici e autorizzate con parere favorevole dell’avvocatura? Qui siamo ben oltre la demagogia, questa è malafede”.
“La frase pronunciata all’indirizzo dell’attuale vicesindaco da uno degli indagati colpiti da misura restrittiva, è una frase che comunque la si voglia leggere vede l’amministratore nella veste di una persona minacciata, e dunque non può essere usata anche in questo caso per seminare sospetti sull’operato dell’amministrazione. E voglio essere chiara, anzi chiarissima, ho l’abitudine di prestare fede a quello che dico, e come stiamo facendo da quando ci siamo insediati, ci costituiremo parte civile anche nel processo contro le persone accusate di aver turbato la gara dei chioschi. Questa maggioranza – conclude la sindaca – non ha bisogno delle lezioni di moralità e di legalità che Coletta vuole continuare a elargire sempre tenendo un occhio aperto sui comportamenti altrui e uno chiuso sui propri”.