VOTO DI SCAMBIO POLITICO MAFIOSO: GIUDICE INCOMPATIBILE PER LA SECONDA VOLTA

Agostino Riccardo
Agostino Riccardo

Voto di scambio politico-mafioso: nuova battuta d’arresto per il processo che vede alla sbarra Emanuele Forzan e Raffaele Del Prete

Un deja-vu al processo per voto di scambio politico mafioso che si tiene presso il II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesco Coculo, a latere le colleghe Enrica Villani e Clara Trapuzzano. Sì perché, già a marzo 2022, il precedente collegio del Tribunale composto dal Presidente Gian Luca Soana e dai giudici Fabio Velardi e Elena Nadile si era dichiarato incompatibile con questo procedimento penale.

Il motivo stava ne fatto che in tale processo sono compresi, non come imputati, ma come personaggi citati e parti integranti delle prove che si dovrebbero formare in dibattimento, personaggi legati all’altro processo, ossia quello dell’inchiesta madre Alba Pontina, nel quale è stato giudicato il Clan Di Silvio capeggiato da Armando detto “Lallà” e a presiedere quel Collegio era proprio il Giudice Soana.

Ora, nell’udienza odierna, il collegio presieduto dal giudice Coculo ha dovuto dichiarare più o meno la stessa incompatibilità. Ma se la prima incompatibilità era stata dichiarata subito, stavolta si sono già svolte udienze. Il collegio ha rilevato che sussiste una causa di incompatibilità del Presidente Coculo in quanto membro anche del collegio che ha pronunciato la sentenza 2103 del 2021, per la quale le altre componente (i giudici Trapuzzano e Villani) sono stati autorizzati dal presidente del tribunale ad astenersi dalla trattazione del presente procedimento per aver pronunciato quella decisione. Per tali motivi il presidente Coculo ha dichiarato di astenersi dalla trattazione del procedimento, disponendo la restituzione degli atti al Presidente del Tribunale. Il processo è stato rinviato al 9 gennaio quando sarà data lettura di un nuovo provvedimento del Presidente del Tribunale di Latina che, presumibilmente, disporrà ancora un altro collegio. Un processo disgraziato, se si pensa che oltre al cambio di due collegi, c’è stato già il cambio del Presidente – il giudice Francesco Valentini, trasferito alla Corte d’Appello di Napoli – che doveva sostituire il precedente giudice Gian Luca Soana. Disgraziato sì, ma sicuramente molto importante, se si considera che questo tipo di reato non era stato ancora contestato nell’intero Lazio, compreso il Tribunale di Roma. Al momento, ci sono processi, alcuni dei quali andati a sentenza, in Campania (Santa Maria Capua Vetere), Calabria e Sicilia.

Il processo, come noto, vede sul banco degli imputati l’imprenditore dei rifiuti Raffaele Del Prete e l’ex collaboratore della Lega in Regione Lazio, nonché responsabile elettorale per la lista “Noi con Salvini” alle elezioni comunali di Latina nel 2016, Emanuele Forzanassunto di nuovo in Regione dal consigliere regionale Angelo Tripodi

I due imputati, Forzan e Del Prete, oggi presenti in Aula, furono arrestati il 13 luglio 2021 nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla contestazione del voto politico-mafioso riferibile alla campagna elettorale del 2016 a Latina (Comunali). L’imprenditore nel ramo dei rifiuti Raffaele Del Prete è accusato di aver dato soldi ad Agostino Riccardo, ex affiliato al Clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia, in cambio di voti, attacchinaggio e visualizzazione dei manifesti elettorali in favore di Matteo Adinolfi (della lista “Noi con Salvini”), attualmente europarlamentare della Lega e, nel 2016, in corsa per diventare consigliere comunale. Carica che, alla fine, raggiunse con 449 voti. La posizione di Adinolfi, però, è stata archiviata definitivamente a ottobre 2022 per decisione della sezione Gip/Gup del Tribunale di Roma, su richiesta della stessa Procura/DDA di Roma.

Per l’accusa, Del Prete avrebbe dato a Riccardo circa 45mila euro. A costituire, secondo inquirenti e investigatori, il ruolo di collettore anche Emanuele Forzan. L’inchiesta fu portata a compimento da Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e Squadra Mobile di Latina. Oggi, in aula, a rappresentare l’accusa, c’erano i Pubblici Ministeri Lugia Spinelli e Francesco Gualtieri, mente il collegio difensivo è composto dagli avvocati Parente, Scognamiglio, Marino, Frisetti e Papaevangeliu.

L’incompatibilità del Presidente del collegio ha assorbito peraltro un’altra questione emersa oggi: è stato condannato col rito abbreviato o meno il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo in ordine al procedimento che coinvolge Del Prete e Forzan? Una risposta a cui per ora nessuno è riuscito a dare risposta. Se ne riparlerà il prossimo anno.

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