SPEDIZIONE PUNITIVA A ROCCAGORGA: CHIESTO IL RITO ABBREVIATO PER I 3 GIOVANI LEPINI

Spedizione punitiva a Roccagorga, fissata l’udienza preliminare per i tre maggiorenni arrestati nella scorsa primavera

Il sostituto procuratore di Latina Andrea D’Angeli e Carabinieri ne sono convinti: il movente della spedizione punitiva a Roccagorga ai danni di un 18enne di Sezze è quello della droga. Diversi i capi d’imputazione contestati ai quattro giovani arrestati (domiciliari) il 31 maggio scorso, tra cui un minorenne e una ragazza: si va dal tentato omicidio alle lesioni fino all’estorsione e al sequestro di persona.

Secondo gli inquirenti, i quattro giovani, tra cui i maggiorenni Joan Gjoni, Ioan Alexandru Luchian e Daniela Casconi – i primi due, rispettivamente albanese e rumeno – si sono adoperati a brutalizzare il 18enne per farsi pagare un debito pregresso derivante dall’acquisto di sostanza stupefacente.

Il 18enne sarebbe stato costretto a salire in auto, un’Audi A3 di proprietà di Gjoni: prima lo hanno portato in luogo al momento sconosciuto dove è stato colpito con un pugno da Luchian, successivamente è stato condotto al parcheggio del ristorante “Il Querceto”, in via Selvotta, a Roccagorga, dove avrebbero tentato di ammazzarlo.

Leggi anche:
C’È UN DEBITO DI DROGA DIETRO LA SPEDIZIONE PUNITIVA A ROCCAGORGA: ECCO COME È ANDATA

Il 18enne sarebbe stato colpito più volte con il coltello anche in parti vitali e con calci e pugni al corpo, riducendolo in gravissime condizioni. Il bollettino medico parlava chiaro: ferite multiple da arma da taglio localizzate al torace, alla coscia, alle mani, oltreché abrasioni e contusioni anche alla testa.

Il ragazzo, verso cui l’azione sarebbe stata premeditata, si è salvato solo perché è sopraggiunta un’auto che ha costretto i quattro soggetti a scappare.

Poi, nelle prime ore del mattino del 30 maggio, a Roccagorga, il giovane di 18 anni è stato rinvenuto, riverso per terra e sanguinante, con evidenti segni di percosse e ferite da taglio su tutto il corpo. Un’azione così violenta solo perché il giovane era indebitato con la droga: uno scenario agghiacciante.

Per le sue precarie condizioni, il giovane, successivamente è stato trasportato, in codice rosso, da personale del 118, presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Sul posto si è immediatamente recata una pattuglia della locale Stazione Carabinieri e successivamente anche militari dell’Aliquota Operativa del N.O.R. di Terracina. Sono state attivate serrate indagini, partendo da quelle poche e frammentate informazioni ottenute dal malcapitato e, con l’ausilio di altro personale delle Stazioni di San Felice Circeo e Sezze, nel giro di poche ore, gli operanti hanno chiuso il cerchio, raccogliendo chiari e concordanti indizi nei confronti di quattro giovanissimi, tutti residenti in provincia (tra Sezze, Roccagorga e Priverno).

Leggi anche:
MASSACRATO PER IL DEBITO DI DROGA, INTERROGATI I GIOVANI: “A SCAGLIARE LE COLTELLATE LA RAGAZZA”

Nell’interrogatorio di garanzia, a chiarire i contorni della vicenda è stato il giovane rumeno, Ioan Alexandru Luchian, che ha deciso di rispondere alle domande del Gip Mario La Rosa, ammettendo gli addebiti e spiegando che a picchiare violentemente il 18enne è stato lui. Il giovane ha aggiunto che a scagliare i fendenti col coltello è stata la ragazza, Daniela Casconi, la quale, difesa dall’avvocato Fabrizio Cassoni, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Anche Joan Gjoni, il 23enne albanese che guidava l’auto, ha scelto di non rispondere alle domande del Gip, chiarendo, tramite dichiarazioni spontanee, che lui, quella sera, non aveva alcuna intenzione di effettuare la spedizione punitiva e di essersi ritrovato in una vicenda di cui non sapeva niente. Il 23enne si è detto molto dispiaciuto per ciò che è accaduto al 18enne. Sia Gjoni che Luchian sono difesi dall’avvocato Italo Montini. Luchian è difeso anche dall’avvocato Mauro Calvano.

L’anno prossimo, in data 29 gennaio, il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, deciderà sulla richiesta di rito abbreviato depositata dagli avvocati. Il quarto indagato, il minorenne, sarà giudicato dal Tribunale dei minorenni di Roma, competente in considerazione dell’età.

Articolo precedente

GUARDIE AMBIENTALI A LATINA, L’OPPOSIZIONE NON CI STA: “SABOTATI DALLA MAGGIORANZA”

Articolo successivo

ESPROPRIO VIA DELLE BATTERIE, IL NO DI “CIRCEO BENE COMUNE”: “INUTILE PER UNA STRADA GIÀ AD USO PUBBLICO”

Ultime da Giudiziaria