“Il Piano strategico è una dote lasciata alla città, uno strumento frutto di un processo partecipativo che supera i confini della politica. Non ha una connotazione politica dunque perché è frutto di un lavoro di confronto trasversale e non ha una scadenza temporale, è destinato a restare per essere a disposizione delle future amministrazioni ed è il risultato di un lungo lavoro che analizza l’esistente e guarda al futuro secondo le istanze rappresentate da cittadini e associazioni. Programma lo sviluppo di un territorio dopo averne studiato punti di forza e criticità, disagi, legittime aspettative di chi vive e lavora nella città. Non viene calato dall’alto ma è frutto di un processo partecipativo costruito dal basso e partito da una progettazione collettiva. Alla politica spettano poi la sintesi e le scelte definitive”.
È il commento dell’ex sindaco Damiano Coletta, che nei giorni scorsi ha partecipato alla commissione Urbanistica in cui sono stati presentati gli studi elaborati dal Cersites – Centro di Ricerca e Servizi del polo di Latina della Sapienza Università di Roma con l’assessorato al Governo del Territorio e l’importante dell’Ufficio di piano, strumento di particolare rilevanza in questo ambito.
Leggi anche:
PIANO STRATEGICO DE “LA SAPIENZA” PER LATINA, MUZIO: “BENE, MA STIAMO LAVORANDO A UNO EFFETTIVO”
Sul Piano strategico e sugli studi presentati in commissione interviene anche il movimento Lbc per voce di Alessio Ciotti, vice segretario e componente del Tavolo sull’Urbanistica, replicando in modo puntuale all’assessora Muzio che ha preannunciato in una nota che l’amministrazione starebbe già lavorando a un “suo piano”: “Spiace constatare alcuni passaggi nell’intervento dell’assessora Muzio che palesano un’incompetenza sulla materia – spiega Ciotti – L’assessora ha mostrato uno scarso interesse e partecipazione assentandosi spesso durante la presentazione del professor Budoni e forse non ha letto tutta la corposa documentazione frutto del lavoro compiuto dal Ce.R.S.I.Te.S. Dalle affermazioni fatte sembra inoltre non conoscere a fondo lo strumento del Piano strategico e il suo utilizzo. Ironizzando sulla transizione ecologica e sui valori della sostenibilità, l’assessora sembra confondere i piani: la visione della città non si riduce solo alla semplice salvaguardia dell’ambiente – continua il vice segretario – e mostra di mancare di rispetto all’Università e alle centinaia di cittadini che hanno partecipato alla fase di studio. Era importante chiedere a chi aveva gli strumenti idonei di fornire le basi per avviare il dibattito sul futuro del nostro territorio: la passata amministrazione lo ha chiesto all’università, un soggetto altamente qualificato che ora si sta mettendo in discussione con l’intenzione, evidentemente, di ricominciare da capo con un nuovo studio e magari fra qualche anno ripeterne un altro. Quanto poi alla realizzazione del nuovo ospedale a Borgo Piave, del porto e dei parchi agricoli, questi sono argomenti che andranno dibattuti, sono appunto proposte e spunti di riflessione”.
“L’assessora afferma poi che manca un riferimento normativo regionale – aggiunge Alessio Ciotti – ma nell’adozione di un Piano strategico, lo ricordiamo, non c’è bisogno di questa norma. I piani attuativi soggetti a norma sono altri, come i Ppe e il piano regolatore. Le città che hanno adottato il Piano strategico non avevano una norma regionale. Le affermazioni dell’assessora Muzio sembrano andare nella direzione di annullare quanto fatto dalla precedente amministrazione e di non tenere in dovuta considerazione questi importanti studi preparatori già pronti e a disposizione della città. Gli studi fatti dal Cersites – conclude – sono un tesoro inestimabile di conoscenza e prospettive per tutti, per ogni amministrazione che vuole interagire in modo intelligente e fruttuoso per il futuro della città”.