PESTATO A SANGUE E DERUBATO DAVANTI ALLO STADIO “RICCI” DI APRILIA

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Stadio Quinto Ricci di Aprilia

Un episodio di violenza inaudita si è consumato ieri sera davanti allo stadio Quinto Ricci di Aprilia. Un uomo di 36 anni, di nazionalità romena, è stato aggredito da un gruppo di persone, pestato a sangue e in seguito derubato di una catenina che portava al collo e dei pochi contanti che aveva con sé.

L’agguato è avvenuto intorno alle ore 21 di ieri, 14 settembre, quando almeno due auto sono arrivate davanti al bar che si trova nella zona. Dai mezzi sono scesi almeno otto persone, secondo una prima ricostruzione, che una volta individuato il romeno seduto al bar lo hanno immediatamente aggredito, anche con qualche bastone al seguito, nonostante ci fossero altre persone. Il 36enne, in un primo momento, è riuscito a fuggire ma, poco dopo, è stato raggiunto nel piccolo parco che si trova non molta distanza dal bar: qui è stato pestato violentemente con calci, pugni e persino dei vasi trovati a terra dagli aggressori.

La vittima, lasciata quasi esanime a terra, è stata soccorsa in Via Bardi da alcuni passanti che hanno chiamato il 118 (per lui una prognosi di circa un mese) e i Carabinieri del Reparto Territoriale che hanno iniziato ad indagare sull’episodio sulla spedizione punitiva. Probabile che il movente dell’aggressione sia rintracciabile in un debito.

“Questo episodio – commenta il sindaco Lanfranco Principi-  ci conferma ancora una volta quanto sia essenziale sensibilizzare, istituire campagne di prevenzione e agire in termini di protezione su e contro la violenza, in ogni accezione che al termine compete. Abbiamo chiare quali sono le azioni da intraprendere per arginare il fenomeno e aumentare la sicurezza, perché il cittadino ha il diritto di sentirsi protetto dentro casa, così come nelle strade della città che gli appartengono.

Per questo diventa fondamentale l’istituzione del Commissariato di Polizia, a supportare l’ottimo lavoro già svolto dalle forze dell’ordine presenti sul territorio. Resta che sento di voler sollecitare tutti i cittadini nel fare la loro parte, perché la prima forma di tutela e prevenzione nasce proprio dal singolo: chi sa non dovrebbe avere paura di testimoniare, perché il silenzio e l’indifferenza finiscono per alimentare un circolo vizioso piuttosto che stroncare la spirale di violenza”. 

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