La consigliera comunale di Priverno Rosie Fania non le manda a dire e considera gravi le responsabilità dei sindaci di Pontinia e Priverno, Carlo Medici e Anna Maria Bilancia, sul caso dell’impianto di compostaggio Sep sito a Mazzocchio (Pontinia): “Non ci hanno messo la faccia fino in fondo”.
Dopo lo scandalo della scorsa settimana che ha visto 23 indagati, oltre ai sequestri di società e terreni, le reazioni del mondo politico, al presunto traffico illecito di rifiuti tra Pontinia, Aprilia, Roma ecc., non sono mancate.
L’Isde, l’associazione medici per l’ambiente, ha chiesto “verifiche sulla reale situazione dell’inquinamento, sanitaria, ambientale prima di esaminare un qualsiasi progetto per rifiuti ed energetico”, mentre dal Tribunale di Roma è stato nominato il nuovo amministratore giudiziario, Carmen Regina Silvestri, in sostituzione di Mario Cucchiarelli.
Abbiamo chiesto un parere a Rosie Fania, consigliera d’opposizione a Priverno per il movimento civico “Agenda per Priverno”, che, il 4 febbraio 2019, era l’unica rappresentante dei cittadini presente alla conferenza dei servizi, insieme alla consigliera regionale Gaia Pernarella.
Quel giorno, di fronte alla Sep, come documentato da Latina Tu, andò in scena la manifestazione dei cittadini e dei comitati che da anni lottavano contro una situazione al limite caratterizzata da puzze acri e stordenti.
Rosie Fania, cosa pensa di tutto quello che è successo?
I problemi delle emissioni odorigene derivanti da Sep hanno da sempre attanagliato il nostro territorio, specialmente nella stagione più calda o in alcune ore del giorno, in particolare al tramonto quando l’odore si acuiva sempre di più. Al di là dei riscontri oggettivi dal punto di vista medico-sanitario, questi odori hanno cambiato la vita quotidiana degli abitanti di questo territorio. Avere un odore insistente, penetrante, acido, acre prende alla testa, dà problemi visivi, crea un malessere generalizzato che indubbiamente ha avuto dei risvolti dal punto di vista della salute.
Ci sono altre conseguenze dirette di questi odori sul territorio?
Sicuramente c’è un discorso da fare dal punto di vista del decoro del nostro territorio poiché in quella zona, non è da dimenticarlo, insiste un’area a vocazione turistica come il borgo di Fossanova e l’Abbazia che in linea d’aria sono molti vicini rispetto al luogo in cui la Sep opera. Per il Comune di Priverno è un grosso problema. Inoltre tra il comune di Pontinia e Priverno, nella zona in cui insiste l’impianto di compostaggio, vi è la stazione ferroviaria, con i tanti pendolari della stazione Priverno-Fossanova che giornalmente si vedevano investiti da quelle emissioni. Come biglietto da visita certamente non il migliore.
Secondo lei, per quale ragione alla conferenza dei servizi del 4 febbraio, dove si discuteva della situazione derivante dall’impianto degli Ugolini, erano presenti solo due rappresentati dei cittadini (Rosie Fania e Gaia Pernarella)?
In quei contesti l’invito è aperto a tutte le parti che possono dare il proprio apporto nelle decisioni che si prendono in merito al conferimento dell’organico e alla sua lavorazione. Io, come portatrice di interessi diffusi, avevo già partecipato ad alcuni incontri che si erano tenuti con i comitati a Sonnino Scalo. Poi mi sono recata presso quella conferenza dei servizi e riconosco che per me fu la prima volta che mettevo piede nell’impianto. Con molta umiltà e attenzione ho osservato tutto il contesto, ho ascoltato quello che accadeva e debbo dire che anche i comitati lì presenti, che hanno svolto un lavoro egregio, hanno apprezzato molto la mia presenza. Ho dovuto constatare la più totale assenza di altri rappresentati delle Istituzioni del territorio che invece era opportuno fossero presenti, quantomeno ad ascoltare le istanze portate in conferenza dei servizi nella quale, peraltro, erano presenti rappresentanti della Regione Lazio e componenti dirigenziali dell’azienda.
Con grande rammarico ho preso atto che non era presente, in primis, il sindaco di Priverno Anna Maria Bilancia, che rappresenta una città che in linea d’aria è molto vicina all’impianto di Mazzocchio, e poi neanche il sindaco di Pontinia nel cui Comune la Sep ricade.
Si è fatta un’idea riguardo alla loro assenza? Era scarso interesse, pensavano che bene o male le cose si sarebbero aggiustate o cos’altro?
L’assenza dei sindaci Medici e Bilancia è stato un segnale di immobilismo o quantomeno di disinteresse o di non metterci la faccia fino in fondo, la qual cosa è molto grave in ragione dei poteri che un primo cittadino ha dovendo tutelare gli interessi della propria cittadinanza. È stato un atto molto grave l’assenza dei due sindaci, non possono esserci giustificazioni poiché la loro presenza non avrebbe annullato tutto ciò che poi ora è emerso con l’inchiesta della DDA, ma perlomeno avrebbe abbreviato i tempi perché si arrivasse a un risultato. Sicuramente una loro presenza sarebbe stata di beneficio per la comunità. Di fatto, si sono sottratti a un dovere importante, sopratutto per portare in essere le istanze del territorio all’attenzione degli organismi provinciali (ndr: Medici è anche Presidente della Provincia di Latina) e regionali. Gli effetti dell’impianto, al di là dell’inchiesta che è iniziata nel 2014, li percepivano anche loro come tutti i cittadini. Grave mancanza da parte loro.
L’Isde propone una vera e propria istruttoria sui danni causati, anche perché adesso le conseguenze si pagano, si vedono terreni bruciati, pieni di plastica, i cittadini sono oggettivamente spaesati. Lei cosa pensa di quei terreni su cui veniva sversato il compost fumante? E sopratutto è accettabile che il prodotto degli smokin’ fields possa essere stato incanalato nel circuito degli ammendanti e, di conseguenza, delle colture e biomasse?
Adesso sarà l’autorità giudiziaria a dover procedere alle valutazioni e ai sopralluoghi. Senz’altro quei terreni che sono stati oggetto di sversamenti e spandimento di materiale che non era a norma hanno subito dei danni, anche se questo mi duole molto dirlo. Quei terreni appartenevano alla nostra storia, in particolare a quella di Priverno. Solo successivamente alla bonifica della pianura pontina, sono entrati a far parte del territorio del Comune di Pontinia. Dai racconti dei nostri avi, so che lì, la terra, era la nostra ricchezza, l’oro del nostro paese dove crescevano il carciofo di Priverno e le industrie conserviere. È da lì che hanno attinto. Adesso sapere che la colpa è di rappresentanti politici che se ne sono veramente infischiati altamente, hanno girato le spalle rispetto alla nostra memoria storica, mi fa veramente molto male. Non sarà semplice tornare al passato. Quello che è successo è l’ultimo colpo di grazia, una battuta d’arresto a ciò che poteva costituire un’economia a vocazione agricola.
Come si risolve il problema dei rifiuti?
Il problema dei rifiuti riguarda tutti, non solo Priverno e Pontinia. Siamo, purtroppo o per fortuna, una società consumistica che produce rifiuti. Chiudere un impianto come quello della Sep non è una soluzione per risolvere i problemi del territorio. Occorre studiare una formula che possa dare una risposta alla cittadinanza poiché tutti i Comuni hanno bisogno di conferire i rifiuti, purché gli impianti siano a norma e regola grazie alla vigilanza dei cittadini che, in questo caso, non è mancata, ma sopratutto a quella delle Istituzioni.