“Dama bionda” fu l’appellativo che la stampa le affibbiò nel 2012 all’indomani del “caso Belsito” e dei milioni di euro di rimborsi elettorali della Lega dirottati in Tanzania, Cipro e Norvegia. Bellissima e avvenente lo è tuttora, per quanto alcuni manifesti elettorali non le rendano onore, ma da pochi giorni a questa parte Lubiana Restaini non è più una semplice privata cittadina. Eletta consigliera alle scorse amministrative del 26 maggio a Roccagorga con 225 preferenze, la neosindaco Annunziata Piccaro l’ha nominata assessore alle attività produttive e cultura.
TRASVERSALE AI POTERI E AI PARTITI
Nata a Roccagorga quasi 53 anni fa, si narra che durante la prima decade degli anni 2000 per lei persero letteralmente la testa funzionari di vertice della Procura ed esponenti della politica nazionale ai massimi livelli. Pubblicamente legata a partiti di centrodestra, in un lungo processo di scivolamento da Alleanza Nazionale (poi PdL) attraverso la Lega fino a Forza Italia, la dama bionda è stata ed è una figura assolutamente trasversale sia politicamente che nel quadro dei tre poteri costituzionali. Odiata e amata in ugual misura da donne e da uomini. In costante inseguimento dei potenti, nel tempo si è creata una così fitta rete relazionale, mettendo a dura prova le batterie e la memoria della scheda del cellulare, da ritagliarsi un proprio spazio di influenza nel potere.
VINCITRICE DI CONCORSO A CORI
Dalla sua biografia si rinvengono le prime tracce alla fine degli anni ’90 quando Lubiana vince un concorso a Cori per vigili urbani. Siamo sotto la Giunta del diessino Pietro Vitelli, uno dei sindaci più controversi della storia dell’antico centri dei Lepini. In una fase storica di superamento degli steccati ideologici che hanno caratterizzato il secolo Novecento, Vitelli è convinto che la sua apertura al repubblichino sindaco di Littoria Ajmone Finestra (Alleanza Nazionale) gli possa portare qualche beneficio. Gliene porta così tanti che alle manifestazioni pubbliche in cui a Cori i due si presentano assieme piovono bordate di fischi. Quando poi il risultato delle amministrative del ’99 diviene oggetto di ricorso al TAR da parte del candidato sconfitto di centrodestra Tommaso Bianchi a causa di alcune schede contestate, non solo il Giudice dà ragione a quest’ultimo, ma neppure gli elettori diessini si disperano più di tanto per la destituzione di Vitelli.
IL DISTACCAMENTO
Diventato sindaco Tommaso Bianchi (2000-2006), Lubiana intrattiene subito ottime relazioni col primo cittadino, ma il lavoro d’ufficio e su strada da vigile l’annoia e subito chiede e ottiene il distaccamento in Procura. Il Comune di Cori inizia ad anticipare i soldi del suo stipendio, gli enti centrali lo rimborseranno forse un giorno quando sarà possibile.
IL PARLAMENTO, GIANFRANCO CONTE E FORZA ITALIA
Sono gli anni in cui le automobili di alti funzionari di Stato si mettono di vedetta per giorni e notti intere ad aspettarla – parafrasando Max Pezzali- “sperando per un sì“. Intanto Lubiana ha già iniziato a collaborare con l’allora deputato Gianfranco Conte di Forza Italia. A Conte, del cui non lavoro alla Camera ha già scritto su Latina Tu Adriano Pagano in La politica del nulla travestita da niente, Gianfranco Conte riparte da Facebook, non serve però un’assistente per elaborare bozze di interrogazioni. Molto più utile una bella presenza femminile a fianco che gli tenga l’agenda e gli organizzi eventi.
I “FANNULLONI” DI BRUNETTA
La vita di provincia, per quanto sia ormai molto più facile incontrarla a Latina che a Cori, sta ormai stretta a Lubiana. Arriva il distaccamento a Roma, prima presso il Parlamento e poi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel frattempo a Cori, finita l’epopea del centrodestra di Bianchi e terminato l’anno di Commissariamento, ritorna al potere il centrosinistra con Tommaso Conti (maggio 2007). In quel tempo uno zelante capo della polizia locale decide di porre fine ai distaccamenti della Restaini facendo un esposto alla Procura di Latina. Nel 2008 lo stesso sindaco Conti, in un’epoca in cui Renato Brunetta era molto incline alla propaganda e alla retorica contro i “fannulloni”, scrive allo stesso Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione segnalando il caso della vigilessa.
TUTTA LA CLASSE POLITICA IN SUBBUGLIO
Apriti cielo! A quel punto per le sorti della vigilessa subentra una forte apprensione non solo negli animi dei maggiori esponenti della classe politica destrorsa, sempre incline a frequentare le feste modaiole tanto care a Lubiana, ma anche in quelli candidi dei maggiorenti del centrosinistra. A preoccuparsi per lei, non sono solo uomini in giacca e cravatta troppo sensibili al fascino femminile, ma anche donne che non possono in alcun modo essere sospettate di passioni saffiche.
GIAN ANTONIO STELLA SU “SETTE”
Anni dopo (agli inizi del 2014) prima Daniele Vicario su “latinacorriere.it” e successivamente Gian Antonio Stella sull’inserto del Corriere della Sera “Sette” (Renzi metta ordine nei distaccati) avrebbero portato alle cronache i 446 giorni lavorativi svolti dalla Restaini in 15 anni e i 730 giorni di assenza tra malattie, ferie e infortunio da aggiungere agli anni di distaccamento. Del resto non possiamo mica fare una colpa a chi non si trova a proprio agio tra i “paesanotti” dei Lepini o i “provincialotti” pontini. Che ne sa Conti di relazioni istituzionali e public relations?!?
A MILANO DALLA LEGA
Tornando alla crisi dello spread dell’estate 2011 che porta alle dimissioni da capo del governo di Silvio Berlusconi, la nuova formazione di Mario Monti, che si insedia alla fine del novembre 2011, di Lubiana Restaini alla Presidenza del Consiglio non sa che farsene. Non resta alla vigilessa rocchigiana che riparare a Milano dalle parti del Carroccio. La collaborazione con l’ex Ministro alla semplificazione normativa Roberto Calderoli e con Roberto Castelli alla Giustizia, consolidatasi tra il 2008 e il 2011, continua per la dama bionda nelle vesti informali di assistente di partito.
I CONTI DELLA LEGA E DI BELSITO
Nel frattempo l’assistente di Umberto Bossi Rosy Mauro ha creato attorno al senatur una galassia di interlocutori differente da quella dei dirigenti di partito: tra questi il genovese Francesco Belsito. Il già sottosegretario della semplificazione normativa (febbraio 2010-novembre 2011) si trova a sostituire lo storico tesoriere della Lega Maurizio Balocchi, defunto nel febbraio 2010. Tra il 23 e il 30 dicembre 2011 Belsito da vari conti correnti ordinari aperti presso filiali del Banco popolare di Genova, tramite il coordinamento di Banca Aletti, movimenta 7 milioni di euro di finanziamenti elettorali della Lega. Di questi 4,5 vanno a finire in un fondo in Tanzania, 1,2 mln a Cipro e 1 milione in Norvegia, oltre ad altre piccole operazioni.
BONET IL BANCAROTTIERE CON LA PASSIONE PER I CONTI ESTERI
A supportare Belsito è il consulente finanziario e bancarottiere Stefano Bonet. L’operazione viene subito a conoscenza dei pezzi grossi della Lega, che mal vedono il neo-tesoriere e hanno perso ogni fiducia in Bonet. Già l’8 gennaio 2012 su il “Secolo XIX” Giovanni Mari riporta per filo e per segno le operazioni finanziarie descritte ( Le operazioni del Carroccio: così i soldi della Lega emigrano all’estero). A quel punto le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria iniziano ad indagare a tappeto e a sottoporre ad intercettazione tutti i protagonisti della vicenda.
LE RELAZIONI PERICOLOSE
Bonet non accetta l’idea di non essere più nelle grazie dell’ex Ministro degli Interni Roberto Maroni, di Castelli, di Calderoli e dell’astro nascente Matteo Salvini. Decide allora tramite l’amico comune, il deputato del Pdl Filippo Ascierto, di intercedere tramite Lubiana sui pezzi da novanta della Lega. La Restaini ha un rapporto di collaborazione stretta con Castelli e Calderoli, un po’ meno con Maroni. Bonet, consapevole di essere intercettato, cede alla Restaini addirittura due schede internazionali per mantenere i contatti telefonici.
SOLO UN PC SEQUESTRATO
Lubiana chiede a Bonet di fare una relazione dettagliata sui fatti relativi ai conti in Tanzania da inoltrare ai papaveri di Via Bellerio. L’imprenditore veneziano esegue, ma non c’è niente da fare. Maroni e Salvini non ne vogliono più sapere dello spregiudicato finanziere. Il contenuto delle intercettazioni viene reso pubblico su tutti i giornali, monta lo scandalo, i Carabinieri del NOE sequestrano il pc di Lubiana come materiale probatorio, ma la Procura di Milano non ascolta neppure la Restaini come semplice persona informata dei fatti. Belsito e Bonet, assolti recentemente a Genova per associazione a delinquere finalizzata all’intercettazione di commesse di aziende a partecipazione pubblica, sono ancora in attesa del giudizio dalla Cassazione di Milano per appropriazione indebita.
ALLA CORTE DI CLAUDIO FAZZONE
Per quanto la vigilessa rocchigiana conserverà una stretta amicizia con l’ex Guardasigilli o con il firmatario del porcellum l’elezione a segretario prima di Maroni nel luglio 2012 e poi di Salvini nel dicembre 2013, rendono alla Restaini impossibile la residenza nell’area verde. Ritorno a casa alla corte del senatore Claudio Fazzone. L’ex autista del Ministro Nicola Mancino non è sedotto dalle arti magiche della Circe di Roccagorga, ma la ritiene utile alla causa. Molto più diffidente nei suoi confronti appare il Presidente della Provincia Armando Cusani che predilige “gli sgobboni” di più basso profilo pronti a spezzarsi la schiena per la causa comune.
ROTTURA IN CASA PD: NANCY PICCARO
A Fondi anche il sindaco “fazzoniano” Salvatore De Meo, con ambizioni da europarlamentare appena realizzate, ha fiducia in lei. Presto questa collaborazione tornerà utile ad entrambi. Intanto a pochi mesi dalle elezioni di Roccagorga (febbraio 2019), l’assessore alle politiche sociali Annunziata (Nancy) Piccaro ha deciso di rompere con la Giunta di Carla Amici. Rappresentante dell’Ordine degli infermieri della Provincia la Piccaro è donna centrata storicamente nel PD, ma ora è decisa a portare avanti un progetto “civico” che imbarchi i voti sia della destra che dei più moderati centristi. “Tradizione e futuro” è il nome della lista.
LE MANI DI FAZZONE SU ROCCAGORGA!
Alla Restaini, legata a Forza Italia, di stare con la Piccaro non va proprio. Fazzone ha invece compreso come la bionda infermiera, con esperienza amministrativa maggiore e capacità oratorie migliori rispetto ai faticosi comizi della Restaini, sia la persona giusta al momento opportuno per mandare in frantumi l'”Impero amiciano”.
Presto fatto: trionfo di De Meo alle Europee (Brexit permettendo), stravittoria della Piccaro alle amministrative e la Restaini entra in Consiglio come terza per preferenze tra gli eletti. Domenica 15 giugno, presumibilmente come da accordi presi in fase pre-elettorale, Lubiana viene nominata a Piazza VI gennaio Assessore (primo incarico istituzionale nella politica).
ALLA CORTE DI VERSAILLES TRA LA POMPADOUR, LA DU BARRY E LA POLIGNAC
Nel frattempo la lettera di Conti è finita nel cestino della carta, ammesso che Brunetta differenzi i rifiuti, l’esposto dell’allora capo della polizia locale, di rinvio in rinvio delle udienze, si è tradotto in un bel niente. Furba, finta svampita, sacerdotessa custode dei segreti del potere – secondo chi l’ha conosciuta – la Restaini ricorda tanto una di quelle dame del XVIII secolo alla Corte di Versailles. La duchessa di Polignac, amica e confidente di Maria Antonietta, Madame de Pompadour, consigliera politica oltre che favorita di Luigi XV, o la contessa Madame Du Barry, di ben più umili origini rispetto alle altre. Al contrario della Du Barry che il 7 dicembre 1793 venne ghigliottinata, non è prevista alcuna decapitazione per Lubiana.
SETTE VITE COME I GATTI
Anzi, in provincia l’Ancien Régime ha ancora un futuro radioso davanti a sé. Come Lubiana, con sette vite come i gatti. Una l’abbiamo osservata a Cori, un’altra a Latina in Procura, successivamente a Roma, di seguito a Milano e infine la quinta, quella del ritorno nel natio borgo selvaggio di Roccagorga. Ne rimangono almeno altre due! Inserita ora in una Giunta piena di persone alla prima esperienza amministrativa, Lubiana è di fatto espressione di una classe politica pontina vecchissima. In un territorio, quello dei Lepini, in cui di giovane rimane veramente poco.