CASA CANTONIERA A BORGO SABOTINO, TAR CONFERMA “SFRATTO” DELLE ASSOCIAZIONI

Casa cantoniera di Borgo Sabotino
Casa cantoniera di Borgo Sabotino

Casa Cantoniera di B.go Sabotino: il Tribunale amministrativo respinge la richiesta di sospensiva e conferma lo sfratto delle associazioni

Come facilmente prevedibile, il Tar di Latina ha respinto la richiesta di istanza di tutela cautelare presentata dal gruppo di associazioni contro la decisione del Comune di Latina che, tra aprile e giugno, ha deciso di “sfrattare” le medesime associazioni dalla Casa Cantoniera di Borgo Sabotino.

Il Presidente del collegio del Tar, Davide Soricelli – a latere i giudici Roberto Bucchi e Benedetta Bazuro – ha respinto la richiesta di sospendere i due provvedimenti – l’uno del Commissario Carmine Valente datato 13 aprile, l’altro inerente l’ordinanza di sfratto risalente allo scorso 8 giugno -, chiarendo che il ricorso non è fondato: innanzitutto per la incontestabile crisi interna del gruppo dei “cogestori” e “coproduttori” che hanno litigato tra di loro per la primazia della gestione della casa cantoniera (in realtà, un bene pubblico); per di più il Comune di Latina ha documentato di avere tentato senza successo una composizione “amichevole” dei conflitti interni.

Alla fine il Tar ha respinto la richiesta, condannato vieppiù i ricorrenti al pagamento di mille euro come spese di giudizio.

I FATTI IN BREVELo scorso 8 giugno il Comune ha disposto l’ordinanza di sgombero a carico di 15 persone, riconducibili ai gruppi e alle associazioni, che dovranno liberare i locali assegnati per il progetto: “Amministrazione condivisa – patto di collaborazione complesso “officine di città – case di quartiere e di borgo”.

“Dal mese di maggio 2022 – secondo l’ordinanza del servizio Patrimonio che riprende la delibera dell’ex Commissario straordinario del Comune di Latina, Carmine Valente – sono arrivate numerose e continue segnalazioni di problematiche inerenti il disconoscimento di alcuni impegni assunti con la firma del patto di collaborazione da parte di quattro associazioni, le quali procedevano ad operare in modo sempre più autonomo ed escludente verso gli altri co-gestori della casa di quartiere”.

Lo scorso 2 febbraio arrivò la nota con la quale l’Amministrazione comunale, nell’evidenziare la situazione venutasi a creare all’interno del gruppo dei co-gestori della casa di quartiere, diffidava in tempi brevi al ripristino delle condizioni minime di convivenza civile ed al rispetto dei contenuti del Patto di collaborazione sottoscritto il 28 settembre 2021, nonché ad impegnarsi nel rispetto l’uno dell’altro, e dei propri ruoli, alla gestione del bene affidato, preannunciando che in mancanza avrebbe avviato il procedimento di revoca.

La nota è stata riscontrata da associazioni e gruppi “che avevano messo in atto i comportamenti denunciati, adducendo motivazioni irricevibili, e contrarie al patto sottoscritto, che disconoscono l’operato e la legittimità dell’agire dell’Amministrazione comunale, dello stesso tenore degli atteggiamenti già anteriormente stigmatizzati dagli altri firmatari del patto e cittadini”.

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Dopo litigi e qualche occupazione dell’immobile dubbia, il Comune aveva così stabilito diversi atti propedeutici a liberare la casa cantoniera, fino ad arrivare all’ordinanza di sfratto.

Il ricorso bocciato è stato presentato da Giuseppe Mancino, quale rappresentante dell’associazione “FORUM PONTINO per i Diritti e i Beni Comuni”, Sandro D’Onofrio, quale rappresentante dell’Associazione “A SUD”, Libero Ponticelli, quale rappresentante dell’Associazione “AIFO LATINA ODV”, Gaspare Dalla Bona, quale rappresentante dell’Associazione “MICHELE MANCINO”.

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