È notizia di questi giorni che il Comune di Latina è stato condannato a pagare circa due milioni di euro alla Curatela del fallimento Latina Ambiente S.p.a. per crediti commerciali vantati da quest’ultima.
Si tratta in realtà di un evento annunciato e tante altre somme con ogni probabilità il Comune di Latina si vedrà costretto a pagare alla curatela. A tal proposito si rinvia a quanto già scritto su questo sito nell’articolo “ABC, un salto nel buio” pubblicato il 22 settembre scorso.
Il suddetto aspetto di natura finanziaria è rappresentativo di una situazione che accomuna l’amministrazione Zaccheo e l’amministrazione Coletta per le scelte sbagliate e sprovvedute che entrambe hanno operato, in alcuni casi (vedi Zaccheo) anche illegittime.
ZACCHEO E IL PERVERSO RAPPORTO CON LATINA AMBIENTE SPA
C’è una data fondamentale da tenere bene a mente: è il 30 maggio 2006.
È il giorno in cui viene approvata la delibera consiliare n. 44 con la quale il Comune di Latina adotta il regime della tariffa di igiene ambientale (T.I.A.), con riscossione da parte della Latina Ambiente, in sostituzione della tassa per i rifiuti solidi urbani (TARSU), riscossa direttamente dal Comune. Come statuito molti anni dopo dalla Corte di Cassazione, a seguito dei ricorsi individuali di alcuni contribuenti, l’atto era illegittimo perché il passaggio da Tarsu a Tia non poteva essere fatto dopo il 29 aprile del 2006.
Il PD si caratterizzò all’epoca per una opposizione molto morbida, quando invece ci sarebbero stati gli strumenti giuridici per bloccare l’atto. Unica lodevole eccezione il consigliere comunale Giuseppe Pannone.
Il passaggio da TARSU a TIA non fu certo indolore per gli utenti, avendo determinato consistenti incrementi delle tariffe già a partire dall’anno 2006 e successivi ulteriori significativi incrementi anche per gli anni a seguire. Altro aspetto molto delicato fu quello di privarsi della riscossione diretta per affidare la stessa alla società che gestiva il servizio, circostanza che causò una assurda situazione contabile-finanziaria.
Infatti iniziò a determinarsi una rilevante discrasia tra i conti del Comune e quelli della Latina Ambiente Spa, posseduta al 51% proprio dal Comune di Latina, di cui stiamo ora incominciando a pagare le conseguenze.
La differenza riguardava sia i crediti commerciali, sia soprattutto il cosiddetto “credito T.I.A.” relativo alle pendenze varie legate al periodo in cui Latina Ambiente ha gestito la riscossione (anni 2006 – 2009).
In sostanza Zaccheo ha lasciato in eredità alle successive amministrazioni pesanti debiti da gestire nei confronti di Latina Ambiente S.p.a.
L’ERRORE DELL’AMMINISTRAZIONE COLETTA
Il grave errore dell’amministrazione Coletta è stato quello di negare l’esistenza di crediti da riscuotere da parte della Latina Ambiente S.p.A, di farla quindi fallire e di trovarsi ora a gestire la difficilissima situazione, non più come socio di maggioranza della società stessa, ma avendo come interlocutori i curatori fallimentari.
In maniera irresponsabile non è stato minimamente considerato che durante l’amministrazione Di Giorgi (dopo che il servizio di riscossione era stato tolto alla Latina Ambiente Spa) era stato istituito un tavolo tecnico, presieduto dal Segretario generale del Comune con la presenza dei funzionari comunali competenti e dei dirigenti di Latina Ambiente Spa, per arrivare ad una esatta quantificazione del credito inerente alla gestione T.I.A. (quello più consistente).
L’amministrazione ha incomprensibilmente ignorato tutto ciò nonostante l’attività svolta risultasse da verbali e da relazioni con tanto di proposta finale concordata sull’entità del credito nella misura di circa dieci milioni di euro (importo inferiore a quello inizialmente preteso da Latina Ambiente Spa).
L’USATO INSICURO
La vicenda in questione impone alcune riflessioni.
La prima è che a combinare disastri (vedi amministrazione Zaccheo) ci vuole poco, mentre è arduo cercare di mettervi riparo.
La seconda è che amministrare la res publica non è facile, per cui la competenza e una buona dose di pragmatismo sono elementi imprescindibili.
La considerazione forse più importante, volendo ragionare in termini prospettici, è che il centrodestra, che si propone di guidare di nuovo la città, è composto dagli stessi personaggi che hanno già amministrato Latina e, nel caso specifico, hanno concorso a determinare il danno di cui ora incominciamo a pagare le conseguenze.
Insomma nel 2021 (data delle prossime elezioni comunali) il centrodestra ci offrirà una sorta di usato altamente insicuro, da cui è bene tenersi alla larga.