Clan Bidognetti e Schiavone: chiesto il giudizio immediato per trentanove imputati, coinvolte le figlie di “Cicciotto e’ mezzanotte residenti a Formia
Ci sono anche le due figlie di Francesco Bidognetti detto “Cicciotto e’ mezzanotte”, “storico capo clan dei Casalesi, tra le destinatarie della richiesta di rinvio a giudizio immediato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli.
La prima udienza è fissata per il prossimo 8 giugno. A processo con il giudizio immediato andranno Salvatore Gabriele, Sergio Nicola Kader, Nicola Garofalo, Antonio Lanza, Giosuè Fioretto, Giacomo D’Aniello, Angelo Zaccariello, Giovanni Stabile, Antonio Stabile, Giuseppe Spada, Gianluca Bidognetti, Vincenzo D’Angelo, Federico Barrino, Vincenzo Simonelli, Francesco Cerullo, Ernesto Corvino, Giovanni Corvino, Katia Bidognetti, Emiliana Carrino, Carlo d’Angiolella, Teresa Bidognetti, Annalisa Carrano, Francesca Carrino, Agostino Fabozzo, Marco Alfiero, Onorato Falco, Pietro Falco, Giovanni della Corte, Clemente Tesone, Franco Bianco, Salvatore De Falco, Vincenzo di Caterino, Giuseppe Di Tella, Giuseppe Granata, Biagio Francescone, Felice Di Lorenzo, Francesco Sagliano, Francesco Barbato e Luigi Mandato.
Ad essere coinvolte, come detto, Katia e Teresa Bidognetti, 41 e 33 anni, furono raggiunte a Formia dall’ordinanza. In particolare Katia, la maggiore delle figlie, da anni vive a Formia: tra Via Vitruvio e il Parco “Luci sul Mare”. La donna, che ha un nuovo compagno finito agli arresti anche lui, Carlo D’Angiolella, e la sua famiglia, vivono in un immobile sottoposto a confisca dallo Stato. Nell’ordinanza, peraltro, erano stati coinvolti anche le nipoti e una sorella della collaboratrice di giustizia, ex compagna del capoclan di Casal di Principe, Anna Carrino (madre delle sorelle Bidognetti): si tratta di Emiliana e Francesca Carrino di Villaricca.
La presenza del Clan Bidognetti consentiva a una società, l’IFA, di avere il monopolio dei funerali su tutto il territorio dell’agro — aversano. Intorno agli anni 2012 — 2013, – si leggeva nell’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli – era stata creata una nuova agenzia funebre da parte della famiglia Autiero la quale era tutelata dalla famiglia Schiavone e quindi era entrata in concorrenza con l’associazione Bidognetti. In quel periodo Ernesto Corvino, con il cugino omonimo (classe ’80) e un altro socio di nome Pasquale si recavano spesso a Formia per chiedere un intervento di Katia Bidognetti in ordine alla nuova agenzia.
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