Golf Club di Aprilia: concluso il processo che vede alla sbarra tre degli arrestati dai Carabinieri nel novembre 2021. Sono accusati di essere gli autori della rapina alla tenuta degli imprenditori Lanza
Davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, dovevano rispondere di rapina e sequestro di persona tre dei coinvolti nell’operazione denominata “Oasi” che, nel novembre 2021, portò a sei arresti. Si tratta di Romolo Esposito, 70 anni, residente a Vetralla, il nipote Argentino Esposito, 36 anni, residente anche lui a Vetralla, e Redzep Bajrami, 34 anni, originario della Macedonia, residente a Montefiascone.
Il Gup La Rosa ha condannato, col rito abbreviato, tutti e tre gli imputati 5 anni per Romolo Esposito, 4 anni e 5 mesi per il nipote Argentino Esposito; infine, 4 anni e 5 mesi per Renzep Bajrami. Il Pubblico Ministero Daria Monsurrò aveva chiesto per il primo 7 anni, per il secondo 4 anni e 6 mesi, per il terzo 6 anni.
L’operazione “Oasi” fu eseguita, come detto, a novembre 2021,, tra Vetralla (Viterbo), Montefiascone (Viterbo), Bologna, Acilia (Roma) e Fiumicino dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia.
Gravi i reati contestati dagli inquireni: rapina in abitazione in concorso, sequestro di persona aggravato e danneggiamento seguito da incendio, consumato nei confronti dei proprietari del Golf Club di Aprilia nell’estate del 2020: la famiglia Lanza, ossia i coniugi Paolo Lanza e Marina Tugnoli.
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L’indagine aveva consentito – come si leggeva in una nota dei Carabinieri – la disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nella consumazione di “rapine in villa”, la cui efferatezza aveva terrorizzato, in particolar modo, i proprietari del club.
A luglio 2020, il proprietario della villa ad Aprilia (in località Campo di Carne, via della Cogna), Paolo Lanza aveva denunciato ai Carabinieri del locale Reparto territoriale che, alle 22.30 dell’11 luglio 2020, cinque persone travisate ed armate di coltelli si erano introdotte all’interno della sua abitazione e, dopo averlo legato assieme alla consorte Marina e al domestico, si erano impossessate di una pistola cal. 9×21, di una carabina cal.12, di due autovetture di sua proprietà (una Mercedes Clk e una Fiat Doblò) e delle chiavi dell’abitazione romana ubicata ai Parioli, dove i rapinatori si erano successivamente recati, lasciando uno dei cinque malviventi ad Aprilia per fare il palo e asportando dalla casa 7.000 euro in contanti.
A marzo 2021, un fatto inquietante. Durante una perquisizione dei militari dell’Arma presso l’Oasi Golf Club, nel corso della quale furono trovati armi e droga, il domestico 33enne, rapito anche lui insieme ai Lanza nel luglio 2020, si uccise sparandosi un colpo di pistola in testa. Non era mai stato accertato il nesso tra rapina e suicidio del domestico originario dello Sri Lanka. La notte della rapina, come raccontò Marina Lanza, l’uomo fu picchiato barbaramente dai rapinatori. Successivamente, dagli arresti eseguiti dai militari di Aprilia, si è evinto che uno degli accusati (ma non compresi nel giudizio col rito abbreviato) – Dinusha Kasun Mihindukulasuriya, 34 anni – è della stessa nazionalità del domestico e che fungeva da basista per la banda. Secondo le ipotesi investigative, l’uomo si è suicidato una volta che si era visto incastrato dalle indagini serrate dei Carabinieri i quali, per di più, trovarono nella sua disponibilità droga e armi.
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