Omicidio a Suio Terme, il Riesame si è pronunciato sul Carabiniere Giuseppe Molinaro, arrestato dopo aver sparato a Giuseppe Fidaleo e Miriam Mignano
Il Tribunale del Riesame di Napoli ha dichiarato la sua incompetenza territoriale rispetto al ricorso presentata dal Carabiniere Giuseppe Molinaro, tramite i suoi legali, che chiedeva la sostituzione della misura cautelare in carcere disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Gli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Napoli avevano depositato l’istanza al Tribunale del Riesame di Napoli per ricorrere contro la misura cautelare in carcere inflitta al Carabiniere di Teano, in servizio a Carinola e un tempo a Castelforte, Giuseppe Molinaro. La misura in carcere era stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. A pendere, ad oggi, vi è anche la misura cautelare fotocopia stabilita dal Gip del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli, su richiesta del sostituto procuratore Chiara D’Orefice, una volta che l’indagine è passata, per competenza territoriale, alla magistratura ciociara.
E proprio questo ultimo passaggio di competenze ha determinato la decisione del Riesame partenopeo di dichiararsi non idoneo a prendere una decisione se lasciare nel carcere militare o meno Molinaro.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Molinaro ha ammesso le sue responsabilità come peraltro già evidenziato nel primo interrogatorio reso ai Carabinieri nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e nella lettera diffusa dai suoi avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli. Avrebbe quindi ucciso per gelosia Molinaro. Prima avrebbe dovuto vedere la ex compagna Miriam Mignano nell’albergo di Suio Terme per un chiarimento; è lì, però, che è arrivato Giovanni Fidaleo, il direttore d’albergo a Suio Terme, e ne sarebbe nato un diverbio che ha fatto sì che il Carabiniere facesse fuoco: ucciso Fidaleo, ferita gravemente Mignano. Quest’ultima, la 31enne che aveva avuto una relazione con il Carabiniere e un altro legame con Fidaleo, si è ripresa dopo un delicato intervento chirurgico e la scorsa settimana è stata interrogata dai militari dell’Arma della Compagnia di Formia che stanno svolgendo le indagini.
Gli atti dell’interrogatorio sono stati secretati dalla Procura di Cassino, benché “Il Messaggero” ha pubblicato la notizia con alcune indiscrezioni, secondo le quali la donna avrebbe sostenuto che Molinaro non avesse voluto uccidere e che avrebbe fatto fuoco per reazione, ossia quando Fidaleo ha preso in mano una spranga di ferro, sequestrata, a delitto avvenuto, dai Carabinieri.
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Negli scorsi giorni, Molinaro ha chiesto all’autorità giudiziaria il permesso di sottoporsi a un delicato intervento chirurgico per una patologia che aveva fatto sì che l’uomo fosse in malattia sin dal 22 febbraio. L’intervento è stato eseguito con successo.
Tornando al giorno fatale del 7 marzo scorso, Molinaro, sempre nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, ha spiegato di avere fissato un appuntamento con Miriam Mignano. Un appuntamento avvenuto all’hotel di Suio Terme, chiuso perché fuori stagione, dove Fidaleo era direttore. E prima dell’orario stabilito per l’incontro con la ragazza nel parcheggio dell’hotel, sarebbe arrivato Fidaleo. Al che Molinaro ha estratto la pistola e ha sparato per poi andare via sulla sua Ford Focus raggiungendo Teano dove si è fermato dalla sua psicologa alla quale ha confessato l’accaduto.
Il quadro che si delineando è quello di un omicidio non premeditato ma scaturito in seguito ad una lite. Tuttavia, Molinario, nella giornata di giovedì, dovrà sottoporsi a un nuovo interrogatorio di garanzia, per via dell’ordinanza cautelare emessa dal Gip di Cassino, dopo il passaggio di competenza. È probabile che solo dopo questo step, i legali di Molinaro presenteranno presso il Riesame di Roma una nuova istanza di scarcerazione o comunque per la misura meno restrittiva degli arresti domiciliari.
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