Operazione antidroga “Traqueteros” della Guardia di Finanza di Formia nel sud pontino: arriva un’altra richiesta di condanna. Furono 14 le misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. A capo del sodalizio uno dei fratelli Scotto, già coinvolti nell’operazione Touch&Go
A giugno, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma Clementina Forleo aveva deciso il destino processuale per 13 dei coinvolti nell’operazione “Traqueteros” eseguita a settembre 2021 e ha rinviato tutti a giudizio che è iniziato presso il Tribunale di Cassino tranne per tre di loro che, scegliendo il rito alternativo, erano comparsi lo scorso 30 settembre, a Roma: si tratta di Domenico Scotto, Walter Palumbo e Vincenzo Stanganella. In realtà, per un problema di salute, non era presente Domenico Scotto, considerato dagli inquirenti il capo del sodalizio.
Davanti Giudice per l’udienza preliminare Forleo, il Pm della Direzione Distrettuale Antimafia Corrado Fasanelli, a settembre scorso, ha formulato le richieste di condanna per Stanganella e Palumbo: rispettivamente 7 anni e 4 mesi e 14 anni e 2 mesi. Caduta l’accusa con il metodo mafioso.
Oggi, 10 marzo, lo stesso Pm Fasanelli ha formulato la sua richiesta di condanna per Domenico Scotto: 16 anni e 8 mesi la pena richiesta. Il Gup, a settembre, aveva disposto la scarcerazione di tutti e tre: salvo se siano ristretti per altra causa, sono richiamati all’obbligo di firma. Una possibilità che ad esempio per Scotto è negata, essendo già condannato nell’altro processo antimafia e antidroga scaturito dall’operazione “Touch&Go”.
I tre uomini, insieme agli altri imputati processati col rito ordinario, sono chiamati a rispondere di un sodalizio dedito al traffico di sostanze stupefacenti, con 43 capi d’imputazione per episodi afferenti allo smercio di droga: si tratta, per l’appunto, Domenico Scotto (37 anni), Walter Palumbo (37 anni), Vincenzo Stanganella (34 anni), tutti e tre originari di Napoli; Carmine Brancaccio (41 anni) di Scauri (considerato anche esattore dei crediti maturati dal sodalizio), Italo Laracca (37 anni) di Marina di Minturno, Giuseppe Stefanelli (48 anni) di Minturno, Ivan Di Lorenzo (50 anni) di Formia, Francesco Leone (23 anni) di Formia, Giuseppe Strabello (26 anni) di Minturno, Roberto Durazzo (41 anni) di Minturno e Roberta Di Calisto (58 anni) di Minturno. Infine a processo anche Antonio De Meo (43 anni) di Minturno e Adriano Russo (42 anni) di Vairano Patenora (Caserta).
A settembre 2021, a Minturno, Vairano Patenora (Caserta), Mantova, Teramo, Isernia, Roma e Napoli i militari della Compagnia di Formia diedero esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale Ordinario di Roma, Massimo Maresca, su richiesta del sostituto procuratore della DDA Corrado Fasanelli, nei confronti di 14 persone ritenute facenti parte di una articolata e insidiosa organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, radicata tra la Campania ed il Lazio.
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Il gruppo criminale indagato, avente base operativa/logistica nella frazione di Gianola e S. Janni di Formia e nella frazione di Scauri di Minturno, è stato ritenuto nell’ordinanza cautelare responsabile di numerose attività illecite finalizzate al conseguimento del controllo diretto ed indiretto, nell’area d’influenza, del traffico di cocaina, hashish e crack proveniente dalla confinante Regione Campania. In tale cornice, le Fiamme Gialle pontine nel corso dell’indagine durata più di un anno hanno accertato che i vertici del sodalizio sono stati i mandanti di azioni di violenza per affermarsi sul territorio, eliminando la concorrenza, e per ottenere il recupero dei crediti vantati nei confronti dei vari pusher.
Il capo del sodalizio, secondo gli inquirenti, è Domenico Scotto, fratello di Raffaele Scotto, trapiantati a Scauri e provenienti da Secondigliano (con importanti legami prima con il Clan Licciardi e poi con il Clan Sacco-Mallo-Bocchetti), ed entrambi coinvolti, nel luglio 2020, nell’operazione anti-droga denominata “Touch&Go”, sempre coordinata dalla DDA, ed eseguita dai Carabinieri di Formia. L’indagine, chiamata “Traqueteros” (letteralmente significa, persone che trafficano con la droga), si è svolta, invece, tra il 2019 e il 2020 ad opera dei Finanzieri di Formia.
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Tuttavia, nell’operazione “Traqueteros”, i Finanzieri hanno messo in evidenza un’organizzazione autonoma, che si muoveva sempre tra Formia e Minturno (anche nell’operazione “Touch&Go il territorio era il medesimo con sconfinamenti a Gaeta e persino a Ponza). Un sodalizio nato da una scissione tra fratelli in seguito a dissidi legati al controllo del territorio, tanto che Domenico Scotto si era completamente distaccato da Raffaele.
La “nuova” organizzazione era strutturata su tre livelli: il dominus Scotto al vertice, alcune figure luogotenenziali (come, ad esempio, Palumbo e Stanganella) e i pusher della zona (Brancaccio, Leone, De Meo, Russo, Strabello e Durazzo) compresi i cosiddetti staffettisti (Clemente, Di Calisto, Stefanelli) che trasportavano la droga (cocaina, crack e hashish) da Secondigliano/Scampia verso le lande del sud pontino: in particolare le piazze di Formia e Minturno. I “traghettamenti” avvenivano due o tre volte a settimana. Alcune delle sostanze stupefacenti trasportate venivano stoccate in case, esercizi commerciali, negozi, ristoranti messi a disposizione da appartenenti del sodalizio.
Il gruppo malavitoso indagato è stato in grado di condurre, in brevissimo tempo e con notevole abilità delinquenziale, l’acquisto e la successiva rivendita sul mercato locale di ingenti quantitativi di droga. L’attività ha permesso di sequestrare 877 grammi di cocaina, 4,2 chili di hashish e 145 grammi di crack e una pistola calibro 7,65. Precedentemente a questa operazione 13 persone sono state arrestate in flagranza di reato.
Tra i coinvolti nell’operazione della Finanza c’è anche il fratello del Sindaco di Minturno e Presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli, Giuseppe Stefanelli posto agli arresti domiciliari, già interessato il 31 ottobre del 2019 in una vicenda di droga. Stefanelli è inquadrato dagli inquirenti come corriere e pusher nell’ambito dell’organizzazione.