Illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa: ascoltato il primo testimone per un nuovo procedimento penale a carico dell’imprenditore Umberto Pagliaroli
Si è svolta la prima vera udienza per il processo dinanzi al Tribunale di Latina, nel collegio presieduto dal Giudice Gian Luca Soana, che vede alla sbarra per un reato aggravato dal 416 bis Umberto Pagliaroli, l’imprenditore già coinvolto nel processo scaturito dall’indagine (denominata “Scheggia”) della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condannato in primo grado con l’ex moglie e ex consigliera regionale del Pdl, Gina Cetrone, oltreché con il boss del clan Di Silvio, Armando detto “Lallà”, e il figlio Gianluca Di Silvio.
In questo procedimento, l’imprenditore di Terracina, il 52enne Pagliaroli, difeso dagli avvocati Oropallo e Gallinelli, deve rispondere del reato di illecita concorrenza con minaccia e violenza con l’aggravante del 416 bis. Il processo scaturisce dall’indagine “Scheggia” della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma – in aula l’accusa era rappresentata dal Pm Luigia Spinelli – nata dalle dichiarazioni rese a verbale dai collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, un tempo affiliati ai clan Travali e Di Silvio. Il secondo testimone dell’accusa, infatti, per la prossima udienza fissata a giugno 2023, sarà proprio il figlio di Costantino “Cha Cha” Di Silvio, ora collaboratore di giustizia, Renato Pugliese.
Oggi, in una breve udienza, il Pm Spinelli ha ascoltato come testimone uno degli agenti della Squadra Mobile di Latina che ha condotto le indagini. Si tratta, peraltro, dell’agente di Polizia, ora in servizio a Milano, che fu coinvolto in una storia imbarazzante con il collaboratore di giustizia Riccardo e l’ex moglie.
Il poliziotto ha spiegato brevemente la genesi dell’inchiesta per l’estorsione ai danni di un ex dipendente delle società di Umberto Pagliaroli – Vetritalia e Vetritalia Special Glass di cui era amministratore Gina Cetrone. L’ex dipendente, dopo aver terminato i suoi rapporti di lavoro con Pagliaroli, aprì una sua attività, esercitandola con un magazzino sulla Pontina e occupandosi sempre di prodotti afferenti al vetro. Secondo i collaboratori di giustizia, l’uomo sarebbe stato estorto da loro stessi – Pugliese e Riccardo – su mandato di Pagliaroli proprio perché avrebbe dato fastidio come concorrente.
Il prossimo 14 giugno verrà ascoltato come testimone Renato Pugliese.