Comincia male l’iter per la realizzazione della cosiddetta metro bis di Latina: la gara per la progettazione non è stata aggiudicata
Si tratta, come noto, dell’affidamento del progetto di fattibilità tecnico economica del sistema di trasporto di massa per il collegamento tra Latina Scalo e Latina con un impegno economico di 526mila euro. Impegnati dal Ministero 718mila euro.
Un collegamento importantissimo poiché nel caso in cui fosse realizzato non andrebbero persi i finanziamenti del Cipe da 82 milioni di euro derivanti dal primo progetto dell’amministrazione Zaccheo. Quella famosa metro leggera considerato un vero “bluff” e per cui è intervenuta anche un’indagine della magistratura e il relativo processo conclusosi con la prescrizione.
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Era stata la determina 1330 del Servizio Trasporti del Comune di Latina, datata agosto 2022, a stabilire di affidare il progetto, tramite procedura pubblica, per la realizzazione di un sistema di trasporto rapido di massa da esercire nella tratta compresa tra la stazione ferroviaria, sita in località Latina Scalo e l’autostazione, con prolungamento del servizio ai quartieri Nascosa e Nuova Latina ex Q4 e Q5.
L’affidamento del Comune di Latina è dunque finalizzato alla redazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica del sistema di trasporto di massa. Come noto, infatti, il Comune di Latina, nel riconvertire in maniera minimalista il progetto “bluff” della metro-leggera, dispone del contributo del Ministero dei Trasporti.
Dopo l’affidamento allo studio legale romano “Piselli&Partners” per gli eventuali contenziosi, il Comune di Latina era pronto a proseguire l’iter che prevedeva come primo passo l’affidamento della redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Tutto bene se non fosse che la gara è andata deserta. L’appalto, infatti, non è stato aggiudicato poiché, da informazione ufficiale, non sono pervenute o sono state tutte respinte le offerte o domande di partecipazione.
Una gara mancata sanguinosa in quanto, come detto, è propedeutica all’obbiettivo finale rappresentato dal maxi finanziamento da 82 milioni di euro. E, peraltro, non mancherebbero le responsabilità del Comune che ha messo sul piatto regole di ingaggio considerate dagli operatori veramente troppo stringenti.
Basti pensare che, dal momento, dell’indizione della gara d’appalto, gli operatori avevano appena 15 giorni di tempo per presentare il progetto e solo 5 giorni per procedere al sopralluogo dichiarando, vieppiù, con quale raggruppamento di imprese si partecipava. Un tempo risicatissimo che, da più parti, è definito irrituale.
Ad ogni modo, il risultato è stato una gara d’appalto non affidata e altro tempo perduto, in attesa che la procedura aperta riparta con un nuovo disciplinare. Dal Comune fanno sapere che i 15 giorni sono previsti dalla norma che deriva dal decreto Semplificazioni, così come i 5 giorni concessi al sopralluogo e a dichiarare il raggruppamento.