Mafia e faida albanese: condannati i due “capi” e gli altri sodali che si facevano la guerra per lo smercio della droga tra Roma fino alla provincia di Latina
Elvis Demce è stato condannato a 18 anni di reclusione con rito abbreviato, mentre Ermal Arapaj a 16 anni. La sentenza è arrivata ieri mattina: altri 12 imputati sono stati condannati a pene che vanno dagli oltre 4 anni ai 10 anni di reclusione, due le assoluzioni.
Una pronuncia, quella del Tribunale di Roma, che ha più o meno accolto le richieste dei Pm Palazzi e Cascini autori dell’inchiesta che, a gennaio scorso, ha fatto scattare diversi arresti. Indagini che hanno colpito sostanzialmente due bande rivali di albanese, una delle quali, quella di Arapaj detto “Ufo”, imperversava anche nel territorio pontino (anche se il processo romano non contestava ovviamente episodi in provincia di Latina) ed è stata interessata peraltro dall’indagine di DDA romana e dei Carabinieri di Aprilia e Cori denominata “Alba Bianca”.
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Secondo le indagini, i due gruppi di albanesi erano dotati di una solida struttura organizzativa e con la disponibilità di armi e pronti a far fuoco in caso di necessità. Entrambi i gruppi erano stabilmente impegnati nello smercio di consistenti quantitativi di cocaina e hashish destinati alle più fiorenti piazze di spaccio della Capitale e di Velletri.
Il gruppo “romano” di Demce, che aveva rapporti con Fabrizio Piscitelli detto “Diabolik”, si faceva la guerra con quello “velletrano” e dei Castelli di Ermal Arapaj detto “Ufo”, il cui nome, come detto, non è nuovo nella lande pontine. Gestore di un “Compro Oro” è uno degli otto albanesi finiti in carcere con l’operazione della DDA di Roma denominata “Alba Bianca”, eseguita a febbraio 2021. Un’inchiesta imponente con 104 capi d’imputazione partita a febbraio 2019 con l’arresto di un pusher del gruppo.
Ermal Arapaj era fornitore di droga del gruppo che aveva come centro di comando Cori. Lo stesso Arapaj, nell’occasione degli arresti di febbraio 2021 eseguiti dai Carabinieri pontini, si rese protagonista di un rocambolesco tentativo di barricasi in casa, in provincia di Fermo, nella Marche, dove nel frattempo era rifugiato da Velletri, sua città di residenza (leggi approfondimento di seguito).
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