INCHIESTA SUL PORTO DI GAETA, VILLA: “L’EX CONSIGLIERE CHE MINIMIZZAVA SUL PONTE PETROLI ENI”

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Porto di Gaeta

Indagine sulla corruzione al Porto commerciale di Gaeta, l’ex sindaco di Formia Paola Villa: “L’ex consigliere comunale di Gaeta gridava all’allarmismo quando ci opponemmo allo spostamento del pontile Petroli Eni di fronte alla spiaggia di Vindicio”

“Tra quelli che componevano la “luccicante” amministrazione dell’ex Sindaco Mitrano, lo stesso che affermava “non è importate sapere da dove arrivano i soldi sul porto, l’importante è che arrivano”, c’era anche Pietro Salipante, “estromesso” alle ultime amministrative nonostante le 182 preferenze e terzo nella lista “Gaeta Democratica” che ha “portato sù” l’ex presidente del Consiglio comunale, Pina Rosato”.

Esordisce l’attuale consigliere comunale di Formia, Paola Villa, ex sindaco di Formia, nel commentare l’inchiesta della sezione antimafia della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un’ipotesi di corruzione nelle concessioni al porto commerciale di Gaeta. Ad essere indagati, e in seguito trasferiti da Gaeta, due dipendenti dell’autorità portuale: il dirigente Lucio Pavone, responsabile della sede di Gaeta dell’Autorità, e Guido Guinderi, funzionario dell’ufficio lavoro portuale ed autorizzazioni.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Gerardina Cozzolino, il rilascio di un’autorizzazione demaniale alla società di Raffaele Trapanese, impegnata a svolgere corsi di formazione e di sicurezza sui luoghi di lavoro a favore degli aspiranti marittimi.

L’imprenditore della Star Center Italia, peraltro, figura anche in una inchiesta, poi divenuto processo, datata 2020, in quanto, insieme ad altre 22 persone (compresi dipendenti del Ministero delle Infrastrutture), è stato accusato di falso per aver alterato delle procedure per il rilascio tese a garantire alle autorità competenti il possesso dei requisiti professionali per l’esercizio delle funzioni lavorative nel campo marittimo; in particolare nelle procedure di sicurezza delle navigazioni e della salvaguardia della vita umana. Un procedimento firmato sempre dal medesimo giudice Cozzolino e che vede tra gli indagati anche l’ex consigliere comunale Salipante al quale, nell’ambito di una perquisizione disposta dal succitato magistrato, sono stati trovati dei reperti archeologici custoditi a casa illecitamente.

“Salipante – continua Villa – in quella amministrazione “luccicosa” era stato eletto in quota Forza Italia, addirittura rappresentante ANCI tra il 2019 e il 2022, ma qualche giorno fa, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli gli ha citofonato per chiedergli della “strana” concessione di una delle banchine del porto data alla società Star Center Italia di Castelvolturno. Esattamente quella di cui l’operatore portuale, già coinvolto in un’indagine per associazione a delinquere nel dicembre 2020, è “docente-collaboratore”. E mentre gli chiedevano di questi rapporti, gli investigatori si sono accorti che casa Salipante era arredata di alcune anfore, reperti archeologici di elevato valore storico, patrimoniale ed economico, probabilmente arrivati “a sua insaputa” e da qui anche la denuncia per detenzione illecita di reperti archeologici”.

“A questo brillante ex Consigliere – prosegue l’esponente politica di “Un’Altra Città” e Movimento Cinque Stelle – non posso che augurare di chiarire la sua posizione, ma non posso dimenticare quando nel 2018 cercò di minimizzare l’idea venuta chissá a chi di spostare il pontile Petroli Eni di fronte la spiaggia di Vindicio e di come l’amministrazione di Formia convocò un Consiglio comunale straordinario per dire chiaramente all’allora Sindaco di Gaeta, Cosimo Mitrano, al Presidente dell’Autoritá Portuale e al presidente del Consorzio Industriale, Salvatore Forte, che il pontile delle petroliere doveva stare lontano da Vindicio e da Formia e che l’Eni doveva delocalizzare il pontile fuori dal quartiere “La Peschiera” di Gaeta, dove è stato per oltre cinquant’anni. E dove tuttora, nell’indifferenza della nuova amministrazione gaetana, sta! Parlava di politica comprensoriale questo ex Consigliere”.

“E accusava l’amministrazione formiana, facendo dichiarazioni alla stampa, di “allarmismo e demagogia”, evidentemente poco preoccupato dalle merci pulverulente e nocive che dal porto avvelenano Vindicio e i suoi concittadini a Gaeta San Carlo. O delle centinaia di tir al giorno che sovraccaricano il traffico di Formia, la città che più di tutte nel Golfo paga una servitù di passaggio, in beffa a una comprensorialitá di parole e facciata: come al solito, quando si parla del porto delle nebbie di Gaeta. Da decenni meta di indagini delle Procure d’Italia che quasi sempre finiscono in vicoli ciechi e molte volte in un nulla di fatto. “La nebbia c’è ma non si vede”, – conclude la consigliera comunale di opposizione – ma questa volta confidiamo che la DDA faccia chiarezza e la dipani cercando di farci capire se le concessioni delle banchine del porto hanno avuto un iter regolare e trasparente e cercando di riporre anche le anfore antiche, bene comune e bene di tutti, al loro giusto e doveroso posto “comune e visibile a tutti”.

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