Il nome e gli interessi del “Signore del Vento”, Vito Nicastri, li avevamo rispolverati a meno di un giorno dalla bufera che si è abbattuta sul Governo Lega-M5S riguardo alla presunta mazzetta da 30mila euro che avrebbe intascato il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti Armando Siri – ora indagato per corruzione – per agevolare una politica energetica ricca di finanziamenti per le società dell’ex deputato di Forza Italia Paolo Arata, a sua volta ritenuto vicino a Nicastri e quindi alla rete di sostegni per la lunga e solida latitanza del super-ricercato mafioso Matteo Messina Denaro. Nicastri lo avevamo rispolverato a un anno dal suo arresto – in manette perchè ritenuto tra i principali finanziatori della latitanza della primula rossa trapanese – per ricordare al presidente del Consind Salvatore Forte e al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, la lunga storia oscura che accompagna il porto commerciale di Gaeta, visto che secondo i due politici del Golfo, con inconfutabile certezza “il porto di Gaeta non è il porto della camorra” perchè queste affermazioni spaventano gli investitori.
Perciò, non solo il nostro articolo, dopo poche ore pure il destino ha voluto ricordargli come Nicastri, Gaeta, la conosce benissimo, visto che proprio il porto pontino è stato, per il suo business miliardario, uno snodo logistico fondamentale per movimentare pale eoliche in tutto il centro sud Italia. Ma questo ormai lo sanno pure i sassi. Man mano che passano i giorni però emergono pure altri dettagli riguardo la vicenda Siri-Arata-Nicastri, che passano sempre dal Basso Lazio. Infatti il sottosegretario Siri ha patteggiato nel 2014 una condanna per bancarotta fraudolenta a un anno e 8 mesi per il fallimento della MediaItalia, società che ha lasciato debiti per oltre 1 milione di euro nei confronti dei fornitori, tra i quali lo Stato, al quale Siri e i suoi soci omettono pure di pagare 162 mila euro tra tasse e contributi previdenziali. Per portare a compimento queste operazioni, secondo l’accusa, i protagonisti di questa oscura vicenda avrebbero spostato nel Delaware, un paradiso fiscale statunitense, la sede legale della Mafea Communication, l’azienda a cui erano stati trasferiti gli asset della MediaItalia. Al civico 113 del Comune di Newark, oltre alla Mafea, c’erano pure la Top Fly Edizioni e la Metropolitan Coffee and Food, che oltre al civico, in comune con la Mafea hanno pure lo stesso Siri, il quale è stato socio di maggioranza e amministratore unico. E proprio la Top Fly edizioni, Siri, la fonda con Luigi Patimo che oggi è nientemeno che il responsabile infrastrutture del mercato italiano per il gruppo Acciona Agua, una multinazionale composta da oltre 100 società che si occupa di ingegneria civile, costruzioni e infrastrutture nei settori immobiliare, delle energie alternative, della logistica e dei trasporti.
E cosa c’entra il Golfo di Gaeta con questa storia? In Italia la Acciona si occupa principalmente di portare l’acqua nelle case di 2,5 milioni di famiglie. Ed è stata proprio la Acciona a fornire e installare i dissalatori che Acqualatina ha pagato per potabilizzare l’acqua di mare sull’isola di Ventotene e quelli che saranno installati sull’isola di Ponza per un importo di 15 milioni di euro. In particolare nel primo caso, i dissalatori di Ventotene sono stati al centro di durissime polemiche della comunità isolana e del sindaco Gerardo Santomauro circa il taglio di un servizio del Tg1 proprio sul sistema di dissalazione isolano, propinato sulla prima rete nazionale manco fosse uno spot di Acqualatina, mostrando quanto sono stati bravi a fare i lavori, eppure dai rubinetti esce acqua salmastra. Ma delle capacità del sistema di dissalazione, Acqualatina, con Ennio Cima e Andrea Saivano, era già stata invitata a parlare nell’ambito del dibattito intitolato “Dissalazione come possibile strumento per fronteggiare la scarsità idrica”, andato in scena il 7 novembre scorso a Rimini all’interno del Convegno “Scarsità d’acqua in Italia e nei paesi del Mediterraneo: sfide e strategia degli operatori idrici” organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, Utilitalia, Università di Brescia, Ministero Ambiente, Associazione Idrotecnica Italiana. Un appuntamento per promuovere il business della dissalazione al quale non poteva ovviamente mancare nemmeno Luigi Patimo, chiamato a parlare di Dissalazione per usi industriali di media-grande dimensione: approcci innovativi. Un binomio indivisibile.
Nel frattempo, Patimo, il responsabile italiano di Acciona, proprio alla fine del 2017 finisce per essere coinvolto in una indagine dell’antimafia di Reggio Calabria – Gotha – insieme a Marcello Cammera, il quale ricopre il ruolo di dirigente dei lavori pubblici proprio nel capoluogo calabrese. Cammera, imputato con altri 33 per concorso esterno alla ’Ndrangheta nel processo Gotha, è stato poi scagionato nel settembre dello scorso anno. Il processo ha ricostruito i soliti e solidi rapporti tra politica, massoneria e Ndrangheta: Patimo è accusato di corruzione (pure lui), avrebbe promesso al dirigente Cammera assunzioni e consulenze. A luglio del 2016 il Gip del Tribunale di Milano non aveva convalidato il fermo chiesto dalla Procura di Reggio per Patimo. Ma Patimo è uno strettisimo compagno di avventura di Siri, visto che i due risultano essere soci pure della Profilo srl, e oltre al fatto che Patimo ha risposto presente all’invito di Siri alla cena di finanziamento per la Lega nell’ottobre 2015.
Torniamo ora sugli affari di Acciona nel sudpontino, perchè oltre all’acqua c’è anche l’eolico. Un mercato florido, ricchissimo e in fortissima espansione. Un mercato il cui potenziale è stato ben compreso da Intergroup, che sul territorio è oggi certamente una delle maggiori realtà imprenditoriali coinvolte nella movimentazione delle pale eoliche e che pare essere intenzionata a implementare i traffici. Tanto è vero che sul sito della società spedizioniera viene ricordata la partnership con Acciona. Una collaborazione forte, che dura da circa un decennio, e che Intergroup non dimentica di celebrare sia al compimento dei 25 anni di attività che 5 anni dopo con le celebrazioni per il trentennio.
Il Golfo si conferma crocevia di vicende nazionali e internazionali, laddove scoppiano rumorose le polemiche, solo una lontana eco percepibile agli uditi più attenti e raffinati svela l’immancabile presenzialismo del Basso Lazio, una lingua di terra piccola, angusta e semi-abbandonata, ma che sempre ritorna al centro dell’attenzione. Che sia aria, acqua, terra o fuoco.