Estorsioni nel carcere di Latina: arrivano tre condanne e un’assoluzione per gli imputati coinvolti nell’indagine dei Carabinieri
Oggi, 12 ottobre, il secondo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal Giudice Francesco Valentini, ha stabilito tre condanne per gli episodi di estorsione avvenuti nel carcere di Latina, in via Aspromonte: 10 anni di reclusione per Renato Barbieri, difeso dall’avvocato Anzeloni, 1 anno e 6 mesi per Veronica Anzovino, assistita dall’avvocato Gullì, infine 1 anno e 2 mesi per Stefano Berto, difeso dagli avvocati Vita e Zeppieri. Assolta invece la sorella del principale imputato: Roberta Barbieri, difesa dall’avvocato Roccato.
Ad aprile scorso, fu la moglie di Renato Barbieri, Alessia Gargiulo, assistita dall’avvocato Vita, a chiedere e ottenere il patteggiamento della pena. Il Giudice del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese aveva condannato Gargiulo a un 1 e 6 mesi di reclusione, essendo accusata di estorsione in concorso con Renato e Roberta Barbieri, rispettivamente fratello e sorella.
Le indagini di Carabinieri di Latina e Polizia Peniteziaria, tra settembre e novembre 2021, avevano accertato che un detenuto del carcere di Via Aspromonte, Renato Barbieri, classe ‘66 di Latina, destinatario di misura cautelare in carcere, noto a cronache e forze dell’ordine, mentre si trovava in stato di detenzione, aveva sottoposto ad estorsione, mediante la minaccia di ripercussioni fisiche, un concellino, costringendolo, per il tramite dei parenti, ad effettuare ricariche postepay ed a consegnare denaro in contante alla moglie e alla sorella.
La moglie Alessia Gargiulo – come riportava una nota dell’Arma – era stata tratta in arresto in flagranza del reato di estorsione lo scorso 1 settembre 2021, venendo trovata, al termine di un servizio di pedinamento a seguito del quale era stata documentata la consegna di denaro contante fra la moglie della vittima e la predetta, in possesso della somma contante di 950 euro provento dell’attività estorsiva. “Sbrigati sennò mi attrippano di mazzate” – diceva la vittima di estorsioni ai famigliari per sollecitarli a pagare quanto richiesto dal suo estorsore in cella.
La sorella di Barbieri, Roberta, invece, fu arrestata a sua volta a novembre 2021 e sottoposta agli arresti domiciliari, destinataria di una serie di ricariche postepay per un totale complessivo di 500 euro circa. Il detenuto Renato Barbieri, organizzatore dell’attività illecita, secondo gli inquirenti, per impartire le disposizioni all’esterno, si avvaleva di un microtelefono cellulare completo di un caricabatterie artigianale, illegalmente detenuti nella cella e sottoposti a sequestro lo scorso 3 settembre 2021, a seguito di un blitz della Polizia Penitenziaria di Latina, in pregiudizio di un detenuto complice, anche lui indagato così come la nipote di Barbieri, Veronica Anzovino, arrestata a dicembre 2021, alla quale Barbieri, per telefono, diceva: “oh mi raccomando continuiamo come avevamo detto…non li mettere in mano a tua madre eh”.
Per quanto riguarda il cellullare modello Jelly Pro, ad essere denunciato fu un altro detenuto: il 53enne Stefano Berto che aveva nelle sue disponibilità il piccolo apparecchio.
Il processo principale è scaturito da un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Latina Andrea D’Angeli.