ESTORSIONI IN CARCERE A LATINA: C’È UNA PRIMA CONDANNA

carcere di Latina
Casa Circondariale di Latina

Estorsioni nel carcere di Latina: c’è una prima condanna legata agli episodi che hanno coinvolti i fratelli Barbieri

È stata la moglie di Renato Barbieri, Alessia Gargiulo, assistita dall’avvocato Vita, a chiedere e ottenere il patteggiamento della pena. Il Giudice del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese ha condannato Gargiulo a un 1 e 6 mesi di reclusione, essendo accusata di estorsione in concorso con Renato e Roberta Barbieri, rispettivamente fratello e sorella.

Le indagini di Carabinieri di Latina e Polizia Peniteziaria, tra settembre e novembre 2021, avevano accertato che un detenuto del carcere di Via Aspromonte, Renato Barbieri, classe ‘66 di Latina, destinatario di misura cautelare in carcere, noto a cronache e froze dell’ordine, mentre si trovava in stato di detenzione, aveva sottoposto ad estorsione, mediante la minaccia di ripercussioni fisicheun concellino, costringendolo, per il tramite dei prossimi congiunti, ad effettuare ricariche postepay ed a consegnare denaro in contante alla moglie e alla sorella.

La moglie Alessia Gargiulo – come riportava una nota dell’Arma – era stata tratta in arresto in flagranza del reato di estorsione lo scorso 1 settembre, venendo trovata, al termine di un servizio di pedinamento a seguito del quale era stata documentata la consegna di denaro contante fra la moglie della vittima e la predetta, in possesso della somma contante di 950 euro provento dell’attività estorsiva. “Sbrigati sennò mi attrippano di mazzate” – diceva la vittima di estorsioni ai famigliari per sollecitarli a pagare quanto richiesto dal suo estorsore in cella.

La sorella di Barbieri, Roberta (56 anni), invece, fu arrestata a sua volta a novembre e sottoposta agli arresti domiciliari, destinataria di una serie di ricariche postepay per un totale complessivo di 500 euro circa.

Il detenuto Renato Barbieri, organizzatore dell’attività illecita, per impartire le disposizioni all’esterno, si avvaleva di un microtelefono cellulare completo di un caricabatterie artigianaleillegalmente detenuti nella cella e sottoposti a sequestro lo scorso 3 settembre, a seguito di un blitz della Polizia Penitenziaria  di Latina, in pregiudizio di un detenuto complice, anche lui indagato così come la nipote di Barbieri, Veronica Anzovino, arrestata a dicembre 2021, alla quale Barbieri, per telefono, diceva: “oh mi raccomando continuiamo come avevamo detto…non li mettere in mano a tua madre eh”.

Per quanto riguarda il cellullare modello Jelly Pro, ad essere denunciato è stato un altro detenuto: il 53enne Stefano Berto che aveva nelle sue disponibilità il piccolo apparecchio.

Il processo principale, scaturito dall’inchiesta coordinata dal Pm Andrea D’Angeli, che vede alla sbarra i due Barbieri e Berto prosegue presso il Tribunale di Latina dove è iniziato di recente.

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