Rifiuti e discarica: l’assessore regionale Massimiliano Valeriani scrive di nuovo alle province del Lazio per l’individuazione del sito
Pare l’ennesima riedizione dell’ennesimo penultimatum da parte della Regione Lazio, in particolare dell’assessore regionale ai rifiuti, Valeriani, per accelerare la scelta delle province del Lazio sulla discarica, compresa la città metropolitana romana.
A fine giugno, la lettera del Direttore della Direzione Rifiuti della Regione Lazio, Andrea Rafanelli, indirizzata agli enti provinciali, aveva concesso 20 giorni alle province laziali per individuare siti e impianti dove lavorare i rifiuti. Ovviamente, fu facile la profezia: si trattava di un tragicomico penultimatum.
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C’è da dire che l’ultima volta che l’assessore Valeriani tuonò contro le province, che non riuscivano a scegliere una nuova discarica per accogliere lo scarto di lavorazione dell’indifferenziato ed esaurire nel proprio territorio il ciclo dei rifiuti, promise un Commissario, in particolar modo lo promise alla provincia di Latina. E il Commissario arrivò tanto da scegliere tre siti per Latina e provincia – due a Cisterna e uno ad Aprilia – che non è che hanno avuto gran fortuna.
La scelte del Commissario straordinario Illuminato Bonsignore hanno trovato una non gradita accoglienza da parte delle amministrazioni coinvolte e sono state percepite dallo stesso ente provinciale e dal Presidente Gerardo Stefanelli (sostenuto da una coalizione comprendente PD, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle) come una sorta di scavalcamento a cui bisogna rimediare con concertazione, nuovi incontri, coinvolgimento della classe dirigente e mediazioni. Senza contare che il Comune di Cisterna ha impugnato la decisione del Commissario al Tar e il Comune di Aprilia ha espresso, insieme a un privato coinvolto, la sua contrarietà.
Insomma una vera debacle della scelta commissariale per la nuova discarica, quanto lo fu la concertazione stabilita dal piano promosso dall’ex Presidente della Provincia, Carlo Medici (Partito Democratico), naufragato tra tavoli di sindaci disertati e l’emergere della pandemia. La decisione scaturita dal percorso indicato da Medici fu completamente abortita da cittadini e amministrazioni coinvolti. Sia Latina che Fondi, con modalità più tortuose per il capoluogo ma affini, hanno respinto la scelta che sui loro territori nascesse la/e nuova/e discarica/che pontina/e.
Ora, dalla Regione, così come riporta un articolo della cronaca romana de “Il Messaggero”, la Direzione Rifiuti (in realtà la missiva è del 3 agosto scorso) ci riprova e dice alle province laziali, compresa Latina, che entro il 30 settembre (nda: il quotidiano romano riporta per un errore la data del 20 settembre) devono indicare, ciascuna, la nuova discarica. A fine mese, inoltre, sarebbe previsto un incontro con tutti i Presidenti delle province laziali per decidere una sorta di “road map”. Nel caso in cui non si arrivasse a nulla, l’assessore sventola ancora l’eventualità del commissariamento che, a Latina, sarebbe il secondo nel giro di un anno, e che assumerebbe i toni e i contenuti del grottesco.
Solo che tra ricorsi pendenti al Tar e discarica in attesa di ampliamento, oltreché a contenziosi vari, nessuno ci crede che dopo il 20 settembre si arriverà a dama. Per l’appunto, l’ennesimo penultimatum, peraltro di un assessore regionale che, vista la candidatura di Zingaretti al Parlamento, fa la conta dei giorni che le rimangono. D’altra parte, se nessuno dei sindaci della provincia di Latina ha avuto il carisma e la grinta per unire e decidere una soluzione comune e che riguardi anche il sud pontino, il prezzo da pagare è anche questo spettacolo dei penultimatum a fasi alterne.