C’è da preoccuparsi. Non se la prenderà il massimo rappresentante regionale del Lazio ma qualcosa a “Zinga” deve essere successo. Si scopre tramite un articolo pubblicato su “Edilizia e Territorio” che il Presidente di Regione Lazio, Nicola Zingaretti, è ormai in confusione sull’autostrada a pedaggio Roma-Latina. E di brutto.
“Per realizzare la nuova Roma-Latina – dichiara nel corso di un un Forum organizzato da Il Sole 24 Ore Radiocor – la strada maestra è quella di superare lo strumento del project financing e di rendere Autostrade del Lazio ente appaltante dell’opera“. Peccato che l’ente appaltante per il progetto autostradale sia già Autostrade del Lazio S.p.A., la società nata il 4 marzo 2008 con un capitale sociale di 2,2 milioni di euro suddiviso pariteticamente tra ANAS S.p.A. e Regione Lazio, i cui bilanci e il capitale sociale si sono via via prosciugati.
Infatti, nell’assemblea della spa, come riportava un articolo di Clemente Pistilli pubblicato ad aprile su Il Caffè, emerse che il bilancio della società per azioni, al 31 dicembre scorso, mostrava una perdita di oltre 200mila euro. Un ammanco che, sommandosi ad altre perdite, faceva una cifra in rosso di oltre 710mila euro, talché la Regione Lazio era per ridurre il capitale sociale dal poco più di un milione di euro rimasto all’esigua cifra di 350mila euro. Dai due milioni e rotti iniziali non è che sia proprio sinonimo di un società in salute, considerando il fatto che, in undici anni di vita, il suo unico obiettivo – l’autostrada a pedaggio Roma-Latina – non ha visto neanche un metro di cantiere.
Ma non è finita qui perché “Zinga” ha proseguito al Forum della radio di Confindustria con altre perle di assoluto nonsense.
“Si tratta di un progetto molto complesso, non voglio accusare nessuno ma ci sono stati anni e anni di ricorsi. Che abbiamo vinto in tutte le sedi“. Un altro mistero glorioso: “abbiamo vinto”?. E chi, di grazia? E a quali ricorsi si riferisce il segretario Dem? L’unico vero ricorso, che non fosse di forma, è stato fatto dalla Salini Impregilo, e quello ha sancito la morte definitiva di un progetto di finanza nato male e finito pure peggio.
Eppure “Zinga” non demorde e rincara la dose: “La società – riferendosi ad Autostrade del Lazio – diventerà ente appaltante della tratta con Anas che la ricapitalizzerebbe visto che hanno le capacità economiche per farlo. Poi c’è tutto il tempo per vedere se la nuova infrastruttura sarà gestita in house o se faremo una gara. Entro 10 giorni dovrebbe esserci la riunione decisiva con il ministero delle Infrastrutture dove potremmo fare l’annuncio. Questo permetterebbe l’avvio immediato degli espropri“. E qui si raggiunge il non plus ultra del miracoloso mondo di “Zinga” dove tutto è possibile senza che nessuno spieghi come.
A parte che è sempre curioso e tendente al fastidioso ascoltare politici che parlano di società statali (Anas) con capitali pubblici come se queste fossero case loro con soldi loro, ma come fa “Zinga” a fare gli espropri se la gara non è stata aggiudicata e il suo progetto di compierla in house al massimo è rimasto un titolo di un giornale amico utile all’eccitazione di qualche cacicco locale?
Sarà che la Legge di Bilancio lo sta fiaccando, dovendo mediare tra gialli, rossi, rosé e Renzi ma veramente ormai siamo alle comiche finali. Anzi, il sipario è già stato abbassato. Il problema è che “Zinga” è rimasto in platea e applaude a uno spettacolo che vede solo lui. E qualche altro politico di Latina in cerca di un carattere cubitale, con tanto di foto, sui soliti media.