“Fondi ricordi le vittime delle marocchinate”, Ciccone chiede al Sindaco di celebrare la Giornata del 18 maggio
Il prossimo 18 maggio si celebrerà in tutta Italia la 3a Edizione della “Giornata Nazionale in memoria delle vittime delle marocchinate”, ovvero degli episodi di violenza sessuale e fisica di massa effettuati dai goumiers (soldati di nazionalità marocchina) francesi inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia, e per diffondere la conoscenza su questi terribili avvenimenti che hanno causato ulteriori drammi durante il secondo conflitto mondiale, provocando inguaribili ferite fisiche e psicologiche nelle vittime, seminando lutti e segnando in profondità molti luoghi del nostro Paese.
La Giornata, promossa dall’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate ed alla quale hanno già aderito diverse Associazioni e molti Comuni, quest’anno assume un rilievo particolare, poiché ricorre l’80esimo anniversario dello sbarco in Sicilia. Infatti è nel Luglio del 1943 che iniziarono le prime violenze ai danni della popolazione civile italiana ad opera delle truppe coloniali francesi. Gli stupri, le ruberie, gli omicidi e tutti gli atti di violenza compiuti ai danni delle Donne e degli Uomini italiani, tra il 1943 ed il 1944, rappresentano una tragedia nazionale che per troppi anni è stata tenuta sotto silenzio.
Il Consiglio Regionale del Lazio, con la legge 14 del 2021, articolo 10, ha istituito il mese in memoria delle vittime delle marocchinate, con l’obiettivo di promuovere il ricordo e la conoscenza dei tragici episodi di violenza sessuale e fisica nei confronti delle popolazioni civili, verificatisi da Maggio a Luglio 1944.
Il grande pubblico ha avuto notizia di questa vergogna solo attraverso il romanzo “La Ciociara”, di Alberto Moravia (che iniziò a scrivere dal Settembre del 1943 al Maggio del 1944 in Località Sant’Agata, dove si era rifugiato in compagnia di Elsa Morante). Libro in cui Moravia narra la violenza subita dalla giovane Rosetta per mano dei goumiers. Dallo stesso romanzo fu tratto il film omonimo, girato anche in Città nel 1960 dal regista Vittorio De Sica che filmò la scena della violenza nella Chiesa di San Francesco e la pellicola, che valse il Premio Oscar a Sofia Loren, ebbe il merito di riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica i tragici fatti del 1944.
I casi accertati di violenza furono non meno di 20mila, con non meno di 60mila Donne abusate e 180mila stupri. Diverse Città laziali furono investite dalla furia dei goumiers, e gravissimi episodi si verificarono anche nella nostra Città, come testimoniato anche dallo storico Geremia Iudicone e raccontato nel suo libro “Gli anni della guerra a Fondi” (a pagina 42).
“Le truppe berbere del C.E.F. (Corp expédittionaire français en Italie) avevano fatto la loro comparsa. Costituivano il nerbo delle truppe irregolari agli ordini del Gen. A. Juin. Accolte dalla popolazione, al loro comparire, come liberatrici, quelle truppe non rinunciarono al promesso esercizio di carta bianca, vera e propria onta, per la durata di 24-48 ore. La gioia dell’incontro e della liberazione dai tedeschi mutava ovunque bruscamente in pianto atroce, in rabbia impotente, in disperazione per quanto accadeva. Le truppe marocchine, per il solo fatto di essere ritenute abili al combattimento sui monti, avevano la facoltà anacronistica quanto barbara di depredare e razziare selvaggiamente, a sciami. E a sciami si avventavano, in un delirio belluino, sulle donne malcapitate. Le violentavano sotto gli occhi dei presenti, con l’aggravante di contagiarle con i loro tristi mali tropicali. La sorpresa di tutti, specialmente di quanti non riuscirono a fare in tempo a sfuggire riparando in qualche parte, fu brutale, durissima e ingozzata amarissimamente quale soprammercato umiliante delle sofferenze già patite. Le pagine del grande diario bellico di quei giorni non potettero non riportare che una sola parola, veicolo di un grave e solo significato: vergogna! I quadri responsabili dei reparti operanti francesi rispondevano alle manifestazioni di protesta e di disgusto, presentate loro in nome della civiltà, che quella <…era la guerra!>. La loro guerra.”
L’Historical Crime Mapping curata dall’ANVM testimonia come ben 60 casi si registrarono a Fondi, tra stupri e violenze sessuali, aggressioni a mano armata e saccheggi. Il Consiglio Comunale di Fondi, quattro anni fa (più precisamente con Delibera n. 64 del 26 Luglio 2019), approvò una Mozione finalizzata alla promozione di iniziative ed interventi in memoria delle vittime civili delle violenze del 1944. Un testo che, insieme agli atti approvati da altri Comuni in tutta Italia, ha contribuito a far sì che venisse istituita la “Giornata Nazionale in memoria delle vittime delle marocchinate”. Mozione che impegnava l’Amministrazione Comunale anche all’intitolazione di una strada, un parco o un altro luogo pubblico alle vittime delle marocchinate, ed è per questo che, a distanza di quattro anni ed in assenza di un’azione concreta in tal senso, il nostro Capogruppo ha scritto a Sindaco e Giunta chiedendo di recuperare il tempo perduto.
“Al fine di rendere omaggio alle Donne fondane vittime di violenza, chiedo all’Amministrazione Comunale di promuovere un momento di ricordo Giovedì 18 Maggio in tutte le Scuole della Città ed una cerimonia istituzionale. Chiedo al Comune di Fondi di mantenere l’impegno preso con la memoria collettiva della nostra terra e individuare uno spazio pubblico da intitolare alla memoria della giovane Rosetta e di tutte le vittime delle marocchinate. Lo dobbiamo alle Donne ed ai bambini che ottanta anni fa sono stati violentati senza pietà”dichiara il Capogruppo Consiliare di Fondi Vera, Francesco Ciccone.