Videosorveglianza nel Comune di Minturno: quattro gli avvisi di garanzia per l’affidamento del servizio, tra gli indagati il Sindaco Gerardo Stefanelli
Un fulmine a ciel sereno per il Sindaco e attuale Presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli, incappato in un’indagine della Guardia di Finanza di Formia e della Procura di Cassino condotta dal sostituto Chiara D’Orefice. A riportare la notizia dell’avviso di conclusione indagine, che preannuncia la probabile richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura cassinate, è il quotidiano locale Latina Oggi nel numero odierno (11 marzo).
Ad essere indagati per turbata libertà degli incanti è il Sindaco Stefanelli in concorso con l’ex comandante della Polizia locale di Minturno Mario Vento, l’ingegnere che si è occupato del progetto sulla videosorveglianza Laura Mancini e l’amministratore della società del settore sicurezza a cui sono stati affidati gli appalti: il finanziere formiano Marcello Arnone, fratello della consigliera comunale a Formia Immacolata Arnone, moglie dell’ex sindaco Sandro Bartolomeo (estranei all’indagine sulla videosorveglianza a Minturno).
La Procura, infatti, ha concluso le indagini su un progetto di ampliamento della videosorveglianza nel Comune aurunco e a finire all’attenzione della magistratura, come riporta Latina Oggi, sono due determine: una del 9 maggio 2018 in merito all’installazione del Targa System per un importo di quasi 22mila euro e l’altra risalente al 25 settembre 2018 per una somma di quasi 40mila euro. Un’indagine partita da determinati accertamenti, nell’ambito di una vasta indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel 2017 su alcuni appalti nel sud pontino e, in particolare, a Formia. È proprio in questa indagine dell’Antimafia che sono state captate una decina di intercettazioni, tra cui quella che coinvolge il Sindaco Stefanelli e il finanziere di Formia Arnone. Quest’ultimo fu obiettivo di intercettazioni perché sospettato di aver bonificato lo studio dell’allora primo cittadino di Formia, nonché suo cognato, Bartolomeo.
Tornando all’indagine sulla videosorveglianza di Minturno, ancora una turbata libertà di incanti, ossia uno di quei reati contestati a più riprese a un’altra amministrazione della provincia come quella di Sabaudia. In quel caso, come noto, l’inchiesta ha interessato più appalti e ha messo fine all’era del Sindaco Giada Gervasi.
Qui, invece, si tratta di fatto sicuramente più circoscritto che coinvolge Stefanelli come Sindaco della città e l’ex Comandate della Polizia Locale come responsabile delle determine che hanno disposto l’affidamento diretto per i lavori di ampliamento della sorveglianza finanziati per 50mila dalla Regione Lazio e per il restante dall’ente comunale.
In concorso, come detto, sono indagati anche l’ingegnere Mancini, indicato dal Comune, che ha sviluppato il progetto di ampliamento e il privato, ossia il titolare della società che ha ottenuto gli appalti per i lavori della videosorveglianza Marcello Arnone. Secondo le ipotesi della magistratura, vi sarebbe stato un accordo a monte per far ottenere alla società di Arnone, la “A.M. Tecnologia e sicurezza”, l’affidamento dei lavori tramite “mezzi fraudolenti consistiti in un artificioso frazionamento del valore dei contratti relativi ai lavori di potenziamento e ampliamento del sistema di videosorveglianza del Comune“.
In pratica, l’ammontare dell’intero appalto sarebbe stato di poco più di 60mila euro e quindi avrebbe potuto essere affidato tramite una gara valutando, come dispone la legge, almeno tre offerte. Avere “spacchettato” la gara in due – una da circa 22mila euro e l’altra da quasi 40 mila euro – determinando due distinti appalti sotto soglia (nda: la soglia limite dei 40mila euro), sarebbe stato, per l’accusa, un modus artificioso in modo tale da procedere con i due affidamenti diretti alla società il cui titolare adesso risulta indagato.