Variante Q3, si è discusso il ricorso contro il decreto di sequestro preventivo presso il complesso commerciale. Per la decisione c’è tempo fino al 17 febbraio
Si è discusso stamani, 13 febbraio, davanti al collegio del Riesame di Latina presieduto dal giudice Francesca Coculo, il ricorso presentata da due degli indagati nell’inchiesta dei Carabinieri Forestali coordinati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, oggi presente in aula a sostenere l’accusa.
A voler entrare nel giudizio, in sede di Riesame, c’è anche l’associazione civica “Codici” del segretario Antonio Bottoni, assistita dall’avvocato Corrado De Simone. A ricorre contro il provvedimento che ha messo i sigilli al complesso del centro commerciale su Via del Lido lo scorso gennaio sono stati il costruttore Luigi Corica e il rappresentante di Eurospin Lazio, Mario Borrelli, assistiti dagli avvocati Ciaglia e Tamburrini. I legali della difesa, dopo che il Riesame ha riunito i due ricorsi, hanno chiesto sin da subito che l’associazione Codici fosse esclusa dal Riesame.
È stato l’avvocato Ciaglia a spiegare che l’unica persona offesa in questo procedimento, allo stato degli atti, è il Comune di Latina per eventuali danni di natura ambientale e urbanistica. Secondo la difesa, quindi, l’associazione Codici non ha diritto a partecipare e interloquire nel Riesame e lo avrebbe, solo nel caso vi fosse un processo, chiedendo la costituzione di parte civile: “Ora non c’entra niente”, ha chiosato l’avvocato.
Una tesi che deve aver convinto il Riesame di Latina che ha stabilito l’esclusione dell’associazione Codici, respingendo la sua richiesta di intervento. Una decisione che ha sorpreso, considerato che lo stesso Riesame aveva poco prima acconsentito affinché l’associazione potesse prendere in visione la documentazione presentata dai ricorrenti Corica e Borrelli.
Nel merito, dopo una discussione delle difese durata circa venti minuti, il Riesame avrà tempo di esprimersi entro il 17 febbraio, anche se la decisione con alta probabilità arriverà prima.
Il caso, come noto, è quello per cui, nella mattinata del 13 gennaio scorso, i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo carabinieri forestale di Latina, guidati dal maggiore Vittorio Iansiti, hanno dato esecuzione al Decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P del Tribunale Ordinario di Latina, Pierpaolo Bortone, con il quale è stata accolta la richiesta formulata dal Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, inerente al centro commerciale delle dimensioni di oltre 5.000 metri quadrati in corso di realizzazione nel centro urbano di Latina, posto tra Via del Lido e Via F. Ferrazza – quartiere Q3.
Il sequestro ha interessato anche l’area circostante di rilevanti dimensioni (metri quadrati 12.000) adibita a viabilità e parcheggi tutti funzionali e connessi al centro commerciale di cui trattasi.
Le indagini condotte dal N.I.P.A.A.F. avrebbero disvelato in primis che l’Ufficio S.U.A.P. del Comune di Latina rilasciava, per la realizzazione dell’ insediamento commerciale, dove al suo interno venivano allocate tre distinte attività di note marche commerciali, tre titoli edificatori (permessi di costruire nn°13/2021 del 23.12.2021, 6/2022 del 31.05.2022 e 8/2022 del 09.08.2022), nonostante nel caso di specie si trattasse di un progetto unitario le cui dimensioni afferivano ad una “grande struttura di vendita” ai sensi della Legge Regionale n°33/99 la cui competenza, sotto l’aspetto autorizzativo, non era in capo al Comune di Latina, bensì alla Regione Lazio.
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Nello specifico la Pubblica amministrazione locale avrebbe di fatto consentito, con il rilascio degli anzidetti titoli edificatori, lo “spacchettamento” del centro commerciale in tre medie strutture di vendita autonome, al fine di sottrarre il controllo e la competenza alla Regione Lazio a cui è demandata l’autorizzazione per l’apertura delle grandi strutture di vendita come quella in esame.
Gli accertamenti fin qui compiuti hanno appurato che, per la realizzazione del centro commerciale, venivano incluse, illegittimamente, sia aree classificate a verde pubblico le quali non rientravano nel perimetro della “variante Q3”, quest’ultima approvata sempre dal Comune di Latina e che permetteva la realizzazione di destinazioni commerciali, sia aree ove risultava presente un vincolo di inedificabilità assoluta derivante dalla fascia di rispetto della Strada Statale 148 “Pontina” nonché, in relazione agli accessi (passi carrabili) al centro commerciale, veniva riscontrata l’assenza dei preventivi nulla osta rilasciati dall’ANAS Spa quale ente gestore della strada pubblica (complanare Via F.Ferrazza).
Ulteriori criticità nella realizzazione del descritto complesso commerciale risultava essere l’eliminazione completa di una notevole superficie boscata che preesisteva nell’area prima dei lavori che avrebbe necessitato, per la modifica dei luoghi, di una preventiva autorizzazione sotto il profilo paesaggistico.
Allo stato la Procura della Repubblica ha indagato 5 persone tra tecnici comunali, amministratori delle società proprietarie dell’area in questione e tecnici professionisti per i reati di lottizzazione abusiva e lavori privi di autorizzazione paesaggistica. Si tratta dell’attuale custodie giudiziario del complesso sequestrato, nominato dal Tribunale, e titolare della Green Building, la società che ha realizzato il centro commerciale, Luigi Corica (50 anni). Indagati anche la progettista Viviana Anagni (45 anni); l’ex dirigente del Suap (attività produttive) del Comune di Latina, Stefano Gargano (63 anni); il titolare di una delle tre medie strutture di vendita, Eurospin Lazio, Mario Borrelli (55 anni); infine, il responsabile unico del procedimento nonché funzionario comunale del Suap, Mario Petroccione (49 anni).
I reati ipotizzati sono quelli afferenti all’articolo 44 del testo unico dell’edilizia 380/2011 e al decreto legislativo 42/2004 (codice dei beni culturali e del paesaggio).