Vaccinazioni, Fimmg Lazio medicina generale: molta differenza tra la realtà e le dichiarazioni, dateci i vaccini che chiudiamo la campagna. Le dosi, ad ora, sono destinate tutte per gli hub vaccinali
“Dal 27 dicembre nel nostro Paese si è iniziata la campagna di vaccinazione anti Covid19 iniziata sotto il segno delle Primule, grandi “hub” a cui sono state destinate le dosi disponibili, poche all’inizio, di un vaccino nuovo ed innovativo, su persone anziane e fragili”. Così la Fimmg, Federazione Italiana Medici Di Famiglia del Lazio, commentando le richieste di maggior disponibilità dei medici di famiglia nella campagna vaccinale contro il Coronavirus.
“Giusto ed opportuno era iniziare con cautela, con spiegamento di mezzi e risorse, con la prudenza nella somministrazione di questo farmaco. Ambulanza fuori dagli Hub, anestesisti pronti, equipe mediche ed infermieristiche spiegate. Sempre nella direzione delle Primule si sono assunte migliaia di persone. Siamo ad aprile, abbiamo vaccinato con questo sistema centralizzato il 20% della popolazione italiana, immunizzate la metà. Se continuiamo così finiremo molto dopo l’estate, quando bisognerà, varianti permettendo, ripetere le dosi fatte nei primi mesi”.
“Da qualche giorno si legge come il problema siano i vaccinatori – continua la Fimmg Lazio – cosa che ha indotto ad abilitare farmacisti e biologi ed odontoiatri. Con un’abilitazione “ex lege”. È stato lanciato anche un appello alla medicina generale per fare la propria parte, come se non la facessero. Ma è vero? Dai dati non appare proprio così. Per fare l’esempio del Lazio, regione virtuosa grazie all’impegno che da più di un anno si è profuso per contrastare la pandemia, a dicembre 2020 1700 medici di famiglia erano già disponibili a vaccinare con Pfizer o con Moderna, ma le dosi erano tutte assorbite dagli hub. Allora si è virato sul vaccino Astra Zeneca, nel frattempo i medici aderenti sono aumentati a 2700 (circa il 75% del totale, ovvero con un bacino di circa 3.000.000 di cittadini, ma non c’erano le dosi).
“Erano tutte per gli hub che dovevano vaccinare con AstraZeneca, quello che avrebbero dovuto dare ai medici di famiglia, Forze dell’Ordine ed insegnanti. Si slitta prima a febbraio, poi al 1 marzo, poi, per mancanza di dosi all’8 marzo. Si parte, con una fiala la settimana (12 dosi), con un meccanismo bizantino di prenotazione su di un portale, con la necessità di andarselo a prendere nella farmacia della ASL e con la necessità di ritornare col “vuoto”, pena la non consegna di altre dosi. Grazie all’Assessore si semplifica il modello di richiesta. Il 15 marzo stop dell’AIFA, all’AstraZeneca. Stop delle dosi. Riconsegna alla ASL delle dosi non effettuate. Si riparte il 18 marzo. Si riprende la fiala riconsegnata a questo si aggiunge una fiala (la settimana, 6 dosi) di Pfizer. Oggi siamo al 2 aprile, 100.881 le dosi di vaccino ordinate dai MMG, 62.812 dosi già consegnate, 53.670 quelle eseguite”.
“In 18 giorni lavorativi reali dall’8 marzo ad oggi. 3000 vaccini al giorno. Con punte d’eccellenza nella Asl Roma 3 (8000, 444 al giorno) e molti problemi di distribuzione, risolti l’altro ieri a Latina e Frosinone. Discrepanze dettate non dalla disponibilità o capacità dei medici di famiglia, ma semplicemente dal numero di dosi fornite. Dosi somministrate, tra l’altro a domicilio, su pazienti fragili e grandi anziani, sgravando non poco l’impegno dei servizi aziendali per tale attività, che così possono dedicarsi agli altri malati ed agli accessi domiciliari Covid19. Si sta vaccinando solo con Pfizer, l’AstraZeneca non c’è. Nella rendicontazione sulle consegnate ci sono problemi di corrispondenza temporale tra dosi che “risultano” consegnate (evase) e quelle che sono state realmente ricevute. Il che determina una differenza tra i somministrati ed i registrati. Va migliorato il sistema. Nulla di così grave. In altre Regioni, la situazione è simile. La sintesi del discorso, numeri alla mano, è che la medicina generale fa quello che può fare in relazione ai vaccini che ha. Vaccinare senza dosi è complicato. Prendere una fiala di vaccino è un percorso ad ostacoli, la conseguenza logistica di dover alimentare grandi strutture ad alto flusso comporta, in penuria di vaccini, una diminuzione delle dosi disponibili per altri centri vaccinali, più piccoli, ma più diffusi, in questo caso i Medici di Famiglia. Se ho un bidone di benzina e decido di avere un autobus od un’utilitaria è normale che la benzina la prende l’autobus, che pero’, fa molti meno chilometri ed in più tempo. Il tiro al piccione contro la medicina generale, inoltre, con testimonial d’eccellenza delusi dal proprio medico, non aiuta certo i moltissimi volonterosi che nonostante l’estenuante gioco dell’oca necessario per recuperare i vaccini, pervicacemente insistono. Dateci i vaccini e chiudiamo la campagna, presto e bene”.