Turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni a Sabaudia: disposti gli arresti domiciliari per il 75enne Salvatore Di Maio
Nella giornata odierna 5 maggio, su disposizione del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore Claudio De Lazzaro, la Squadra Mobile di Latina diretta dal Dirigente Giuseppe Pontecorvo, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal Giudice per le indagini preliminari di Latina Giuseppe Cario, nei confronti di Salvatore Di Maio, 75 anni, in quanto, a vario titolo, è ritenuto responsabile del reato di turbata libertà degli incanti ed intestazione fittizia di beni.
In tale contesto – spiega una nota di Procura e Questura – si è proceduto all’esecuzione del sequestro preventivo nei confronti del citato Di Maio e della moglie, odierna indagata, di 7 beni immobili e di una società immobiliare, siti a Sabaudia.
Le indagini nascono dalla denuncia presentata da una donna alla Questura di Latina, nel mese di luglio 2020, nella quale è stato rappresentato un episodio di turbativa d’asta relativa ad un immobile sito a Sabaudia, oggetto di aggiudicazione provvisoria in favore della donna da parte della società INVIMIT, incaricata della dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici, fra cui quello della Regione Lazio.
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Le indagini, realizzate dalla Squadra Mobile di Latina, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura, mediante l’assunzione di sommarie informazioni ed attività di intercettazione, hanno consentito di accertare come in effetti Di Maio avesse occupato abusivamente un immobile, nonostante il rilascio immediato ordinato con una sentenza del Tribunale di Latina nel 2014.
È emerso, inoltre, che Di Maio avrebbe inteso lucrare dalla società INVIMIT e dalla aggiudicataria provvisoria una “somma” per liberare l’immobile, in realtà non più in suo possesso.
Ciò era possibile anche in ragione del profilo delinquenziale mostrato dall’uomo, come emerge dalla misura di prevenzione personale e patrimoniale, in precedenza disposta dal Tribunale di Latina, da cui si evince che lo stesso è stato condannato in primo grado per il reato di estorsione nell’ambito di un procedimento di criminalità organizzata.
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Le intercettazioni disposte dalla Procura ed eseguite dagli investigatori della Squadra Mobile hanno dato ampio riscontro alla denuncia della persona offesa, consentendo di accertare altresì come Di Maio, alla luce delle condizioni di pericolosità rivestite e della pregressa misura di prevenzione subita, avesse attribuito fittiziamente in capo ad un prestanome, odierno indagato, e successivamente alla moglie, la titolarità della partecipazione in una società immobiliare, proprietaria di beni immobili e terreni gestiti dall’uomo e allo stesso riconducibili tramite tale schermo.