TURBATIVA D’ASTA E INTESTAZIONE DI BENI A SABAUDIA: ASSOLTO DI MAIO

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Turbativa d’asta, tentata estorsione e intestazione fittizia di beni a Sabaudia: si è concluso il processo per il 78enne Salvatore Di Maio

È finito il processo per il 78enne di Sabaudia, Salvatore Di Maio, accusato di tentata estorsione, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni, difeso dagli avvocati Siciliano e Angeloni. Parte del processo anche la cittadina di Sabaudia Chiara Magoni e la Invimit che si sono costituiti parti civili. La Investimenti Immobiliari Italiani Sgr S.p.A., società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, era, infatti, parte offesa nel processo che ha avuto il suo epilogo dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina.

È stato lo stesso pubblico ministero Giuseppe Miliano, nel corso della sua requisitoria, a chiedere la riqualificazione del reato della tentata estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragione, tanto da chiedere, comprendendo anche gli altri due capi d’imputazione, una pena di 8 mesi di reclusione. La difesa, naturalmente, ha chiesto l’assoluzione piena dell’ex carabiniere e noto imprenditore di Sabaudia.

Al termine della camera di consiglio, il secondo collegio, presieduto dal giudice Elena Nadile, ha assolto Salvatore Di Maio che esce intonso dal processo.

D’altra parte, già ad ottobre 2022, a pochi mesi dall’arresto, la Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso, presentato dal 78enne di Sabaudia, che aveva impugnato il provvedimento di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposto nel maggio dello stesso anno dal Giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario, su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore Claudio De Lazzaro.

Gli ermellini avevano stabilito che Di Maio poteva lasciare gli arresti domiciliari e tornare in libertà, sostituendo e annullando l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma a cui lo stesso Di Maio era ricorso e che aveva dato ragione all’impianto accusatorio della Procura di Latina.

A maggio 2022, la Squadra Mobile di Latina aveva proceduto all’esecuzione del sequestro preventivo nei confronti del citato Di Maio e della moglie, indagata a piede libero, di 7 beni immobili e di una società immobiliare, siti a Sabaudia.

Le indagini nascevano dalla denuncia presentata da una donna, Chiara Magoni, alla Questura di Latina, nel mese di luglio 2020, nella quale era stato rappresentato un episodio di turbativa d’asta relativa ad un immobile sito a Sabaudia, oggetto di aggiudicazione provvisoria in favore della medesima da parte della società INVIMIT, incaricata della dismissione del patrimonio immobiliare di enti pubblici, fra cui quello della Regione Lazio.

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Le indagini, secondo gli inquirenti, avevano consentito di accertare come Di Maio avesse occupato abusivamente un immobile, nonostante il rilascio immediato ordinato con una sentenza del Tribunale di Latina nel 2014.

Era emerso, inoltre, che Di Maio, già noto alle cronache giudiziarie (destinatario anni fa di una confisca di beni milionaria), avrebbe inteso lucrare dalla società INVIMIT e dalla aggiudicataria provvisoria una “somma” per liberare l’immobile, in realtà non più in suo possesso. Ciò sarebbe stato possibile anche in ragione del profilo mostrato dall’uomo, come emerge dalla misura di prevenzione personale e patrimoniale, in precedenza disposta dal Tribunale di Latina, da cui si evince che lo stesso è stato condannato in primo grado per il reato di estorsione nell’ambito di un procedimento di criminalità organizzata.

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La Cassazione aveva in sostanza ridimensionato le accuse. Una pronuncia che si è riverberata anche nel processo ordinario che si è concluso con un nulla di fatto.

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