TRAGEDIA STRADALE NELLA NOTTE DI NATALE 2021, ASCOLTATI PERITO E MEDICI LEGALI DELLA DIFESA

Incidente mortale a Sezze avvenuto alla vigilia di Natale: iniziato il rito abbreviato condizionato per il cugino della vittima

Difeso dall’avvocato Sinhue Luccone, il 27enne Matteo Rossi, lo scorso ottobre, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato all’audizione di un medico legale e un perito cinematico. Il giovane è accusato dalla Procura di Latina di omicidio stradale per una tragedia avvenuta a Roccagorga la notte di Natale del 2021. Il rito abbreviato è iniziato oggi, 15 settembre, dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli. Oggi, ad essere ascoltato è stato il 27enne che ha detto di non essere stato lui a guidare quella sera; la stessa versione è stata data dal medico della difesa che ha spiegato di come le lesioni di Rossi sono compatibili con il lato conducente, mentre la vittima avrebbe avuto ferite compatibili con il lato guidatore.

Ad essere auditi, come previsto, i medici legali e il consulente cinematico della difesa, in attesa che nella prossima udienza dell’11 febbraio venga ascoltato anche il consulente cinematico del pubblico ministero, oggi assente. I periti devono stabilire la dinamica dell’incidente accaduto in Via Roccagorga, nella notte di Natale del 2021, che vide un’auto finire fuori strada: ferito Matteo Rossi, all’epoca 23enne, e morto il cugino di 34 anni seduto accanto a lui. La vittima era un ragazzo originario di Roccagorga: Leonardo Nardacci.

Il perito cinematico di difesa Graziano Tabelli ha spiegato che l’auto andava a forte velocità e ha preso il palo della luce. Il veicolo ha fatto una rotazione anti-oraria, cadendo nella scarpa con la parte posteriore, assumendo una forma trapeziodale. Il conducente e il passeggero sono stati sbalzati via: Rossi sarebbe stato spinto fuori dal portellone posteriore. Nessuno dei due portava la cintura di sicurezza.

Ad essere auditi, come previsto, i medici legali e il consulente cinematico della difesa, in attesa che nella prossima udienza dell’11 febbraio venga ascoltato anche il consulente cinematico del pubblico ministero, oggi assente. I periti devono stabilire la dinamica dell’incidente accaduto in Via Roccagorga, nella notte di Natale del 2021, che vide un’auto finire fuori strada: ferito Matteo Rossi, all’epoca 23enne, e morto il cugino di 34 anni seduto accanto a lui. La vittima era un ragazzo originario di Roccagorga: Leonardo Nardacci.

L’auto, una Toyota Aygo, sarebbe andata a velocità sostenuta urtando prima un albero e poi finendo sotto un ponte. È probabile che Nardacci sia morto sul colpo mentre il ragazzo è stato ricoverato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina in prognosi riservata.

A margine dell’incidente mortale, anche un episodio sgradevolissimo segnalato dalla sorella del giovane sbalzato fuori dall’auto e deceduto. “A quelli che hanno soccorso mio fratello questa notte – scrisse Federica Nardacci su Facebook – chiedo cortesemente di restituire l’orologio che gli avete tolto al polso mentre era morto, un Rolex Batman (blu e nero), a tutti quelli che lo vedono al polso di qualcuno (c’è ne sono pochissimi in giro) o a qualcuno che sa di una vendita, per favore fatemi sapere, era un ricordo. Condividete. Se non avete coraggio a restituirlo, inviatemelo a casa”.

Nardacci, peraltro, fu coinvolto in un fatto di cronaca piuttosto eclatante quando, nel 2021, fu sorpreso a consegnare un chilo di hashish a un poliziotto in borghese. Per tale ragione, il 34enne si trovava ai domiciliari in una comunità e nel Natale 2021 aveva avuto l’autorizzazione dall’autorità giudiziaria a passare le fese in famiglia, con la prescrizione di rispettare la detenzione domiciliare.

Quella tragica notte, insieme al cugino Rossi, si mise in viaggio con un’auto presa in noleggio. È in quel frangente che il 34enne trovò la morte in seguito ai traumi riportati dall’incidente. La difesa di Matteo Rossi, in ordine a quei fatti, per cui il giovane si trova a dover rispondere di omicidio stradale, ha chiesto di accertare chi fosse alla guida. Nelle fasi di indagine il pm Simone Gentile aveva fatto analizzare con i Ris le tracce ematiche non umane sul volante dell’auto, senza che fosse però chiarito chi fosse realmente al volante della Toyota Aygo.

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