Incidente mortale a Sezze avvenuto alla vigilia di Natale: il cugino della vittima chiede il rito abbreviato condizionato
Difeso dall’avvocato Sinhue Luccone, il 26enne Matteo Rossi ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato all’audizione di un medico legale e un perito cinematico. Il giovane è accusato dal pubblico ministero Simona Gentile di omicidio stradale per una tragedia avvenuta a Roccagorga la notte di Natale del 2021.
L’incidente, accaduto in Via Roccagorga, vide un’auto finire fuori strada: ferito Matteo Rossi, all’epoca 23enne, e morto il cugino di 34 anni seduto accanto a lui. La vittima era un ragazzo originario di Roccagorga: Leonardo Nardacci.
L’auto, una Toyota Aygo, sarebbe andata a velocità sostenuta urtando prima un albero e poi finendo sotto un ponte. È probabile che Nardacci sia morto sul colpo mentre il ragazzo è stato ricoverato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina in prognosi riservata.
A margine dell’incidente mortale, anche un episodio sgradevolissimo segnalato dalla sorella del giovane sbalzato fuori dall’auto e deceduto. “A quelli che hanno soccorso mio fratello questa notte – scrisse Federica Nardacci su Facebook – chiedo cortesemente di restituire l’orologio che gli avete tolto al polso mentre era morto, un Rolex Batman (blu e nero), a tutti quelli che lo vedono al polso di qualcuno (c’è ne sono pochissimi in giro) o a qualcuno che sa di una vendita, per favore fatemi sapere, era un ricordo. Condividete. Se non avete coraggio a restituirlo, inviatemelo a casa”.
Nardacci, peraltro, fu coinvolto in un fatto di cronaca piuttosto eclatante quando, nel 2021, fu sorpreso a consegnare un chilo di hashish a un poliziotto in borghese. Per tale ragione, il 34enne si trovava ai domiciliari in una comunità e nel Natale 2021 aveva avuto l’autorizzazione dall’autorità giudiziaria a passare le fese in famiglia, con la prescrizione di rispettare la detenzione domiciliare.
Quella tragica notte, insieme al cugino Rossi, si mise in viaggio con un’auto presa in noleggio. È in quel frangente che il 34enne trovò la morte in seguito ai traumi riportati dall’incidente. La difesa di Matteo Rossi, in ordine a quei fatti, per cui il giovane si trova a dover rispondere di omicidio stradale, ha chiesto di accertare chi fosse alla guida. Nelle fasi di indagine il pm Genile aveva fatto analizzare con i Ris le tracce ematiche sul volante dell’auto, senza che fosse però chiarito chi era realmente al volante della Toyota Aygo.
Fatto sta che oggi, 18 ottobre, il giudice per l’udienza preliminare, Mara Mattioli, ha accolto di celebrare il rito abbreviato condizionato, rinviando l’udienza al prossimo 28 marzo così da ascoltare i consulenti.