Leopoldo Del Prete, l’imprenditore del Centro Rottami di Cisterna accusato di traffico illecito di rifiuti dalla Procura di Roma, è stato scarcerato
A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame di Roma dopo il ricorso presentato dai suoi avvocati di fiducia Napoleone e Censi. Revocata anche per il figlio, Gennaro Del Prete, accusato di riciclaggio, la misura degli arresti domiciliari.
Due le misure restrittive che permangono per padre e figlio: Leopoldo Del Prete non potrà svolgere per un anno l’attività imprenditoriale, Gennaro avrà l’obbligo di firma per tre volte a settimana alla Caserma dei Carabinieri.
Le motivazioni del Tribunale della Libertà di Roma si conosceranno tra una trentina di giorni. È probabile che, oltreché alla incensuratezza dei due, molto abbia pesato il fatto che ad oggi il Centro Rottami è sotto amministrazione giudiziaria con la guida di due curatori: Del Prete non può accedervi, pertanto cade la possibilità di reiterazione del reato o dell’inquinamento delle prove.
Secondo la difesa dei Del Prete, inoltre, le operazioni che secondo gli inquirenti sono ascrivibili al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei soldi provenienti dal presunto traffico di rifiuti, sarebbero invece avvenute in maniera trasparente: ad esempio, l’acquisto del capannone di Terni con il passaggio di denaro all’altra società, Genovi srl controllata da Gennaro Del Prete, sarebbe stata compiuta con assegni tracciabili e dimostrabili tanto più che è stato accesso un mutuo garantito da Leopoldo Del Prete stesso.
Saranno comunque le motivazioni del Riesame a chiarire se il quadro accusatorio sia intonso oppure fiaccato dai motivi al fondo della revoca delle misure ai Del Prete.
Ad ogni modo, già il 28 maggio, lo stesso Tribunale del Riesame aveva scarcerato altre due persone finite in carcere il 21 maggio nella stessa inchiesta (in tutto furono 14 agli arresti, 13 ai domiciliari): sono Giorgio Antonetti e Vito Prò, a cui sono stati concessi i domiciliari.