TOUCH&GO, LA CAMORRA DI SCAURI A PROCESSO: CHIESTO OLTRE UN SECOLO DI CONDANNE

Lungomare di Scauri
Lungomare di Scauri

Operazione Touch&Go: si è celebrata oggi l’udienza per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato. Si tratta del sodalizio dedito allo spaccio aggravato dal metodo mafioso che da Scampia/Secondigliano colonizzò diverse piazze di spaccio del sud pontino, partendo da Scauri considerata la loro base principale

Avevano detronizzato la piazza di Scauri controllata da Giuseppe Fedele detto Geps oppure ‘o viecchio, ossia la vecchia guardia legata ai clan del sud pontino, in particolare i Mendico e gli Antinozzi e i campani Gallo.

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La droga arrivava “sia dalla Campania che dall’estero, in particolare dalla Spagna” e “veniva rivenduta al dettaglio rifornendo le varie piazze di spaccio nei comuni del litorale pontino attraverso i vari appartenenti al sodalizio”. Lo ricordava il gip del Tribunale di Roma Ezio Damizia nell’ordinanza di custodia cautelare che portò agli arresti 22 persone ritenute facenti parte di un gruppo criminale smantellato nell’operazione dei Carabinieri di Formia datata luglio 2020, coordinata dalla Dda di Roma. Capi indiscussi” del gruppo che operava sul litorale di Minturno “sono i fratelli Domenico e Raffaele Scotto, originari del quartiere napoletano di Secondigliano. I due avevano scelto come base operativa del gruppo Scauri, frazione del comune di Minturno“.

Legati prima al potente clan Licciardi e poi al clan Sacco Boschetti-Mallo, gli Scotto riuscirono a portare dalla loro parte i pusher del luogo e spinsero il raggio d’azione criminale anche a Gaeta, Formia e persino Ponza. Chi non accettava la nuova legge, veniva colpito anche con azioni violente e dinamitarde.

Oggi, si è tenuta nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, dinanzi al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, l’udienza per coloro i quali hanno scelto il rito abbreviato.

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I componenti del gruppo criminale, compresa una donna, Raffaella Parente, poi liberata dal Riesame, sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, possesso di armi e materiali esplodenti, minaccia, violenza privata e lesioni, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso.

Dodici di loro saranno giudicati col rito ordinario, la cui prossima udienza si celebrerà presso il Tribunale di Cassino il 24 giugno 2021. Invece, per gli altri dieci, il Pm ha formulato le richiesta di condanna.

Per i fratelli Domenico e Raffaele Scotto, considerati i leader, la richiesta è rispettivamente di 20 e 18 anni. A seguire, colui che è considerato uno dei capozona, Stefano Forte detto “Fortone”, con parentela importante a Minturno nel mondo politico: chiesti 18 anni e 8 mesi.

E poi tutti gli altri: 17 anni e 4 mesi per Amedeo Prete, 16 anni e 8 mesi per Michele Aliberti, 8 anni e 4 mesi per Carmine Brancaccio, 4 anni per Valentino Sarno, 3 anni per Massimiliano Mallo e, infine, 2 anni per Diego Camerota.

Oltre un secolo di richieste di condanna per un gruppo che aveva ridotto al silenzio e terrorizzato il lungomare di Scauri.

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