Europa Verde Terracina: il calendario degli eventi estivi 2022 del Comune è l’ennesima dimostrazione di una città che continua a fallire l’appuntamento con la valorizzazione di uno straordinario patrimonio storico-archeologico, artistico, culturale ed ambientale
Nei giorni scorsi è stato pubblicato il calendario 2022 degli eventi estivi a Terracina. La circostanza ci consente di fare il punto della situazione sul tema della valorizzazione dello straordinario patrimonio storico-archeologico artistico culturale ed ambientale di questa città e di come esso sia ancora scarsamente utilizzato per creare una sana economia e quindi ricchezza per questa città attraverso un nuovo turismo ispirato ai principi della sostenibilità.
Entrando nel merito del calendario degli eventi estivi, possiamo renderci conto che lo stesso rappresenta davvero “un gran calderone” con dentro manifestazioni ed eventi di ogni genere ma senza un chiaro disegno ed un obiettivo specifico. I criteri di selezione degli eventi sembrano non esistere e molti di questi eventi, anche in presenza di esborsi significativi da parte dell’Amministrazione, ci appaiono purtroppo privi di qualsiasi impatto sulla crescita economica e turistica duratura della città, senza alcun effetto sul miglioramento della sua qualità di vita e soprattutto privi di una qualità progettuale che possa inserirli all’interno di percorsi di più ampio respiro a livello regionale, nazionale ed internazionale che possono sicuramente offrire migliori opportunità di finanziamento esterno oltre che garantire alla Città una maggiore capacità di attrarre flussi turistici con continuità e destagionalizzati.
La città non ha bisogno di un “guazzabuglio” di eventi estemporanei, ma di eventi che si inseriscono all’interno di progetti concreti di sviluppo dell’offerta turistica e culturale per convertirsi rapidamente ad un vero turismo sostenibile, in grado di attrarre nuovi e stabili flussi turistici di qualità, valorizzando appieno e con continuità le sue ricchezze storiche, artistiche, culturali, ambientali ed enogastronomiche all’interno di una rete di itinerari turistici più ampi e competitivi che promuovano tutto il nostro territorio pontino e comunque inseriti in una moderna e sofisticata programmazione che segua l’approccio della Destination Management Organization (DMO) regionale, come evidenziato nella recente legge quadro approvata dal Consiglio Regionale del Lazio per la nuova organizzazione del sistema turistico regionale, che metta al centro la formazione e la riqualificazione degli operatori, dei servizi e delle strutture e che veda Terracina come una destinazione di pregio nel Lazio.
Da questo punto di vista, la nostra Amministrazione mostra invece di avere scarse ed inadeguate competenze per organizzare eventi, festival, rassegne musicali, artistiche e letterarie di livello, ciò nonostante non ha mai pensato di organizzare una serie di incontri o forum sulla cultura coinvolgendo le tante realtà associative locali che avrebbero sicuramente dato un grande aiuto e supporto per l’organizzazione di eventi culturali di pregio, e soprattutto destinati ai giovani, valorizzando il loro contributo e rendendoli protagonisti, fornendo loro possibili alternative alla semplice movida. Vi è inoltre scarsa attenzione alla comunicazione e al marketing, con pagine web, siti e portali, spesso non aggiornate oltre che spesso non tradotte nelle principali lingue straniere. La “narrazione” della città sui media e su internet è un aspetto cruciale che va curato e progettato perché è ciò che consente al turista, che non la conosce, di scegliere la nostra città. Ancora, non abbiamo competenze progettuali per partecipare a bandi di finanziamento nazionali/regionali importanti per la cultura e non utilizziamo neanche bene le competenze associative esterne all’Amministrazione per sopperire a questa carenza. Non siamo ben inseriti in progetti e reti li livello nazionale e regionale, mentre sappiamo che oggi fare sinergia e muoversi in una logica di distretto culturale e turistico ampio è fondamentale.
Diceva qualche anno fa un noto ministro: “con la cultura non si mangia”, invece è vero proprio il contrario, con la cultura si mangia perché con la cultura oggi si crea “impresa culturale” e posti di lavoro. La nostra città è un enorme tesoro. Quante volte abbiamo sentito dire: “ questa città potrebbe campare solo con lo straordinario patrimonio storico ed archeologico che gli ha donato la storia”. Eppure siamo sempre all’anno zero, passano gli anni, si susseguono le amministrazioni ma nulla cambia anche se di soldi in questi anni ne sono stati spesi tanti visto che il Mibact ha fatto sui beni culturali della nostra Città, in questi anni, pagati con i soldi dei contribuenti italiani, investimenti notevoli: 2 milioni per il teatro, 800 mila euro per la chiesa del Purgatorio, 500 mila euro per la chiesa dell’Annunziata, oltre quelli utilizzati per il restauro del Castello e della Torre. Che avremmo il dovere di mettere a frutto.
La città è ferma sotto tutti i punti di vista, tra cui, quello della valorizzazione del patrimonio culturale e della fruizione dei tanti monumenti e spazi culturali chiusi ed inagibili da troppo tempo: la Torre degli Acso, il Castello Frangipane, il Museo civico cittadino, il Palazzo Braschi con la scenografica terrazza la rampa e i giardini, il Palazzo della Bonificazione pontina, la sala Appio Monti, il Complesso monumentale di San Domenico, il convento di San Francesco e dulcis in fundo la Biblioteca Comunale.
Oltre che a rendere fruibili tutti gli spazi culturali, si dovrebbe cominciare a salvaguardare ed utilizzare meglio quello che abbiamo di fruibile, oltre il complesso santuariale di Monte S. Angelo, il Centro Storico, un’area di immenso interesse archeologico e artistico, al cui interno coesistono differenti stili di epoche architettoniche che si sono stratificati nel corso dei millenni, con la Piazza Municipio, uno spazio “meraviglioso” che ha perso, in questi anni, la sua funzione originaria, sempre più in balia di camion, trattori, automobili, tavoli e sedie dei vari locali che minano ogni giorno le delicate infrastrutture di sostegno, costruite dai romani 2000 anni fa.
Tante le cose da fare e da mettere in programma per rivitalizzare sul piano culturale questa città. Mancano infrastrutture culturali fondamentali come un teatro comunale o un’area comunale attrezzata per eventi e manifestazioni all’aperto con tutti i servizi necessari e rispondente alle direttive sulla Safety&Security, che abbia associata una mobilità dedicata in occasione degli eventi e dei servizi (a partire da quelli igienici) adeguati. L’area del molo, naturalmente deputata a questa funzione, giace da anni preda di sterpaglie, e dell’incuria.
E’ necessario inoltre rivedere ruolo ed obiettivi della Fondazione per i Beni Culturali che non può limitarsi a mettere in piedi un calendario estivo di eventi, ad oggi poi limitato ad una sola rassegna, peraltro musicale, servono invece risorse e progetti di recupero e valorizzazione dei beni culturali della Città per incrementare la loro fruizione e sfruttare pienamente l’enorme potenziale turistico. La nostra speranza è che il completamento del restauro del teatro romano, unico teatro al mondo in piazza, e il suo utilizzo come spazio per la programmazione delle future stagioni teatrali, cinematografiche, artistiche, musicali, inserite, auspicabilmente, all’interno di un calendario di appuntamenti di livello nazionale ed internazionale e con un direttore artistico di livello, dia una spinta finalmente a questa città per rivitalizzarla e rilanciarla sul piano culturale e non solo.
Da ultimo non dobbiamo mai dimenticare che una città che non riesce a dare il giusto valore alla cultura, alla bellezza, alla storia, non sta creando gli anticorpi per contrastare il progressivo degrado morale, spirituale, ambientale, economico che sempre più spesso è lo specchio di un tempo di grande povertà culturale e valoriale, e non sta educando i suoi giovani alla bellezza ed al rispetto. A questo riguardo, ci piace chiudere questa nota ricordando le parole di Peppino Impastato sulla Bellezza: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».
Lo dichiarano, in una nota, Armando Sodano, Giovanna Rossi, Catia Mosa e Gabriele Subiaco componenti del tavolo tematico Cultura e Turismo del comitato Europa Verde Terracina.