TERRACINA E SPIAGGE, LEGAMBIENTE: PUA FERMO DA LUGLIO, INTERVENGA LA REGIONE

Piano utilizzazione degli arenili a Terracina, l’intervento di Legambiente alla luce dell’ennesimo sequestro di stabilimento balneare e del mancato rispetto della quota regionale di spiagge libere: Pua ancora fermo al palo da luglio scorso, chiediamo alla Regione Lazio l’esercizio dei poteri sostitutivi e la eventuale nomina di un commissario ad acta al fine di evitare che il nuovo piano possa diventare una sanatoria per la vecchia e discutibile gestione del demanio marittimo

Terracina è una città costiera tra le più pregiate del Lazio ma purtroppo priva dal 2003 di un aggiornato e adeguato Piano di Utilizzazione degli Arenili comunale, il più importante strumento di pianificazione del litorale, esposta ai rischi di infiltrazioni criminali, come ribadito in diversi rapporti recenti della Direzione Investigativa Antimafia, ed è attualmente al centro di una complessa e vasta vicenda giudiziaria, così come apprendiamo dalla stampa, che include anche un filone relativo alle concessioni demaniali con sequestro di luna-park per occupazione abusiva, sequestri di stabilimenti balneari per presunti abusi edilizi (ultimo sequestro di qualche giorno fa di un noto stabilimento balneare), con avvisi di garanzia, a tecnici, imprenditori e politici indagati per ipotesi di reato che vanno dalla corruzione al traffico di influenze illecite, al falso, all’abuso d’ufficio, e altre vicende giudiziarie che hanno visto giorni fa l’arresto, oltre che del gestore del luna-park, già indagato per occupazione abusiva del demanio marittimo e per violazioni alle normative di sicurezza, anche del Vice Sindaco del Comune di Terracina, entrambi agli arresti domiciliari, confermati dal Tribunale del Riesame, per altre ipotesi di reato.

Anna Giannetti

Il Circolo di Legambiente è sempre stato al fianco degli imprenditori balneari di Terracina con diverse iniziative, campagne e progetti nazionali e internazionali di tutela ambientale, come quello denominato “Plastic Free Beaches Terracina” o il recente “Lidi amici delle Tartarughe”, con decine e decine di stabilimenti e centinaia di turisti e cittadini aderenti alle iniziative educative, di diffusione delle buone pratiche ambientali e di tutela della nidificazione della tartaruga #carettacaretta, ma il Circolo è stato molto attivo, anche collaborando con la Guardia Costiera,  sia sul fronte del rispetto della legge nazionale e regionale che dei regolamenti regionali al fine di garantire la massima fruizione delle spiagge libere e di vigilare sulle concessioni/convenzioni balneari e sulla occupazione abusiva di aree demaniali o la prevenzione di abusi edilizi e violazioni paesaggistiche su area demaniale.

Come riportato nel prestigioso annuale Dossier Spiagge 2021 di Legambiente, che dedica un intero paragrafo a Terracina e alle sue problematiche https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/07/Rapporto-Spiagge-2021.pdf  Terracina ha 67 stabilimenti in concessione, secondo i dati aggiornati del Ministero, su una costa sabbiosa di ben 11,7 km, mentre il canone demaniale annuo (riferito al 2020) è di 495.387 euro, canone veramente irrisorio, con una imposta regionale annuale di soli 74.308 euro. Terracina è poi uno dei 5 Comuni del Lazio che non rispetta la percentuale del 50% di spiagge libere secondo la Regione Lazio e Legambiente Lazio (le aree libere si fermano al 45% delle spiagge) come si evince dallo studio “Spiagge libere nel Lazio 2020” https://golettaverde.legambiente.it/2020/07/15/nel-lazio-cinque-comuni-non-rispettano-le-norme-sul-diritto-alla-spiaggia-libera/ 

A fronte di difformità tra il calcolo proposto dall’Ufficio Demanio del Comune di Terracina e quello della Regione Lazio e di Legambiente, Legambiente Lazio ha chiesto ufficialmente alla Regione Lazio di aprire un tavolo tecnico congiunto per arrivare ad un dato condiviso da tutti, che rispetti l’art.7 della legge regionale 8 del 2015 (“Disposizioni relative all’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative”) e interpreti in modo univoco il Regolamento regionale  del 12 agosto 2016 n.19, soprattutto considerando che secondo il PUA regionale appena approvato la costa di levante di Terracina – in gran parte rocciosa-  non è disponibile per la libera fruizione balneare essendo di natura portuale. 

Lo scorso maggio con la campagna nazionale “Spiagge e Fondali Puliti 2021” il Circolo ha lanciato l’iniziativa e contest fotografico “Trova la spiaggia libera e segnalala a Legambiente Terracina” in collaborazione con il Comitato Spiagge Libere Riviera di Ulisse ed il Coordinamento Nazionale Mare Libero, proprio al fine di costruire una mappa aggiornata dei tratti liberi, in assenza di un PUA Comunale aggiornato. Dalla misurazione empirica dettagliata per ogni tratto di spiaggia libera, effettuata durante l’estate scorsa dai volontari di Legambiente Terracina lungo tutta la costa sabbiosa insieme alla rilevazione degli accessi consentiti alle spiagge libere e ai servizi offerti, riteniamo confermato il dato di rilevazione per Terracina, ovvero 5304 ml tot di spiagge libere, un dato inferiore alla soglia del 50% stabilita dal regolamento regionale. Da ultimo, il 25 giugno scorso, il Circolo Legambiente Terracina si è reso protagonista anche di un flash mob “Dog Beach a Terracina” per sensibilizzare l’Amministrazione alla individuazione di spiagge per animali e per protestare contro l’ordinanza comunale che vietava l’accesso ai cani in spiaggia, ordinanza che poi anche a seguito del pressing del Circolo e dei cittadini veniva revocata.

Abbiamo rilevato inoltre, come Circolo attivo nella vigilanza, un grave problema di accessibilità alle spiagge libere, ben riconosciuto anche dalla Regione Lazio, laddove gli accessi sono stati chiusi o ostacolati impropriamente, come nel tratto di lungomare da Terracina a San Felice Circeo e da Torre Canneto al porto di Terracina, con una serie infinita di residence e campeggi e case, spesso abusive, che di fatto privano il libero accesso al mare per un tratto considerevole di costa, con le spiagge libere abbandonate a loro stesse, in gran parte senza servizi  di  assistenza, di salvataggio, igienici e di pulizia, privi di percorsi per la fruizione dell’arenile da  parte  di  persone  diversamente  abili o spazi dedicati agli animali domestici, e soprattutto nel totale disprezzo degli ambiti territoriali omogenei che ne dovrebbero garantire, secondo la Regione Lazio, almeno il 20% in ciascun ambito, e spesso invece relegate – come spiagge libere- nei tratti più lontani dal centro abitato e maggiormente colpiti dalla erosione o dall’emergere del ghiaione dei sacchi-barriera sommersi o dal disastroso ripascimento del 2006. Inoltre ricordiamo che i finanziamenti regionali urgenti per contrastare l’erosione della costa tra Foce Sisto e Badino sono fermi al palo così come il completamento dell’iter per l’acquisto della ormai “mitologica“ draga aspirante per escavo che dovrebbe garantire un ripascimento morbido del litorale e rendere funzionale l’ingresso al porto di Terracina ormai insabbiato, tutto ormai fermo da due anni.

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione per la preservazione di questi tratti di litorale riguarda la recente nidificazione della tartaruga marina, Caretta Caretta, sulle spiagge di Terracina, nidificazione eccezionale che quest’anno ha visto ben tre nidi a Terracina monitorati dai volontari di Tartalazio, struttura ufficiale della Regione Lazio, coadiuvati dalla squadra Tarta-watchers del Circolo Legambiente Terracina, nidificazione prevista nel PUA regionale che a riguardo dispone, a tutela, di evitare sul nostro litorale l’uso di mezzi meccanici per la pulizia delle spiagge e di spegnere le luci durante la notte per non disturbare l’ovo-deposizione.

Nel nostro comunicato del 1 giugno scorso avevamo già affermato che Terracina, come tutti gli altri comuni costieri, doveva adeguare (il termine è stato prolungato dalla recente legge di stabilità regionale al 31.12.2022) il vecchio PUA comunale al nuovo PUAR “Piano Regionale di Utilizzazione delle Aree del Demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative ai sensi dell’art. 46 della L.R. 06/08/200, n.13 e ss.mm.ii. approvato con Deliberazione Consiliare n.9 del 26.05.2020.” B.U.R.L. 20 LUGLIO 2021 n.4”. L’Amministrazione comunale si era già attivata in ritardo dopo 5 mesi con la Determinazione n.1298 del 1 dicembre con un bando per l’affidamento della stesura che, alla data di oggi, ancora non risulta assegnato così come non ci risulta ancora avviato il percorso di coinvolgimento della comunità locale secondo gli indirizzi delle norme europee per un corretto processo di valutazione ambientale, economica e sociale sull’uso collettivo di un bene comune cruciale come il demanio marittimo. Peraltro riteniamo che tale processo di pianificazione non possa essere di fatto serenamente affrontato data la situazione corrente del Comune di Terracina, con vicende giudiziarie complesse in corso che impattano fortemente sulla gestione del demanio. 

Vogliamo inoltre ricordare che in base alle sentenze epocali del Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria n. 17 e n.18 depositate il 9 novembre 2021, dal 2024 non potranno più essere prorogate le concessioni balneari e il settore dovrà quindi essere aperto alle regole della concorrenza, con aste vere e proprie per assegnare l’uso dei terreni demaniali, mentre ricordiamo che il nostro Comune https://comune.terracina.lt.it/notizie/179950/deliberata-estensione-concessioni-balneari-2033 con la Deliberazione di Giunta Comunale n. 62 del 29 aprile 2020 e con la Determinazione Dirigenziale n. 1283 del 27 novembre 2020 aveva fortemente voluto e sostenuto pubblicamente l’applicazione della discussa e discutibile proroga delle concessioni secondo l’art. 1, commi 682 e 683, della legge n. 145 del 2018, tanto che l’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato  (con la Decisione AGCM AS1741 del 13/04/2021 sul caso di Terracina) aveva rilevato alcune criticità concorrenziali, con particolare riferimento alla moratoria pandemica ex art. 182, c. 2, d.l. n. 34/2020, convertito in legge n. 77/2020, all’art. 49 TFUE e all’art. 12 della direttiva 2006/123/CE (Direttiva Servizi). 

“Ricordiamo che il Comune è oggi titolare delle funzioni amministrative sul demanio marittimo, incluso quello portuale, che il Codice della Navigazione affidava alle Capitanerie di Porto e che consentono all’Ente Locale l’amministrazione diretta dei beni demaniali marittimi così come il Comune è tenuto a disciplinare la complessa materia demaniale partendo primariamente dalla pianificazione, ovvero dal PUA- Piano Utilizzazione degli Arenili. Purtroppo è sempre più evidente ormai – anche con l’ultimo sequestro di qualche giorno fa di un noto stabilimento balneare- e con le indagini, i sequestri, i processi e gli arresti in corso riguardanti proprio principalmente le aree demaniali – come la Amministrazione di Terracina, a nostro parere, non sia nelle condizioni attualmente di poter operare in modo efficiente e con le dovute garanzie per adeguare un piano che risale addirittura al 2003 (e che nelle sue successive formulazioni non ha mai superato l’esame della Regione Lazio!) e per questa ragione chiederemo alla Regione Lazio (ricordando che con il dlgs 112/98 lo Stato decentra le funzioni in materia di demanio alle Regioni e queste (Lazio) a sua volta le subdelega ai Comuni (Terracina) ma la potestà ex lege resta sempre in capo alla Regione!) di valutare la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi ed eventualmente nominare un commissario ad acta per la predisposizione del nuovo PUA (e questo dovrebbe valere anche per il PRP-Piano Regolatore del Porto) di Terracina, due strumenti fondamentali e di strategica pianificazione e programmazione del litorale e dell’ambito portuale, strumenti che se non correttamente predisposti potrebbero rischiare in questo contesto di minare irreversibilmente il sano sviluppo futuro della città e delle sue attività economiche.Vogliamo assolutamente evitare che il nuovo PUA comunale possa diventare una sanatoria mascherata per tutte le difformità e le irregolarità accumulate negli anni di gestione non pianificata del demanio, proprio alla luce delle indagini e dei sequestri in corso. Non possiamo inoltre tollerare che, in assenza di un PUA comunale adeguato o del rispetto del regolamento regionale in merito alla percentuale di spiagge libere possano essere rilasciate nuove convenzioni o concessioni o titoli autorizzativi o che le concessioni demaniali pubbliche e gli immobili connessi possano diventare oggetto di speculazione economica, vendute o sub-affidate a prezzi esagerati come fossero immobili o terreni privati.

Nel pieno spirito delle Linee Guida Nazionali del Coordinamento Nazionale Mare Libero vogliamo inoltre ribadire la necessità di un opportuno  processo partecipativo attraverso specifiche consultazioni con tutti i portatori di interesse visto che non può assolutamente essere tralasciata la valenza ambientale del PUA, se non altro perché interviene in aree soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni Culturali, come specificato anche nel Regolamento con il rimando normativo al PTPR e quindi soggetto alla direttiva europea 2003/35 che disciplina proprio le modalità di partecipazione del pubblico ai piani e programmi a rilevanza ambientale. Chiediamo che il PUA contenga in modo esplicito precise e circostanziate norme di tutela ambientale e che coinvolga nella scrittura dei futuri bandi di assegnazione le associazioni ambientaliste affinchè si tenga conto di tutte le norme di tutela ambientale, oltre che del valore storico e sociale delle concessioni, valutandone e soppesandone tutte le premialità.  Ribadiamo inoltre la nostra volontà di partecipare, come Legambiente, in qualità di soggetto rappresentativo dell’interesse diffuso e attivo nella tutela dell’ambiente marino e costiero e nella salvaguardia paesaggistica (tutela visiva del mare), al tavolo di concertazione sul PUA comunale e alle consultazioni su tutti gli impatti delle ultime sentenze del Consiglio di Stato del 9 novembre scorso sul sistema delle concessioni demaniali marittime, affinchè l’ emanazione di qualsiasi atto amministrativo possa tenere in conto in primo luogo dei seguenti aspetti: 1) il rispetto della percentuale di spiagge libere e della individuazione ed organizzazione degli ambiti omogenei prima del rilascio di altri titoli autorizzativi, valevole sia per le convenzioni che per le concessioni; 2) la progressiva rinaturalizzazione degli arenili e la protezione massima della ovo-deposizione della tartaruga caretta caretta, 3) la de-cementificazione delle spiagge ovvero l’obbligo di impiegare in via esclusiva strutture smontabili in legno con contestuale eliminazione dalle spiagge dei manufatti in cemento o muratura, responsabili essi stessi in parte dei fenomeni erosivi, da considerare come punteggio premiale nelle assegnazioni delle spiagge, 4) la protezione degli habitat e della biodiversità con particolare riferimento al contrasto dell’erosione marina, alla tutela delle ZSC marine di Terracina IT6000013 e IT 6000014 per la protezione di posidonia oceanica, banchi di sabbia, scogliere, pinna nobilis,  e l’esclusione dal PUA delle soluzioni di protezione rigida della costa, quali barriere frangiflutti (emerse o sommerse), “pennelli” ecc. che si sono già dimostrate inefficaci o addirittura dannose nella difesa delle spiagge dall’erosione 5) la gestione pubblica comunale delle concessioni comunali a prezzi calmierati, dotandole di servizi dedicati alle categorie più svantaggiate come disabili e anziani e agli animali di affezione, 6) la gestione pubblica comunale delle attività di salvamento sulle spiagge, garantendo anche i servizi per le spiagge libere, la promozione delle attività a carattere educativo e sociale, delle attività sportive, con il miglioramento dei servizi di trasporto, dei parcheggi e dell’accessibilità , 7) la corretta applicazione dei contratti collettivi di lavoro previsti per il comparto e il rispetto delle regole degli appalti e subappalti con garanzia di diritti di precedenza di assunzioni del personale nel caso dei cambi di concessionario. 

Come Circolo inoltre abbiamo sempre sostenuto che la “famigerata” Direttiva Servizi (Bolkestein) andrebbe opportunamente mitigata con bandi che tengano conto delle premialità ambientali, storiche e sociali e sarebbe fondamentale portare avanti la collaborazione con la categoria dei balneari di Terracina ripartendo dal lavoro che Legambiente ha svolto ormai tre anni fa, sviluppato anche grazie all’impegno del nostro Circolo e poi esteso a molti litorali italiani, che ha portato alla definizione di una prassi ormai standard UNI, esperienza unica nel panorama internazionale, che definisce criteri e caratteristiche dei lidi sostenibili e accessibili, contribuendo a premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione soprattutto per i bambini, gli anziani, i disabili e per gli animali d’affezione e far approvare in tempi rapidi, anche alla luce del fatto che il Comune di Terracina, su proposta di Legambiente, ha già firmato a dicembre del 2019 la Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale con un impegno ad agire in tale senso, anche un piano comunale di adattamento al clima per affrontare i crescenti impatti degli eventi estremi sulla costa, l’erosione e la questione dell’innalzamento del livello del mare che porterà a sommergere molti tratti del territorio italiano, secondo i foschi scenari di previsione disegnati da Enea e Cmcc” – dichiarano Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina e Consigliere Nazionale dell’Associazione ed Edoardo Zanchini, vice Presidente nazionale di Legambiente.

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