TERRACINA: DIETROFRONT SUL PLASTIC FREE, IL COMUNE RINUNCIA ALL’AMBIENTE

Roberta Tintari e Emanuela Zappone
Roberta Tintari e Emanuela Zappone

Il sindaco facente funzioni di Terracina Roberta Tintari ha firmato oggi il provvedimento con il quale sospende, fino al 31 dicembre 2020, la cosiddetta Ordinanza Plastic Free dello scorso gennaio che prevedeva il divieto di utilizzo, per le attività di somministrazione e balneari, di prodotti monouso in materiale non biodegradabile e non compostabile a partire dal prossimo 15 giugno

Si pensava che l’emergenza Covid-19 potesse portare nuove abitudini anche nel campo ambientale, ed ecco che in uno dei Comuni più importanti del Lazio arriva la doccia fredda. Arrivederci, Plastic Free.
Eppure quel 10 gennaio, l’ordinanza contro la plastica monouso fu salutata con favore bipartisan e da tutta la cittadinanza.

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Oggi, complice il protocollo comunale dello scorso 18 aprile, con il quale le Associazioni di categoria, SIB Confcommercio Terracina, CNA Balneatori Terracina, Confcommercio Lazio Sud Terracina, Terracina Centro Storico, hanno richiesto il differimento al 15 giugno 2021 dell’efficacia dell’ordinanza Plastic Free, il sindaco Tintari ha deciso che no, quel provvedimento durante l’emergenza sanitaria non s’ha da fare.
I motivi? Secondo il sindaco, la decisione è per venire incontro agli operatori balneari, a chi somministra cibo e bevande (pub, ristoranti ecc.) e alle loro famiglie. Per farlo si deve consentire loro di smaltire le giacenze in plastica di magazzino. E allora, per offrire una mano nel momento più economico più duro da decenni, si rinuncia a una scelta di civiltà e a lungo termine. Ma non si potevano conciliare le due cose? Ecco la spiegazione di sindaco e assessore competente per materia.

Il provvedimento odierno di sospensione si è reso necessario per dare la possibilità alle attività di somministrazione, chiuse per due mesi a causa dell’emergenza sanitaria, di poter smaltire le giacenze di stoviglie e contenitori plastici monouso presenti nei loro magazzini ed evitare un aggravio dell’ingente danno economico che le stesse stanno già patendo. Ovviamente questa decisione non vuole affatto sconfessare la scelta convinta di questa Amministrazione di perseguire l’obiettivo Plastic Free, ma in questo momento c’è la prioritaria necessità di venire incontro soprattutto a quelle piccole imprese che danno da vivere alle famiglie, già fortemente provate dalla prolungata chiusura forzata. Superata questa fase emergenziale, e comunque dal 1° gennaio prossimo, la precedente Ordinanza troverà piena attuazione”.

L’assessore all’Ambiente Emanuela Zappone aggiunge che “l’obiettivo di una città Plastic Free e della drastica riduzione dei rifiuti rimane strategico per l’Amministrazione. Oggi viviamo un’emergenza terribile che sta desertificando uno dei principali elementi del tessuto economico cittadino e consentire lo smaltimento delle scorte di magazzino, non appena si potrà riaprire tutto, rappresenta un sostegno per le attività di Terracina. Non dimentico che quasi tutte le attività si sono impegnate molto per aiutare l’ambiente nella nostra città. Se penso, ad esempio, ai balneari, siamo perfettamente consapevoli che sono tra i principali protagonisti, oltre che diretti interessati, nella cura dell’ecologia a Terracina perché la salubrità ambientale rappresenta una straordinaria fonte di attrazione turistica, come testimoniato dalla Bandiera Blu e dalla Bandiera Verde dei Pediatri per la qualità delle nostre spiagge. Quindi nessun passo indietro rispetto alle scelte in materia ambientale, ma una mano tesa alla vita di molte famiglie di Terracina”.

Senza nulla togliere alla dura crisi dei balneari e delle altre imprese nel campo della somministrazione che, con tutta probabilità, passeranno un’estate talmente dura da non poterla minimamente immaginare nemmeno nei peggiori incubi, alcuni punti sembrano non tornare compresa l’excusatio non petita delle due amministratrici.
Come smaltiranno, gli operatori, le giacenze se, a causa del Coronavirus, ci saranno meno utenze da servire? E, per di più, come mai, se l’ordinanza vige da gennaio, i balneari avevano uno stock in plastica che parrebbe dirimente a tal punto da influire economicamente sulle loro entrate già fiaccate dal virus?

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