Finisce nella bufera social Giuseppe Talone, detto Pino, consigliere comunale di Fratelli d’Italia: multato a Pasquetta per essere uscito senza motivi. Ad attaccarlo è la Lega di Terracina
A iniziare la “cagnara” è stata la Lega con un post che riprendeva altri commenti apparsi sul social di Mark Zuckerberg: “Apprendiamo dai social che un consigliere comunale di maggioranza sarebbe stato stato sanzionato nel giorno di Pasquetta per non aver rispettato le disposizioni anticontagio: chiediamo al sindaco Roberta Tintari di confermare o smentire la notizia. Qualora fosse vera sarebbe di una gravità inaudita“.
Talone, da sempre nella destra terracinese, è diventato consigliere comunale per Fratelli d’Italia da circa due mesi dopo che Patrizio Avelli, fino a febbraio capogruppo del partito di Procaccini/Meloni in consiglio comunale, è entrato a far parte della Giunta Tintari.
Un passato come consigliere d’amministrazione nell’Azienda Speciale di Terracina del Direttore Generale Carla Amici, Talone se ne andò entrando in polemica proprio con l’attuale sindaco facente funzioni Roberta Tintari, all’epoca assessore ai Servizi sociali nel Comune guidato da Nicola Procaccini, ora a Bruxelles da europarlamentare e sempre in pista con video al vetriolo contro l’establishment.
Talone si dimise a causa della questione dell’assistenza familiare per la quale rivendicava lo stanziamento di 50 mila euro l’anno per tre anni in bilancio e che non veniva attivato. Tintari si augurò un ripensamento da parte di Talone accusandolo di avere “una considerazione personalistica del settore dei Servizi Sociali“. Acqua passata, pare, anche perché, pur essendosi dimesso, sul sito ufficiale dell’Azienda Speciale di Terracina Talone risulta ancora a tutti gli effetti nel management aziendale come consigliere.
Attualmente Talone è un dipendente della Soes Spa, la società di Telese Terme in provincia di Benevento, che gestisce le contravvenzioni e gli autovelox in alcuni Comuni, tra cui Terracina. Una società “che prevede l’impiego sia di personale altamente qualificato, che di un innovativo software in grado di raccogliere, organizzare e razionalizzare l’enorme mole di informazioni presente in vari sistemi informativi (anagrafe, DTT, varchi elettronici, autovelox etc.) fornendone una visione integrata e navigabile di indispensabile aiuto per la gestione completa degli atti“. Così almeno si tratteggiano sul loro sito.
Recentemente, la Soes, a marzo 2020, si è salvata per un vizio di forma commesso dalla Procura della Corte dei Conti nell’ambito di un’annosa vicenda accaduta a Gaeta. Intatti, la medesima Corte dei Conti del Lazio ha dichiarato nulli gli atti con cui la Procura contabile aveva rinviato a giudizio la Soes, a cui era affidata l’attività di gestione e riscossione delle contravvenzioni nel comune gaetano, il suo amministratore unico Tommaso Stazio, oltreché al dirigente della polizia urbana Antonio Buttaro, al responsabile gestione e controllo delle procedure sanzionatorie Giuseppe Di Florio, al responsabile dell’ufficio contenzioso Giuseppe Galeno e al Comandante della polizia minucipale Pasqualino Polisi.
A tutti veniva contestato un danno erariale da quasi 4 milioni di euro a danno delle casse del Comune di Gaeta: 3,7 milioni per l’esattezza. Un procedimento partito addirittura nel 2011 a seguito di una segnalazione della Guardia di Finanza di Formia verso la Procura contabile che aveva riscontrato un aggio elevato sulle somme accertate anziché su quelle riscosse e una condotta dolosa. Niente da fare poiché, per ben due volte, l’atto di citazione a giudizio degli inquirenti presentava criticità “formali” nella richiesta.
Altra storia perché, tornando a Talone, che comunque è solo un dipendente della Soes, si scopre che lo stesso è anche amministratore condominiale. Ecco il motivo per cui nella Pasquetta blindata del coronavirus, “Pino” ha dovuto prendere il motorino per andare in un palazzo in cui i condomini si lamentavano per una perdita d’acqua. Non poteva sapere, il consigliere comunale, che di lì a poco sarebbe finito nel trito social che la Lega ha subito scambiato per arena, giudicando di “una gravità inaudita” l’infrazione di Talone.
Fatto sta che il consigliere comunale, pizzicato alla guida del motorino, si è beccato la multa da 500 euro da parte delle forze dell’ordine a cui avrebbe detto, supponiamo a un operante, persino “Lei non sa chi sono io“. Circostanza che, però, il Talone stesso ha smentito e non possiamo che credergli dal momento che, in questa Italia della pandemia, sarebbe assurdo immaginare ancora di dirlo.
Il consigliere si è giustificato con un post, ringraziando le forze dell’ordine ma annunciando ricorso alla multa poiché la giudica ingiusta. Un comportamento completamente diverso se paragonato a quello del parroco di Penitro, don Showry Konka che, dopo aver celebrato messa a Pasqua, con tanto di comunione e ostia ai fedeli, ha chiesto scusa e ha pagato la multa.
Ad ogni modo, letto il post, alcuni utenti si domandano ancora per quale ragione, allora, il consigliere è stato multato se lo stesso avrebbe chiarito agli operanti la sua situazione lavorativa. Vallo a sapere. Una risposta che sicuramente il consigliere riuscirà a dare non appena si discuterà il ricorso.
Eppure, in questa Italia della pandemia, dove Talone è in buona compagnia (a Pasquetta anche la parlamentare, ex 5Stelle, Sara Cunial è stata beccata ad Ostia in giro senza le famose “comprovate esigenze lavorative”), si scopre che alcuni partiti riescono finalmente ad indignarsi per il non rispetto delle regole. E a farlo, a Terracina, è persino la Lega che, in fatto di questioni aperte sul fronte delle regole e dei comportamenti in provincia, ne avrebbe di chiarezza da fare.
Sarà che il Coronavirus-Covid-19 ci sta cambiando nell’anima e la stessa Lega che stigmatizza giustamente il consigliere in motorino farà finalmente chiarezza sui 49 milioni o sui rapporti opachi con alcuni signori dei voti legati al clan Di Silvio a Latina? Chissà, ne dubitiamo, ma teniamo duro e lo speriamo con forza.