TERME DI FOGLIANO SPA, LA STORIA INFINITA TRA RESPONSABILI E ACCUSATI INGIUSTAMENTE

DEBITI FOGLIANO

Nell’infinita storia delle Terme di Fogliano SpA (di cui è stato dichiarato il fallimento il 20 dicembre 2017) si è aperto un altro capitolo.

Il curatore del fallimento ha notificato un atto stragiudiziale di contestazione, diffida e messa in mora nei confronti degli organi sociali della società fallita, e precisamente il liquidatore e i sei componenti degli ultimi due collegi sindacali, nonché nei confronti dell’ex-sindaco Di Giorgi (in carica dal 2011 al 2015), del commissario prefettizio in carica nel 2015-2016 e dell’attuale sindaco Damiano Coletta.

IL GIOCO DEL CERINO

La vicenda in questione fa venire in mente il gioco del cerino, di cui finora esistevano due versioni.

cerinoLa prima è quella che una volta si usava fare tra ragazzi: un cerino acceso passava rapidamente da una mano all’altra e perdeva chi si bruciava le dita.

La seconda ci riporta alla prima guerra mondiale ed era molto più pericolosa perché si rischiava la vita. I fanti italiani in trincea che si volevano fumare una sigaretta di notte dovevano stare molto attenti. Quando il cerino veniva acceso il cecchino austriaco imbracciava il fucile, al secondo passaggio di mano prendeva la mira, al terzo sparava.

Ora forse ne esiste una terza e riguarda i malcapitati destinatari dell’atto della curatela.

Questi ultimi, a vario titolo e ognuno per quanto di propria competenza, si sono trovati a gestire una situazione difficilissima e complicatissima diventata tale in seguito ad atti e fatti nei quali non hanno alcuna responsabilità.

Ci riferiamo ovviamente al decreto ingiuntivo di Condotte SpA per la somma complessiva di € 4.571.184,45.

fallimentoEvitare il fallimento di una società inattiva e con un debito accertato e definitivo così consistente è una impresa da supereroi. L’unico modo sarebbe stata la vendita dei terreni, nel frattempo pignorati da Condotte SpA, ad un prezzo in grado di soddisfare le pretese creditorie. Ma se in condizioni di obiettive difficoltà non si riesce a vendere (e non svendere), è logico cercare per forza delle responsabilità? È ragionevole fare una sorta di retata in cui si prendono tutti quelli che negli ultimi anni hanno ricoperto un ruolo nell’ambito della società?

L’impressione è proprio quella della volontà di prendersela comunque con qualcuno e, ovviamente, il qualcuno non può che essere chi è rimasto con il cerino in mano.

La valutazione delle responsabilità e quindi la eventuale promozione di una azione di responsabilità non è però un gioco, anzi è qualcosa di estremamente serio. Nel caso specifico, come detto, il mastodontico debito è maturato precedentemente e, da quanto risulta (la vicenda è sempre stata oggetto di attenzione da parte degli organi di informazione), non si ha contezza di  atti e/o omissioni che abbiano impedito la soluzione del problema.

IL DECRETO INGIUNTIVO

La realtà è che l’elemento decisivo e fondamentale che ha determinato il fallimento della Terme di Fogliano SpA è il decreto ingiuntivo di Condotte SpA., atto del quale è opportuno ripercorrere brevemente la vicenda, in quanto caratterizzata da anomalie sconcertanti.

IL “SUICIDIO AMMINISTRATIVO” DEL PRESIDENTE DEL CDA

Il decreto ingiuntivo di Condotte S.p.A. nei confronti di Terme di Fogliano Sp.A. è corredato da una lettera a firma del Presidente del CdA dell’epoca, in cui lo stesso riconosce che la società da lui amministrata è debitrice verso Condotte della somma complessiva di € 4.571.184,45 (comprensiva di interessi legali e moratori).

decreto-ingiuntivoVeramente sconcertante! Di solito si è abituati a vedere debitori che contestano la sussistenza o l’entità di un credito, magari anche a torto pur di prendere un po’ di tempo, mentre in questo caso il debitore (o presunto tale) offre la propria testa su un piatto d’argento al creditore (o presunto tale).

C’è un altro aspetto assolutamente sconcertante: il Presidente del CdA fa tutto all’insaputa degli altri consiglieri membri del CdA e del collegio sindacale.

Infine, e questa è veramente la circostanza più inquietante, vi erano tutti i presupposti per opporsi alla richiesta di Condotte SpA.

logo di CondotteIn data 8/8/1996 il Comune di Latina stipula un atto integrativo della precedente convenzione, nel quale la Società Condotte si impegna a procedere alla prospezione e alla ricerca delle acque mediante la realizzazione di due pozzi, nonché all’accertamento della qualità e quantità delle acque così captate e all’espletamento di altre attività connesse. Il relativo costo viene quantificato fino ad un massimo di 5 miliardi di lire (Euro 2.582.284,40).

È bene precisare che tale importo non è il corrispettivo delle opere, ma un rimborso delle spese e degli oneri connessi alla realizzazione dei pozzi che la società “Terme di Fogliano S.p.A.” si impegna a riconoscere alla società Condotte qualora, per vari motivi indicati nel contratto, non fosse stato possibile realizzare l’impianto termale. In caso contrario non ci sarebbe stato alcun onere a carico di “Terme di Fogliano S.p.A.”. Infatti Condotte avrebbe redatto la progettazione esecutiva definitiva, comprensiva dei pozzi realizzati, da inviare alla Regione per l’approvazione e la conseguente concessione del finanziamento.

Nel novembre 1997 viene dato inizio alle opere di captazione delle falde termo-minerali, che vengono ultimate il 22/6/2009. Successivamente viene riconosciuto dalle Università di Roma e Napoli che l’acqua estratta dai pozzi è utilizzabile per cure termali.

ISS-Istituto-Superiore-Sanità
ISS- Istituto Superiore Sanità

Inizia quindi la procedura per ottenere il riconoscimento ufficiale delle proprietà terapeutiche delle acque termo-minerali da parte del Consiglio Superiore della Sanità, che chiede ulteriori relazioni tecniche ad integrazione della documentazione presentata. All’espletamento di tali attività era convenzionalmente obbligata la società Condotte che, nonostante i solleciti del Comune di Latina (l’ultimo ufficiale con raccomandata del 26/5/2000), rimane inadempiente. 

LA MISTERIOSA SPARIZIONE DEL DECRETO INGIUNTIVO

In data 22/10/2003 (Vincenzo Zaccheo  è diventato sindaco a maggio del 2002), la Società Condotte notifica all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Latina il decreto ingiuntivo nei confronti della Società Terme di Fogliano, che ha la propria sede legale presso il Comune.
Come detto, nell’atto in questione viene richiesta la somma complessiva di € 4.571.184,45 (comprensiva di interessi legali e moratori), presuntivamente dovuta per il mancato pagamento dei lavori di realizzazione dei pozzi per la prospezione delle acque.

Per quanto sopra esposto, è evidente che la società “Terme di Fogliano s.p.a.” avrebbe solide argomentazioni per opporsi al decreto ingiuntivo, ma…il decreto ingiuntivo scompare misteriosamente e non arriva al destinatario, che pertanto non presenta opposizione nei termini di legge.

punto_di_domandaDa quanto si è saputo l’atto è stato trasmesso dal protocollo generale all’Avvocatura comunale. Quest’ultima, però, non aveva alcuna competenza in merito, in quanto il destinatario del decreto ingiuntivo non era il Comune di Latina, ma la società “Terme di Fogliano S.p.A.”. Pertanto il decreto ingiuntivo è stato rispedito al protocollo generale. Da questo punto in poi non è dato sapere più niente.

A seguito degli sconcertanti ed inquietanti avvenimenti di cui sopra si arriva alla paradossale situazione in cui la società Condotte si trova creditrice nei confronti di Terme di Fogliano per l’importo di € 4.571.184,45, a fronte di possibili spese sostenute pari a € 2.582.284,40, che comunque Terme di Fogliano non era tenuta a rimborsare per via delle inadempienze della stessa società Condotte. 

OMISSIONI E OMERTÀ DELLA POLITICA

Una persona capitata per caso a Latina che leggesse queste brevi note si domanderebbe senz’altro quale sia stata la reazione della politica di fronte a fatti così gravi; chiederebbe sicuramente quali azioni siano state adottate per riuscire a capire come sia stato possibile che il decreto ingiuntivo sia stato smarrito e se siano stati individuati i responsabili.   

Ebbene, l’amministrazione comunale dell’epoca a guida Vincenzo Zaccheo non ha fatto assolutamente niente.

Claudio Moscardelli
Claudio Moscardelli

Di fonte alla colpevole e inquietante inerzia di Zaccheo & Co. la finta opposizione dell’epoca (i precursori del PD), dopo aver latrato sui giornali nell’immediatezza dell’evento è tornata a cuccia.  

Non è dato quindi sapere quale sia stato il cammino di quel decreto ingiuntivo all’interno dell’amministrazione comunale una volta restituito dall’Avvocatura al Protocollo Generale.

A parere di chi scrive, non è certamente credibile che l’ufficio del protocollo generale di fronte ad un atto così importante sia rimasto inerte. Del resto, nessun dipendente comunale è stato ritenuto responsabile per la sparizione del decreto ingiuntivo.

Ecco quindi che ritornano i dubbi e  le domande che all’epoca qualcuno si pose.

Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo

Il decreto ingiuntivo è arrivato o no sulla scrivania del sindaco Vincenzo Zaccheo?

Questa domanda potrebbe avere una risposta solo se cessasse l’omertà che sicuramente c’è stata in ordine alla vicenda in esame.

È mai possibile che l’amministrazione comunale non sia stato in grado di verificare cosa fosse veramente accaduto in ordine a una vicenda tanto importante?

Ci piacerebbe avere in merito delle risposte dai personaggi della maggioranza di allora che ancora ritroviamo nel panorama politico locale, anche se con altre casacche, e si propongono per tornare a guidare la città.  

FRATONI D'ITALIA MADE IN LATINA
Enrico Tiero e Nicola Calandrini

Stiamo parlando degli attuali esponenti di Fratelli d’Italia (all’epoca tutti con Forza Italia) Nicola Calandrini, Enrico e Raimondo Tiero.

Stiamo parlando degli attuali esponenti della Lega (all’epoca in Alleanza Nazionale) Matteo Adinolfi e Angelo Orlando Tripodi, nonché del funambolico Massimiliano Carnevale (al tempo UDC) arrivato alla corte di Salvini passando per il PD.

Lega a Latina
Carnevale al momento della presentazione nelle fila della Lega, insieme al sottosegretario del Lavoro Durigon, il consigliere comunale di Latina Adinolfi e al consigliere regionale del Lazio Tripodi

In particolare, sono queste le domande a cui dovrebbero dare una risposta.

Perché nessuno di loro si preoccupò di attivare la Commissione Trasparenza?

Perché nessuno di loro chiese di ripercorrere l’iter compiuto dal decreto ingiuntivo a partire dal momento in cui l’Avvocatura Comunale lo ritrasmise al Protocollo, specificando che l’atto non era contro il Comune ma contro una società privata (con sede presso il Comune di Latina), alla quale spettava quindi l’onere di opporsi al decreto ingiuntivo di Condotte Spa?

Perché tutti loro evitarono con cura di tentare di capire se il decreto ingiuntivo di Condotte Spa fosse arrivato o meno sulla scrivania del Sindaco Zaccheo?

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