TENTATO OMICIDIO A SEZZE: SOSPESI PER FALSO DUE AGENTI DELLA POLIZIA LOCALE

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Procura della Repubblica di Latina

Tentato omicidio a Sezze: due agenti della Polizia Locale sono stato sospesi dal servizio per aver omesso dichiarazione utili all’indagine 

Nella serata di ieri 19 gennaio, su ordine della Procura di Latina, agenti della Squadra Mobile hanno dato esecuzione ad una misura cautelare interdettiva emessa dal Gip di Latina, nei confronti di due uomini, indagati dei reati di falso e rifiuto d’atti d’ufficio; i predetti, appartenenti al comando della Polizia Locale di Sezze sono stati sospesi dal servizio per la durata di 12 mesi. Si tratta di due agenti della Polizia Locale di Sezze: Roberto Camerota originario di Minturno e Davide Di Girolamo originario di Terracina.

La misura cautelare costituisce l’epilogo di una articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, dopo il ricovero presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina di un cittadino rumeno che lo scorso 30 marzo 2021 era rinvenuto esanime sul manto stradale, in via Porta Sant’Andrea del comune di Sezze, laddove veniva soccorso da personale sanitario del 118; in quella circostanza, venivano tratti in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere due giovani della Provincia di Latina, indagati per il reato di tentato omicidio.

In tale contesto, venivano svolti ulteriori approfondimenti investigativi volti a verificare eventuali responsabilità penali degli appartenenti della polizia locale di Sezze, odierni indagati, i quali erano intervenuti per primi sul posto, allorquando la vittima si trovava ancora a terra.

Ad esito di questi accertamenti, emergeva che i predetti, in qualità di ufficiali Polizia Giudiziaria, dapprima omettevano di riferire dichiarazioni utili alle indagini, dagli stessi ricevute sul luogo dell’aggressione da alcuni testimoni presenti, quindi, a seguito di specifica richiesta ricevuta dall’autorità giudiziaria, ribadivano falsamente, in atti tramessi a questa Procura della Repubblica, di non avere appreso sui luoghi, altre informazioni utili e di non avere riscontrato nell’immediatezza elementi da cui dedurre che le lesioni fossero frutto di un’aggressione, ritenendo invece che fossero derivate da una caduta accidentale della vittima.

Le indagini delegate dalla Procura alla Squadra Mobile di Latina rivelavano, piuttosto, uno scenario diverso, la presenza di molte persone presenti all’aggressione, contrariamente a quanto riferito, le quali avevano anche dichiarato di avere comunicato alla Polizia Locale informazioni utili alla ricostruzione dei fatti, informazioni però che venivano omesse dagli odierni indagati.

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