SUPERBONUS, LA TRUFFA MILIONARIA ARRIVA ANCHE A LATINA

Maxi truffa milionaria su sisma ed eco bonus: coinvolti i fratelli Mario e Davide Ciaccia, tra gli episodi contestati anche presunte speculazioni a Latina

I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, ieri 24 novembre, hanno eseguito il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza emesso nella fase delle indagini preliminari dalla Procura della Repubblica capitolina, avente ad oggetto oltre 110 milioni di euro di crediti fiscali relativi a misure di sostegno emanate dal Governo durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. L’inchiesta è stata coordinata dal Procuratore aggiunto di Roma Rodolfo Sabelli e del suo sostituto Paolo Marinaro.

I fratelli Mario e Davide Ciaccia

L’attività – spiega una nota della Guardia di Finanza – trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate sulla spettanza dei “bonus” previsti dai Decreti “Rilancio” e “Cura Italia” del 2020, connessi alle spese di locazione di immobili ad uso non abitativo e riconosciuti sotto forma di crediti d’imposta in misura pari a una percentuale dei canoni effettivamente versati (fino al 60%).

Tali benefici fiscali possono essere direttamente utilizzati per compensare debiti fiscali, oppure ceduti, anche in parte e più volte, per lo stesso fine, dandone comunicazione – sia il cedente che il cessionario – attraverso la piattaforma informatica “cessione crediti” messa a disposizione dalla predetta Agenzia.

Gli accertamenti, delegati dall’Autorità Giudiziaria al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, hanno evidenziato la presunta fittizietà dei citati crediti di imposta, che sono stati ceduti attraverso un sito internet a una società – con sede nella Capitale ma operante in tutta Italia – che si proponeva in rete come soggetto giuridico capace di far conseguire alla clientela “liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti di imposta derivanti da norme speciali”, acquistandoli e pagandoli subito dopo aver svolto – come dichiarato – controlli documentali circa la loro genuinità, per poi cederli a sua volta a terzi, dietro compenso.

Nei primi dieci mesi del 2021, l’impresa ha acquistato crediti di imposta per un valore nominale di oltre 110 milioni di euro da una moltitudine di soggetti i quali, in base ai preliminari riscontri, risulterebbero privi di consistenza imprenditoriale o, comunque, non potrebbero beneficiare delle menzionate agevolazioni fiscali.

Tra le incongruenze rilevate sono emerse ipotesi in cui sono stati inseriti nella piattaforma informatica gestita dall’Amministrazione finanziaria dati di imprenditori per i quali non risulta essere stato registrato nel periodo di interesse alcun contratto di locazione, ovvero che, a fronte di dichiarazioni dei redditi presentate per importi modesti, sosterrebbero spese locative per centinaia di migliaia di euro all’anno.

Le indagini hanno permesso inoltre di riscontrare che parte dei crediti d’imposta:

– per un valore nominale di 44 milioni di euro, è stata venduta dalla società capitolina a una serie di persone fisiche e giuridiche, allettate dalla possibilità di acquistare bonus “spendibili” con uno sconto sul loro valore nominale;

– per circa 10 milioni di euro, è stata persino “monetizzata” mediante la cessione a intermediari finanziari.

Allo scopo di interrompere la circolazione dei crediti sui quali sussistono gravi indizi di fittizietà e individuare i responsabili dell’ipotizzata truffa – finalizzata a frodare sia i terzi in buona fede, sia l’Erario – la Procura della Repubblica di Roma ha emesso la misura cautelare d’urgenza, relativa alle quote societarie e al patrimonio aziendale della società romana, al sito internet attraverso il quale essa promuoveva la propria attività e all’intero ammontare dei crediti di cui la stessa è tuttora titolare o che ha già ceduto.

I fratelli Ciaccia noti anche nei circuiti dello showbiz, per la relazione di Mario con la pontina Manuela Arcuri, e coinvolti in passato anche in una ipotesi di bancarotta milionaria, sono stati arrestati dalla Gdf e dai Carabinieri di Teramo. Tra i reati contestati dalla Guardia di Finanza di Roma ai fratelli Ciaccia oltre alla truffa, quelli di indebite compensazioni, riciclaggio, auto-riciclaggio, e intestazione fittizia. Insieme a loro sono indagate altre 21 persone, tra cui un notaio, che si prestava a redigere atti pubblici per il conseguimento delle attività illecite, due commercialisti, un architetto, un ingegnere, un operatore finanziario e una lunga lista di prestanome. E tra di loro spicca anche Guido D’Amico, presidente di Confimprese Italia e membro della Giunta della Camera di Commercio Latina-Frosinone.

“Noi oggi attraverso un meccanismo di onlus – spiegava Davide Ciaccia nelle intercettazioni captate dagli investigatori – siamo in grado di ristrutturare con il superbonus”. Gli indagati, per conseguire il superbonus, avrebbero fatto figurare lavori edilizi (in realtà mai eseguiti) nel complesso 2Colli Monfortani” in via Casilina, “attraverso l’apparente interposizione della onlus Associazione Nazionale Etica&Salute” di cui è presidente proprio Guido D’Amico.

Un meccanismo, quello utilizzato sfruttando il superbonus, che si sarebbe concretizzato, tramite una società denominata Edil Green Italia Spa, il cui azionista principale è Massimo Chierchia anche lui indagato. La società avrebbe fatturato per lavori di ristrutturazione tramite superbonus senza in realtà mai eseguirli in sette condomini del capoluogo, tra cui uno in Corso della Repubblica e un altro alla Domus Mea in Via Fiuggi. Fatture che venivano poi approvate da Illimity Bank che approvava i Sal certificanti il compimento dei lavori

La Edil Green, solo pochi giorni prima, era presentata dai Ciaccia come una società pilastro su cui fondare il futuro del Teramo calcio, nuova impresa sportiva di due imprenditori che non passavano inosservati. E ora men che meno.

AGGIORNAMENTO – I fratelli Mario e Davide Ciaccia sono stati scarcerati dal gip di Teramo e Roma che non hanno convalidato i loro fermi. Da eccezioni sollevate dai loro avvocati difensori, mancavano i decreti di autorizzazione alle intercettazioni.

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