Un altro suicidio in un carcere italiano: stavolta a togliersi la vita un detenuto di 36 anni che si trovava nel carcere di Latina
Gli avvocati pontini osserveranno un minuto di silenzio oggi, 12 febbraio, in seguito al suicidio del 36enne di nazionalità indiana, detenuto nel carcere di Latina.
Come noto, un detenuto d’origine indiana, 36 anni, è stato trovato senza vita nel bagno della sua cella del reparto precauzionale della Casa Circondariale di Latina. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria.
L’uomo è stato trovato impiccato nel bagno della sua cella nella casa circondariale del capoluogo pontino. Parwinder Singh, questo il nome dell’uomo, si trovava in carcere da 8 mesi per reati di natura sessuale, accusato di violenza nei confronti della moglie da cui avrebbe voluto un figlio maschio dopo due femmine.
“Dall’inizio dell’anno, è il 17esimo detenuto che si toglie la vita, cui bisogna aggiungere anche un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria, che, ha deciso di farla finita”, spiegava Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Quanto sta avvenendo nelle carceri, con suicidi, omicidi, risse, rivolte, aggressioni alla Polizia penitenziaria, traffici illeciti e, nostro malgrado, anche qualche fenomeno di possibile degenerazione indotta, come quello di Reggio Emilia, non può lasciare indifferenti e, soprattutto, non si può considerare ordinario; dunque, non è arginabile con strumenti ordinari. A tutto ciò si aggiunga che sono 14mila i detenuti in più, rispetto ai posti effettivamente disponibili, mentre alla sola Polizia penitenziaria mancano almeno 18mila unità, rispetto al reale fabbisogno. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni prendano coscienza della perdurante emergenza, forse davvero senza precedenti negli ultimi 30 anni, e intervengano con misure straordinarie”, concludeva De Fazio.
Oggi, invece, la Camera Penale “Giorgio Zeppieri” ha invitato tutti gli avvocati del Foro di Latina, i magistrati, i pubblici ministeri, il personale di cancelleria e tutti i presenti in Tribunale a osservare, alle ore 9, un minuto di silenzio come cordoglio per la giovane vita interrotta e gesto di solidarietà verso tutti i detenuti che subiscono sulla loro pelle ingiuste e illegittime condizioni di vita in carcere.
“Non si è ancora spenta l’eco delle parole con le quali l’On. Dott. Carlo Nordio – Ministro della Giustizia – spiega il direttivo della Camera Penale pontina – in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani, partecipava – pur divergendo nelle soluzioni al problema – all’indignazione per le condizioni in cui versano le carceri italiane dove sono stati registrati 16 suicidi dall’inizio dell’anno”.
Ora, “un altro detenuto si è tolto Ia vita. Un giovane di 36 anni, di cui non conosciamo la storia, un giovane ristretto in custodia cautelare, un presunto innocente in attesa di essere giudicato, ha deciso di interrompere la sua detenzione con un gesto estremo.
Non conosciamo Ia sua vicenda personale, il suo vissuto ma sappiamo però che Ia condizione carceraria non era per lui più sopportabile. Non vogliamo, non possiamo e non dobbiamo essere indifferenti. Questa morte ci riguarda, riguarda tutti”.